FABIANI: «IL CORAGGIO DI CAMBIARE» NEL PD DELLA VAL DI CORNIA-ELBA

Il segretario PD Val di Cornia ValerioFabiani

Il segretario uscente PD Val di Cornia ValerioFabiani

Si avvicina il momento dell’elezione del nuovo segretario di federazione Piombino-Val di Cornia-Elba del PD, ed  è iniziata la corsa tra i quattro candidati alla segretaria della federazione del Pd Val di Cornia Elba. Roberto Peria, sindaco di Portoferraio di area renziana, Claudio Capuano, dirigente dell’Autorità portuale e capogruppo del Pd, proposto in prima battuta dai civatiani ma che si propone come segretario di tutti, e Alessandro Barbieri, medico dirigente dell’Asl dell’area Dem, sfidano il segretario uscente Valerio Fabiani che sembra contare soprattutto sui simpatizzanti di Gianni Cuperlo. Abbiamo intervistato con l’occasione Fabiani per capire quali sono le motivazioni che lo spingono a continuare nel ruolo di segretario di federazione.

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Fabiani, lei è il segretario uscente e dopo tre anni si presenta ai suoi iscritti con un documento programmatico dal titolo “Il coraggio di cambiare”. Ci vuole spiegare meglio di quale cambiamento parla?

Parlo di cambiamento vero, che si veda nelle scelte che faremo nei prossimi mesi e anni e che hanno direttamente a che fare la vita delle persone. La crisi è un enorme cambiamento d’epoca, noi dobbiamo governarlo stando dalla parte dei più deboli, per evitare che quel cambiamento ci travolga finendo come sempre per favorire i soliti, le fasce più ricche, quelle che anche nella crisi hanno continuato ad arricchirsi. Quelli che vengono a Piombino, si prendono una grande azienda, la sfruttano e quando hanno fatto i loro affari la scaricano senza farsi tanti problemi… Per farlo, serve cambiare anche le forme della politica. Certo che istituzioni e partiti devono cambiare. Il PD deve cambiare. Ma non si cambia il PD senza prima aver chiarito quale modello di sviluppo e quali servizi alla persona vogliamo, perché il partito è uno strumento, il fine sono le persone e i loro problemi. Non se ne può più di tutte le discussioni autoreferenziali che attraversano il nostro partito, faccio una raccomandazione a tutti noi e un invito anche gli altri candidati alla segreteria: parliamo un pò meno di noi e un pò più dei problemi dei lavoratori, delle imprese e del famoso “Paese reale”.

In questi tre anni sia in Italia che nel nostro territorio ci sono stati cambiamenti a livello economico e sociale che avrebbero messo in difficoltà chiunque. Lei come li ha affrontati?

Sono stati anni difficili, che abbiamo vissuto schiacciati fra la crisi economica da un lato e la crisi della politica dall’altro. Una politica poco credibile è anche una politica più debole nel dare le risposte. Non è stato facile a 26 anni fare i conti con tutto questo. Ma, fra gli errori e le incertezze, la cosa che ho imparato è che nei momenti difficili, quando ti senti impotente di fronte a problemi enormi, la forza che non hai te la garantisce solo una grande organizzazione, una grande comunità, che sono le donne e gli uomini del PD, i nostri volontari, quelli che con generosità e passione ci sono sempre. Io metto a disposizione dei nostri iscritti in questo congresso una proposta politica e programmatica per il territorio che è il frutto del lavoro collettivo di questi anni. La prova che le cose migliori le facciamo aprendoci al confronto e alla partecipazione vera. Per questo abbiamo fatto un laboratorio rivolto agli iscritti insieme a degli esperti, per costruire nuovi strumenti di partecipazione che consentano ai nostri militanti e ai nostri elettori di partecipare non solo quando dobbiamo scegliere una persona, ma anche quando dobbiamo scegliere una politica, cioè fare una scelta o una proposta. Vorrei dare continuità a questo lavoro e vorrei che fosse utilizzato proprio in vista delle prossime elezioni amministrative, per le quali oltre alle primarie per scegliere i candidati a sindaco credo sia opportuno pensare a delle “primarie delle idee”.

Se avesse una macchina del tempo, quali delle scelte che ha fatto in questi anni cambierebbe?

Non saprei, ce ne sono alcune che mi hanno convinto meno o che mi hanno lasciato dubbioso. Certo se avessi avuto una macchina del tempo l’avrei utilizzata più per andare a esplorare il futuro che per ripercorrere il passato. Il futuro ci parla di un territorio che deve ripensarsi; la crisi ed in particolare la crisi della siderurgia cambierà tutto. Noi dobbiamo essere pronti a gestire questo passaggio.

Ci dica 3 cose che si impegna a garantire ai suoi iscritti nel prossimo triennio per convincerli a riconfermarla Segretario di federazione.

Se devo indicarne solo tre, la prima è questa. Abbiamo bisogno di un gruppo dirigente profondamente rinnovato che faccia tesoro delle migliori energie di cui già disponiamo ma che si apra e investa con decisione su una nuova generazione. Siamo ad un passaggio cruciale della nostra storia e noi lo affonderemo solo con la forza e la determinazione di chi ha davanti a se tutta una vita.

La seconda, lo dicevo prima, dobbiamo cambiare i metodi e i meccanismi attraverso i quali si assumono le decisioni. Gli amministratori devono confrontarsi con il partito che a sua volta deve diventare strumento di partecipazione che deve stare nelle mani dei suoi iscritti e dei suoi elettori.

La terza, è un impegno che dobbiamo assumerci tutti solennemente nel nostro congresso. Noi abbiamo bisogno di unità. Unità del PD e unità del territorio, nessuna delle sfide che dovremo raccogliere potrà essere vinta dividendoci, disperdendo le forze, chiudendoci e costruendo steccati fra di noi. Non sono nemmeno tre anni che faccio il Segretario, ma ormai mi sono fatto un idea piuttosto precisa di come siano fatti il PD e il nostro territorio, ne conosco i limiti ma anche le straordinarie potenzialità. Mettiamole insieme, rispettando le differenze, ma riconducendole tutte ad un unico progetto e sono convinto che non ci batterà nessuno. D’altra parte, per una realtà piccola come la nostra, l’unità è la condizione fondamentale per contare e far valere il nostro peso.

Il prossimo triennio per la Val di Cornia si presenta perfino peggiore di quello che è appena passato. Sarà capace di dire no alle sirene della politica e usare la meritocrazia per valorizzare le persone più competenti nell’interesse dei residenti?

Quando la politica funziona è in grado di assicurare competenze e meritocrazia. Basta andare oltre le logiche di corrente, dei gruppi e sottogruppi. La breve storia del PD mi pare che dimostri esattamente questo, sono i patti di sindacato fra correnti per la spartizione del potere che pregiudicano il merito e la qualità delle scelte. Per questo, spero che in questo congresso, ciascuno di noi scelga liberamente, a prescindere dalle preferenze in ambito nazionale, per questo o quel candidato alla segreteria nazionale, ma valutando le proposte di ogni candidato per il nostro territorio.

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Scritto da il 18.10.2013. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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