SCAFARO : «E SE INIZIASSIMO DAVVERO A GUARDARE AL FUTURO?»

il candidato sindaco Daniele Scafaro

il candidato sindaco Daniele Scafaro

Campiglia Marittima (LI) – In altre aree d’Europa hanno trasformato in ricchezza il rinnovamento degli stabilimenti. E’ questo il riassunto dell’analisi di Daniele Scafaro, candidato Sindaco della lista “Comune dei Cittadini” sul futuro di Piombino e di tutta la Val di Cornia.

«Preoccupazione, rabbia e malumore. Queste le sensazioni che si percepivano nell’aria all’incontro tenutosi davanti alla portineria Lucchini. Rabbia, in particolare, nei confronti degli altri Sindaci presenti, accusati di non aver mai partecipato, in passato, alle iniziative in difesa della fabbrica. Personalmente, e per quanto riguarda il comune di Campiglia, posso dire che quella rabbia fosse più che giustificata. Infatti, in questi cinque anni in cui siamo stati presenti in Consiglio Comunale la crisi della siderurgia non è mai stata affrontata seriamente. Nell’ Ottobre del 2012 la lista civica “ Comune dei Cittadini” presentò un ordine del giorno che impegnava il Sindaco a convocare un Consiglio Comunale aperto e ad avviare un tavolo di discussione con gli altri Comuni al fine ricercare possibili soluzioni anche a livello sovra comunale. Quell’ordine del giorno, votato all’unanimità, è stato totalmente disatteso. Con altrettanta franchezza ci pare che il Sindaco di Piombino abbia fatto ben poco o nulla di concreto per coinvolgere le altre amministrazioni del territorio. Abbiamo invece assistito alla totale demolizione della sovracomunalità.

Adesso ci ritroviamo a dover scegliere rapidamente cosa vogliamo per il nostro futuro. E’ necessario fare scelte razionali senza fini propagandistici e l’avvicinarsi delle elezioni amministrative certamente non aiuta. E’ sacrosanto lottare per garantire un futuro stabile e dignitoso a migliaia di famiglie e al territorio. Non si può far morire una fabbrica che ha ancora la sua fetta di mercato, ma bisogna anche avere il coraggio di ammettere che non possono sopravvivere settori dello stabilimento che generano perdite di milioni di euro. Non sarebbe utile proprio per la dignità del lavoro che tutti invochiamo. Dobbiamo batterci per mantenere ciò che funziona e affrontare subito ciò che non può più portare risultati positivi. E’ possibile che tutto questo non garantisca interamente l’occupazione. In tal caso l’industria da sola non basterebbe e il territorio dovrebbe darsi progetti all’altezza di una crisi che sembra avere carattere strutturale.

Nella regione tedesca della Ruhr, che conta 53 agglomerati urbani per una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, con l’intervento congiunto di Stato e privati, ma soprattutto con l’attivazione dei fondi europei, si è realizzata una riqualificazione industriale che ha riguardato un’area di 6000 ettari, dove sono stati conservati gli impianti che dovevano rimanere in produzione ma separandoli fisicamente dalle aree interessate dalla riconversione e dalle nuove attività. Sono stati creati 10000 posti di lavoro, 1000 monumenti industriali, 200 musei, 120 teatri, 100 centri culturali e ospitano annualmente circa 250 festival nelle varie città della regione. Altiforni e gasometri non demoliti e messi in sicurezza che attirano centinaia di migliaia di visitatori ogni anno. Altre aree ospitano strutture culturali e attrazioni di fama internazionale che hanno portato la regione ad essere eletta Capitale europea della cultura nel 2010.

Riportando questa esperienza alla dimensione della Val di Cornia non si può non considerare le altre testimonianze storiche di lavorazione del ferro presenti nel territorio; da Populonia a San Silvestro a Piombino racchiudiamo più di duemila anni di storia della lavorazione di questi minerali e potremmo iniziare a pensare che la nostra storia possa diventare anche la nostra ricchezza.

Quando iniziare? Non c’è altra risposta a questa domanda se non “ORA!”. Ci vogliono coraggio, determinazione, fiducia, buon senso e i frutti non si vedranno certamente tra un anno. Ma quando nasceranno potremo averne per sempre».

Daniele Scafaro
candidato Sindaco della lista “Comune dei Cittadini”

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Scritto da il 26.4.2014. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

4 Commenti per “SCAFARO : «E SE INIZIASSIMO DAVVERO A GUARDARE AL FUTURO?»”

  1. Pippo

    Sorry, Mr. Scafaro, tanto ormai siamo abituati a prendere i tedeschi ad esempio… ma tali restano. Perché non siamo capaci, siamo troppo individualisti, profittatori dell’immediato, ciechi quanto a lungimiranza. Sorry, davvero, è una bella favola teutonica che lì si è avverata, qui rimarrà una campagna elettorale ad perpetuum.

