AFERPI: PIOMBINO MUORE, MA NESSUNO VUOLE IL CERINO E NON C’E’ UN PIANO “B”

Cumuli dentro stabilimento Lucchini (Fonte Google Maps)

Piombino (LI) – continua il gioco del cerino nella vicenda Cevital. Il governo non vuole la responsabilità, i sindacati non vogliono la responsabilità, al punto che alla fine sembra quasi che sia colpa del “Camping CIG” se le cose vanno male. Ma Piombino sta morendo, e non potrà vivere ancora a lungo di “Ammortizzatori sociali”, delle vere e proprie “Elemosine di stato”, che toccheranno a sempre meno persone creando di fatto un gruppo di “privilegiati”, mentre per tutti gli altri l’unica alternativa sarà lasciare la città.

Fermare Rebrab, e chiudere questo triste capitolo della storia piombinese, crediamo che sia diventata una priorità per tutta la Val di Cornia. Il sindacato in modo unitario deve insistere con il governo affinchè affronti seriamente la spinosa questione, non con “ricatti incrociati”, ma spostando invece il core business di Piombino da una MONOCULTURA fallimentare, ad una diversificazione che abbia nelle BONIFICHE, nella LOGISTICA PORTUALE e nella NAUTICA i principali settori di espansione.

Contemporaneamente fare un piano urbanistico integrale di Piombino che preveda un cronoprogramma delle nuove opere da realizzare contemporaneamente all’avanzare delle bonifiche, e riprogettare una SIDERURGIA moderna affinchè questa sia davvero competitiva sui mercati.

Riportiamo integralmente i due comunicati di FIM-FIOM-UILM e “Articolo1 – Camping CIG”.

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COMUNICATO SINDACALE RSU AFERPI/PIOMBINO LOGISTICS (ESCLUSA UGL)

Gli operai Lucchini occupano la variante nel 2013

Ancora una volta leggiamo sulla stampa le solite esternazioni di un gruppetto di persone che per il solo fatto di aver costituito un’associazione, si è autoeletto a rappresentanza di chissà quali schieramenti, quando in realtà probabilmente rappresentano solo sé stessi.
Anche nelle recenti elezioni delle RSU sul territorio, hanno scelto di non candidarsi .
Le loro uscite e quelle di altri soggetti, populiste, non hanno mai evidenziato e sostenuto il fatto che Piombino debba tornare a colare acciaio : condizione indispensabile per Fim-Fiom-Uilm. Oggi il soggetto imprenditoriale che deve garantire questo è il gruppo Cevital di Rebrab ,ma se questo non avvenisse, il sindacato rivendica che sia Governo a garantire questa condizione.Prevedere sinergie con altri stabilimenti, senza questa garanzia, potrebbe rivelarsi anche distruttivo per Piombino.

Per questo Fim-Fiom-Uilm hanno già dichiarato uno sciopero generale dei metalmeccanici per il 24 marzo che demarca una linea ben precisa:
o Rebrab entro quella data conferma il piano industriale con al centro la siderurgia e i contenuti richiesti dall’amministrazione straordinaria richiamati nella lettera del 28/12/16, oppure l’interlocutore per realizzare questi obiettivi, per il Sindacato diventa il Governo.

E’ curioso assistere a continue lettere sulla stampa da parte di vari soggetti sempre contro il Sindacato e la RSU.
La situazione è preoccupante e i tempi sempre più stringenti, la necessità di passare dalle parole a fatti concreti è sempre più urgente, ma non possiamo permetterci di perdere la testa facendo danni a tutti i lavoratori.

Tutte le iniziative che abbiamo fatto, dal 2008 ad oggi, sono state fatte nella difesa dello stabilimento, della produzione di acciaio e per tutelare l’occupazione; come evidenzia la relazione del commissario, la proposta di 1860 assunti e di 340 esuberi, fu modificata nella trattativa sindacale e poi accettata dal Governo, modificando l’offerta di acquisto da parte di Cevital.

Proseguendo nella Relazione del Commissario si nota che in presenza di mancato finanziamento del Piano si aprirebbero drammatiche problematiche sociali ed industriali e che, qualunque altra soluzione non può non passare da un accordo con Aferpi per cercare soluzioni idonee gestionali ed industriali. Fim-Fiom-Uilm ribadiscono che nel prossimo incontro al Ministero con la presentazione del Piano dettagliato, occorre che la solidarietà, così come prevedono gli accordi già firmati, sia confermata almeno fino al Luglio 2019 e, visto i ritardi fin qui accumulati e non imputabili ai lavoratori, richiediamo una proroga dell’attuale legge Marzano.

Fim-Fiom-Uilm da sempre hanno messo come loro priorità la salvaguardia di tutta l’occupazione, e se per i diretti questa è rappresentata dalla realizzazione del piano siderurgico, per i lavoratori indiretti diventa fondamentale l’inizio delle opere di smantellamento.

