EDITORIALE: «SCELTE DI BUON SENSO»

L’EDITORIALE                                   di Giuseppe Trinchini trinchini

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EDITORIALE: «SCELTE DI BUON SENSO»

Corriere Etrusco “numero 64” del 11 luglio 2014.

pale-eoliche

una simulazione della vista da Perelli 3

Sfogliando i giornali e gli atti del Comune di Piombino si osserva un nuovo fenomeno che potrebbe essere riassunto con il termine “tuttologia”, che illustra l’arte del fare tutto insieme.

E così Piombino, complice la crisi alle porte, con un’industria che non dà più le sicurezze garantite negli ultimi 100 anni, ci potrebbe a breve proporre, a poche centinaia di metri in linea d’aria l’uno dall’altro, il nuovo porto con lo smaltimento delle navi militari “all’uranio”, poi i bagnanti che dietro hanno prima la centrale a carbone Lucchini e poi sei belle pale eoliche alte 180 metri ognuna.
Queste vengono intervallate, dopo un tratto di spiaggia attrezzata, da una centrale elettrica ENEL, magari riconvertita anch’essa a carbone, e poi a seguire gli stabilimenti balneari della costa est. Un biglietto da visita “notevole” per un territorio legato all’agricoltura e la natura, con gli agriturismo che dovranno cambiare tutti i depliant, e con gli operatori del turismo balneare che “sono proprio curioso di sentire cosa racconteranno ai propri clienti”.

Passi che la tecnologia ha fatto enormi progressi nel settore della gestione dell’inquinamento, e anche Rimini ha la sua zona artigianale/industriale, ma di sicuro questa non è praticamente sulla spiaggia e non è così invadente come da noi nei confronti delle altre attività e Comuni limitrofi.

Piombino avrà bisogno di rioccupare circa mille persone. Qualcuno ha fatto i conti di come e in quali settori reimpiegarle? E se questo non sarà possibile, ha iniziato a valutare le alternative, o tutto sarà lasciato alla sorte e al naturale corso degli eventi?

Le scelte industriali competono alle imprese, e le scelte di indirizzo spettano alla Politica.

La politica ci deve quindi dire oggi dove “deve” e “vuole” andare Piombino. Non è possibile fare (o peggio dire di fare) tutto e il contrario di tutto, perché non si è credibili davanti agli ipotetici investitori.

Per riconvertire parte di questi territori ad usi diversi da quello industriale, prima vanno fatte le bonifiche: solo Lucchini occupa 440 ettari e già nel piano di bonifica (SIN) attuale risultano già 164 ettari da riportare ad usi diversi da quello adibito alla grande industria; ma ci sono aree in Italia che queste bonifiche le aspettano da almeno 30 anni senza successo.

In tutta questa “fucina di idee” sarà quindi l’ora che qualcuno ci dica chiaramente, e senza se o ma, da che parte bisogna indirizzare il timone non solo della città, ma dell’intero territorio, che coinvolge i Comuni limitrofi della Val di Cornia e Follonica che si potrebbero a breve trovare, tra le altre cose, anche il panorama “vista mare” invaso non più da solo due ciminiere, ma da ben otto torri verso il cielo.

Giuseppe Trinchini

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Scritto da il 11.7.2014. Registrato sotto Editoriali, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

3 Commenti per “EDITORIALE: «SCELTE DI BUON SENSO»”

  1. Astuto Cacciatore

    Caro Giuseppe, sembra che l’unico “buon senso” sia quello di tenere in piedi la rete di potere partitocratica di cui il PD è il fulcro nel nostro territorio. Tutto il resto “è noia” come diceva la canzone. Ci aspettano tempi “bui” in cui la “navigazione a vista” che finora è stata portata avanti non sarà più sufficiente. Una prece.

  2. Luca

    Giusto, non si può andare a milano e Palermo passando dalla stessa strada. O c’è chiarezza oppure ci saranno venti anni di limbo nei quali la Val di Cornia cadra in una delle peggiori depressioni economiche della storia. E se a questa si aggiungerà la crisi nazionale e internazionale allora sì che saremo del “gatto”.

  3. Volevo solo capire chi ha deciso di costruire una centrale a carbone all’interno dello stabilimento Lucchini; Non capisco la costruzione delle torri eoliche a 400 mt. dal mare per una produzione complessiva di 300Mw circa insufficienti anche solo per l’illuminazione di Piombino capirei di più la rimodernizzazione della centrale Enel magari a metano

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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