EDITORIALE: MA CHE COLPA ABBIAMO NOI?
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: MA CHE COLPA ABBIAMO NOI?
Corriere Etrusco “numero 129” del 15 dicembre 2015.
«La gente non sorride più, vediamo un mondo vecchio che ci sta crollando addosso ormai. Ma che colpa abbiamo noi…» così cantavano i Rokes nel 1966, ma queste parole sembrano scritte oggi per “noi piombinesi” che ci siamo ritrovati, alle porte del Natale, non solo con il disastroso regalo della chiusura dello stabilimento siderurgico di Piombino, ma anche senza una direzione certa da seguire dopo più di un anno di promesse disattese.
L’ansia che si respira oggi in città è determinata dal fatto che la politica non ha dato ancora risposta concreta a tutta una serie di questioni vitali per il territorio che si trascinano da almeno venti anni.
Le bonifiche a partire dal “Progetto Utopia/Città Futura”, la SS398 fino al porto indispensabile per una vera partenza dello stesso, che però non ha la liquidità per concludere nel breve periodo i lavori necessari. Così lo smantellamento delle navi militari è stato indirizzato per il momento a La Spezia.
I ritardi di Aferpi nell’ordinare il nuovo forno elettrico, quale premessa alla realizzazione della nuova e moderna Acciaieria, sommati all’opzionamento di quasi tutte le aree demaniali da parte di Rebrab, stanno mettendo sotto scacco il futuro delle prossime generazioni, che forse non troveranno nemmeno più il reparto dove far nascere i loro figli.
Sono questi i veri problemi che affliggono il futuro, non solo di noi piombinesi, ma di tutta la Val di Cornia.
A fronte di tutto questo invece i giornali diffondo notizie attinenti a dibattiti su dimissioni politiche di assessori spacciate per “problemi amministrativi”, vice Sindaci che non rispondono neanche più ai consiglieri comunali, e altre problematiche gravi, ma futili, che servono solo a distrarre l’opinione pubblica dai problemi essenziali.
Concludo con il commento politico di Martina Pietrelli (Ex Assessore) su quello che Le è accaduto: «Il problema è politico, perché sono i vertici della Federazione del Pd a proseguire la guerra nei confronti delle minoranze che non gradiscono. Questi sono i metodi illiberali con cui si vive all’interno del Pd, giocando sulla pelle della città».
Giuseppe Trinchini
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