  2. Daniele Scafaro

    Salve Pippo (?).
    Capisco le perplessità che può suscitare il pensiero di realizzare qualcosa di simile in Italia ma, personalmente, affronto questa discussione semplicemente per mostrare, in qualità di candidato Sindaco, quale è, dal mio punto di vista, una possibile soluzione alla crisi industriale/occupaziole/economica che sta vivendo la Val di Cornia e non solo.
    Perché non prendere d’esempio le soluzioni di chi ha dovuto e ha saputo rimediare a quelle stesse criticità che oggi stiamo vivendo nel nostro territorio?
    Sono abbastanza giovane, ho voglia di informarmi e di dare il mio piccolo contributo, e ricerco le soluzioni ai problemi laddove questi sono stati risolti.
    Sto sognando? Può darsi.
    Ma non si dica che questa è e sarà soltanto campagna elettorale.
    Questa è un’ OPPORTUNITA’ che se volessimo potremmo cogliere.

  3. Pippo Etrusco

    Egregio Daniele, lei ha colto pienamente e, purtroppo, indirettamente confermato ciò che ho avuto l’impulso di scriverle nel mio primo commento. Non le nego che fa piacere leggere genuina partecipazione da parte di giovani locali (troppo pochi, mi viene da pensare), che è salutare respirare aria pulita (non solo perché l’altoforno è spento) proveniente da persone che hanno una visione lineare e non ancora deturpata da anni di svilimento… fa davvero piacere ma… me lo permetta, pur concedendole tutta l’onestà intellettuale del caso, non le pare che, al di là della non strumentalità della sua posizione personale (su questo non voglio riservare dubbi), l’assurda realtà burocratica, partitica, amministrativa (non solo locale) che si è stratificata nei decenni non possa non rendere noi tutti elettori assolutamente indifferenti e apatici di fronte a paragoni come quello che lei ha sviluppato nell’articolo?

    E, conseguentemente, obbligare chi legge a considerarla (a malincuore, mi creda, perché le darei volentieri tutte le prerogative possibili) solo un’illusa comparsa nella stitica realtà locale? Purtroppo, come vorrei essere in errore, noi non siamo più (lo siamo mai veramente stati?) padroni del nostro territorio, in parte perché questo diritto ce lo siamo tolti da soli, in parte perché il mondo ha avuto un’evoluzione inimmaginabile per noi comuni mortali. Il Governatore Rossi, per farle un esempio elementare, sono certo che non riservasse dubbi sull’assegnazione della Concordia, sull’esenzione dal pagamento dell’autostrada (parte di esso, almeno) a favore dei locali, sulla realizzazione della famosa bretella del porto che oramai dovrebbe aver bisogno di una riasfaltatura, se fosse stata finita quando ce lo dicevano…

    Poi, povero Rossi, pian piano si è sbriciolato, le sue convinzioni sfaldate, le nostre speranze evaporate e con loro la certezza di contare qualcosa, almeno a casa nostra. Tornando a noi, Sig. Scafaro, mi fa piacere che lei si informi, che ritenga opportuno contribuire ai problemi irrisolti, ma sono convinto che se prima l’Italia non trae consiglio (almeno in minima parte) dal SISTEMA tedesco ed elvetico (non solo dai loro successi locali), se prima non sradichiamo (come dicevo nel primo commento) l’insulso individualismo che ci attanaglia e la sudditanza internazionale che ci fa sudditi di casa nostra, cosa vogliamo realizzare? Comunque, un sincero augurio di successo, se lo merita.

  4. Daniele Scafaro

    Condivido le sue parole ma, visto che l’età me lo permette, preferisco continuare a sperare di riuscire, un giorno, a veder ricondotta alla “normalità” e all’efficienza l’assurda realtà burocratica, partitica…. di cui lei parlava.
    I cambiamenti nella storia avvengono; possono aver bisogno di lunghi periodi ma rimane il fatto che possono verificarsi.
    Ha detto bene lei; i diritti ce li siamo tolti noi. Io aggiungo che possiamo anche riprenderceli. Non sarà facile ma ci proveremo.

    Chissà quante volte e quante persone, nei vari Paesi, avranno detto alle Suffragette che non avrebbero mai ottenuto ciò che chiedevano. Eppure, con perseveranza e convinzione, aiutate dai vari contesti storici susseguitisi, sono riuscite a veder realizzato il loro sogno.

    Io ho il dovere morale di iniziare a tracciare il solco per far si che un giorno possano verificarsi quelle correzioni del sistema che abbiamo considerato indispensabili. Se anche sarà mio figlio a godere dei benefici delle mie battaglie sarò felice come se li avessi vissuti io in prima persona.

    La ringrazio per l’augurio e per la piacevole conversazione.

    Buona giornata

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    80 mesi, 27 giorni, 11 ore, 44 minute fa

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