E’ chiaro che l’obiettivo è il lavoro, e per arrivarci, confermiamo la richiesta al Governo, sia di estendere gli ammortizzatori sociali che di reintegrare al 70% la quota dei contratti di solidarietà. Il Sindacato chiede che al prossimo incontro emergano delle novità positive, sia in merito al Piano Industriale, che alla continuità produttiva, agli smantellamenti e alle garanzie di tutela per i lavoratori. Le iniziative, gli scioperi, le manifestazioni devono essere un mezzo che permetta di ottenere dei risultati concreti e non uno sfogatoio per dire abbiamo fatto anche questo, quello non è sindacato è solo demagogia.

SEGRETERIE FIM-FIOM-UILM
Piombino 7 Marzo 2017

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CAMPING CIG: IL 15 MARZO PIOMBINO VA A ROMA. VIA ALLO SCIOPERO GENERALE

L’atteggiamento del sindacato e del governo si fa sempre più preoccupante. Di fronte al pericolo concreto e immediato di possesso definitivo delle aree ex Lucchini, con quella che è ormai quasi certezza del licenziamento della maggior parte dei lavoratori, lor signori continuano a parlare di “pretendere” da Cevital delle linee guida non si sa per cosa né quando che si concretizzino in un piano entro il 30 giugno.

È inaccettabile! Da tempo noi abbiamo sostenuto che il Governo deve intervenire in maniera chiara: annullare il contratto di vendita, garantire la continuità produttiva rilanciando anche in qualità con un nuovo treno rotaie, acquisire direttamente la proprietà del comparto siderurgico (elaborando contemporaneamente un piano per la siderurgia nazionale, con al centro la strategia necessaria a garantire al Paese la capacità di alimentare l’industria meccanica e manifatturiera), avviare gli smantellamenti degli impianti dismessi e soprattutto avviare le bonifiche, non solo per garantire uno sbocco occupazionale immediato, ma anche per allontanare definitivamente lo spettro dell’avvelenamento da prodotti inquinanti per la popolazione, come dimostrato anche da recenti sentenze della magistratura.

Ma anche questo non sarà sufficiente per rilanciare la ripresa del territorio: è indispensabile la preparazione di un “Piano B”, che garantisca il giusto mix di settori produttivi: dal porto alla cantieristica, dall’agricoltura biologica al turismo di qualità.

Nonostante i gratuiti attacchi che subiamo continuamente, noi non ci fermiamo e continueremo sempre a denunciare le incongruenze, le false posizioni, gli opportunismi di chi per anni ha coscientemente mantenuto i lavoratori ed i cittadini nell’ignoranza e che oggi vorrebbe trascinarci inesorabilmente verso il punto di non ritorno!

Diciamo NO a qualunque presa di posizione o anche forma di mobilitazione che sia fuorviante, che continui a proporre Cevital come unica alternativa, che si allinei con la posizione governativa di lasciar correre fino alla tragica conclusione di questa vicenda.

È su questi obiettivi e per spiegare le nostre proposte a tutti i lavoratori e ai cittadini che scenderemo di nuovo in piazza venerdì 10 con un presidio che continuerà fino al giorno 14 marzo. In quelle giornate chiederemo l’adesione dei lavoratori e dei cittadini ad una petizione per organizzare per il giorno 15 una manifestazione a Roma sotto il MiSE ci sia o non ci sia la riunione con Rebrab per obbligare il Governo a:

  • Annullare il contratto con Cevital e riprendere il controllo del comparto siderurgico;
  • Rendere pubblici il contratto di vendita a Cevital e i documenti allegati;
  • Predisporre le condizioni (incluse quelle finanziarie) per un “Piano B” in Val di Cornia;

Nella stessa petizione e con gli stessi intenti, chiediamo che lo sciopero proclamato per il 24 marzo sia uno SCIOPERO GENERALE COMPRENSORIALE.

È NOSTRA INTENZIONE, IL SABATO POMERIGGIO, ORGANIZZARE UN DIBATTITO IN PIAZZA PER COMINCIARE TUTTI INSIEME A DISCUTERE DEI TEMI DEL “PIANO B”, METTENDO INSIEME LE NOSTRE IDEE, LE NOSTRE ESIGENZE.

SOLLECITIAMO FIN DA ORA LE VARIE ASSOCIAZIONI CIVILI, LE FORZE POLITICHE E SINDACALI E LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA, OLTRE AI SINGOLI LAVORATORI E CITTADINI, A PARTECIPARE, METTENDO IN COMUNE LE LORO IDEE E LE LORO PROPOSTE

CI VOGLIONO TOGLIERE IL FUTURO! RIPRENDIAMOCELO CON LE NOSTRE PROPOSTE E LE NOSTRE LOTTE.

Piombino 9/3/2017
COORDINAMENTO ART.1 – CAMPING CIG

Scritto da il 9.3.2017. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

2 Commenti per “AFERPI: PIOMBINO MUORE, MA NESSUNO VUOLE IL CERINO E NON C’E’ UN PIANO “B””

  1. Paolo

    Mah, a me pare che, a questo punto, il cerino lo abbiano anche spento e, svelti svelti, se lo siano nascosto in tasca …

  2. ciuco nero

    rendere pubblico il contratto con cevital… si figuriamoci, così poi si viene a sapere che quello che sta succedendo era tutto programmato. licenziamenti compresi a partire dal primo luglio 2017…come no, come no..

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DA QUANTO TEMPO...

  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    89 mesi, 9 giorni, 14 ore, 18 minute fa

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