PIOMBINO: TORNANO SUL CAVALCAVIA LE BANDIERE “TRAFUGATE”

Piombino (LI) – USB, Camping CIG e UGL scrivono in relazione alla rimozione delle loro bandiere dal Cavalcavia di accesso allo stabilimento siderurgico, perché non ritengono concluso lo stato di agitazione dopo la cessione a JSW a differenza dei tre sindacati confederali (FIOM FIM UILM). Riportiamo a seguire gli interventi sull’argomento.

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CAMPING CIG: ANCHE LE NOSTRE BANDIERE A SOSTEGNO DI USB E UGL

lo striscione rimosso dal comune di Piombino

«I tre sindacati maggiori dei metalmeccanici (FIOM FIM UILM) hanno rimosso le proprie bandiere dalla storica postazione del cavalcavia di accesso verso lo stabilimento siderurgico di proprietà JSW Steel., come ad indicare che è cessato lo stato di agitazione e di lotta e si è entrati nell’ era della normale contrattazione con la nuova proprietà.

Qualche mano solerte ed anonima ha tolto anche le bandiere della UGLMet e della USB , che non condividono né la “normalizzazione” né la rimozione delle bandiere.

Noi riteniamo che   gli interrogativi non risolti, come emergono  dalla lettura dei documenti ufficiali ad oggi disponibili  ( vedi la delibera GRT 807 del 16/6/2018 ed allegati) sono tanti e tali che dovrebbero obbligare a continuare la mobilitazione sia verso le istituzioni (che hanno firmato una pericolosa cambiale in bianco) che verso la stessa azienda, che prende tanto  e cede molto poco in termini di certezza dell’occupazione e del rilancio dello stabilimento.

Torneremo quanto prima a motivare ampiamente questo giudizio. Oggi ci preme esprimere solidarietà a USB e UGLMet per il sopruso  di cui sono state vittime: annunciamo che esporremo la nostra bandiera accanto alle loro, a sottolineare che la lotta non è affatto finita.

Ci preme inoltre denunciare lo strisciante clima di censura e chiusura degli spazi di espressione e contestazione che si sta instaurando a Piombino. Da parte delle forze di governo locale e dintorni, si è iniziato con  l’ attacco ai  membri del nostro Coordinamento, rei di aver leso il “decoro” della città con l’ incatenamento  ai cancelli del Rivellino; si è proseguito con la rimozione forzosa dello striscione “Governo: la firma non vola se l’ acciaio non cola”, posto all’ ingresso della città; si è provveduto persino a modificare il regolamento di polizia locale, vietando le manifestazioni nelle zone piu’ significative per le lotte operaie e sociali a Piombino.

Oggi si prosegue, con mano anonima, a trafugare bandiere esposte in una posizione storicamente simbolica per le lotte sindacali. Questo clima non ci piace affatto. Si sta preparando il terreno per far digerire ai lavoratori ed alla città qualsiasi decisione del nuovo “padrone delle ferriere” ?  Facciamo appello ai lavoratori, alle OOSS, ai politici  e ai cittadini fedeli ai valori democratici della Costituzione Repubblicana, perché questa deriva cessi e si inverta».

Coordinamento Art. 1 Camping CIG

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UGL: CHE SCORRETTEZZA TOGLIERE LE NOSTRE BANDIERE

Il logo dell’UGL

In questi anni abbiamo sempre trattato la vertenza Aferpi, volutamente, con molta prudenza senza mai esultare e/o fare tifoseria da stadio. Sicuramente un dato innegabile, come la nostra sigla ha sempre evidenziato, è l’esperienza nel settore siderurgico dell’imprenditore Jindal. Saranno solo i fatti ed il rispetto degli impegni da parte di tutti i soggetti coinvolti, nei prossimi anni, che dimostreranno se Piombino potrà realmente tornare ad essere il secondo polo siderurgico d’Italia. La strada da percorrere è ancora molta e molti sono gli aspetti da approfondire.

Per fare questo occorreranno incontri e confronti ma soprattutto andare a fondo su molte tematiche. Il primo obiettivo non dovrà essere solo quello di tornare a lavorare ma anche come lo si farà. La sicurezza non dovrà mai essere messa in secondo piano e occorrerà trovare il modo giusto per non escludere nessuno dal progetto, sia i lavoratori diretti che quelli dell’ indotto su cui ancora molto è da approfondire.

Un atto incomprensibile, avvenuto in questi giorni al cavalcavia della ex Lucchini , largo Caduti sul lavoro, è stato la scomparsa della nostra bandiera, per noi espressione non solo della lotta per la ex Lucchini, ma anche dell’ aspetto legato alla sicurezza dei lavoratori, tematica, purtroppo, sempre attuale. Sia chiaro che come organizzazione non giudichiamo chi ha tolto la propria bandiera, ma riteniamo scorretto chi si è permesso di togliere le bandiere di altre sigle sindacali . Ogni organizzazione sindacale, nella sua piena autonomia, deve esprimersi liberamente e democraticamente nei modi e nei tempi ritenuti più opportuni.

Segreteria provinciale Uglm

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USB: ATTO GRAVE TOGLIERE LA NOSTRA BANDIERA DAL CAVALCAVIA

Atto grave nei confronti usb: tolta da ignoti la nostra bandiera dal cavalcavia, simbolo della lotta di ogni lavoratore.
Dopo una settimana dall’uscita sulla stampa, dove usb rivendicava che la vertenza dei lavoratori non era finita, è stato compiuto un atto gravissimo nei nostri confronti. Evidentemente la voce di usb è scomoda per qualcuno.

Noi non ci arrendiamo, sanno tutti che la vicenda jindal non è ancora finita, ma qualcuno ci vuole tappare la bocca. Per noi finirà quando l’ultimo lavoratore sarà inserito in un posto di lavoro.

Avvisiamo tutti i lavoratori di non farsi incantare dalle facili promesse, il percorso è ancora lungo e non esistono solo i treni di laminazione, esiste anche un migliaio di lavoratori in CIG il cui futuro non è ancora roseo.

Come USB vigileremo e lavoreremo affinché tutti i lavoratori siano garantiti.
Pensano di intimidirci, ma noi non molleremo e invitiamo i lavoratori a darci ancora più FORZA.

Usb PIOMBINO

Scritto da il 13.8.2018. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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