PIOMBINO: IL COMITATO NON SI FERMA E RILANCIA SULLE BONIFICHE

Giuliano Parodi

Piombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota dal Comitato salute pubblica, che si è riunito giovedì 18 luglio in assemblea, per aggiornare gli iscritti ed i cittadini su quanto sta accadendo a Piombino, sia a livello di sanità che sul tema dei rifiuti e delle discariche.
Il video integrale del convegno di giovedì sera, al quale era presente  anche il Vice Sindaco Parodi (il suo interessante intervento ha inizio a 2 ore e 6 minuti) può essere visto integralmente al seguente indirizzo:

https://www.facebook.com/corriereetrusco/videos/898577417144777/

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«Il Tirreno del 17 luglio 2019 – inizia il comunicato del Comitato Salute – sotto un bel titolo dei suoi (“Tutto fermo, seri rischi di ricadute ambientali”) riferisce che secondo i lavoratori di RiMateria “l’attività industriale è paralizzata, quasi tutti i 46 lavoratori sono in ferie forzate” perché si è in attesa “dell’autorizzazione da parte della Regione per l’uso del cosiddetto cono rovescio”.

Bene, ci teniamo a precisare che è ormai cosa nota che non è per questa ragione che la discarica è paralizzata: la Regione ha già rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) lo scorso 19 Aprile e se RiMateria avesse attuato le prescrizioni che accompagnano ogni AIA a quest’ora avrebbe già potuto cominciare ad accogliere i conferimenti nel cono rovescio.

Perché non sono state attuate le prescrizioni date dalla Regione? Questa domanda andrebbe rivolta ai dirigenti della SpA: abbiamo il sospetto che siano gli stessi motivi per cui la discarica continua a lavorare fuori norma ormai da molti, troppi anni: tirare fuori meno soldi possibile e comunque farlo il più tardi possibile, anche quando si deve adempiere alle prescrizioni. Se invece fosse la Regione, per qualche incomprensibile motivo, ad impedire i conferimenti nel cono rovescio, questo andrebbe senza dubbio dichiarato e motivato.

Per aiutare chi legge a districarsi in questa complicatissima vicenda, forniamo un breve riepilogo:

– il “cono rovescio” fa parte della “4 Variante alle opere di chiusura della discarica di Ischia di Crociano”, già autorizzata con apposita VIA ed AIA dopo che erano state accolte alcune delle nostre osservazioni sul progetto che miravano a diminuire l’impatto odorigeno (sono stati infatti autorizzati solo rifiuti a basso contenuto putrescibile) e ad escludere l’amianto compatto;

– abbiamo sempre chiesto che questi spazi venissero utilizzati per accogliere quanto di non riciclabile fosse stato prodotto dalle bonifiche del SIN di Piombino;

– l’azienda aveva dichiarato che, grazie a queste opere, sarebbe stato possibile:

– ripianare il debito ASIU

– rilanciare la TAP (per trasformare i rifiuti siderurgici in conglomix)

– fornire spazi di discarica per le bonifiche del SIN

– mettere finalmente a norma la discarica, che mancava dei presidi fondamentali;

– in realtà gli unici obiettivi che si sono veramente perseguiti sono stati quello di assicurare utili ai soci privati e la quasi estinzione del debito ASIU. Infatti:

– la TAP non è stata riattivata

– i lavori di messa a norma sono ben lontani dall’essere completati

– la discarica ha accolto solo rifiuti provenienti da altre regioni italiane.

Giuliano Parodi

Con il riempimento del cono rovescio (140.000 metri cubi) il progetto di 4 Variante sarà concluso. Intanto i disagi provocati dai miasmi che si liberano dalla discarica non coperta continuano ad essere insopportabili per tutta la cittadinanza.

Ma torniamo all’impossibilità di conferire rifiuti nel cono rovescio: non crediamo assolutamente che questa dipenda da una “inadempienza” della Regione, che finora ha fatto i salti mortali per concedere alla SpA RiMateria tutto quanto necessario (deroghe, proroghe e agevolazioni varie) ad assicurarle una ragionevolmente serena sopravvivenza. Quindi il motivo va cercato altrove. Dove? Molto probabilmente nel non rispetto da parte di RiMateria di qualcuna delle prescrizioni collegate all’AIA.

Non ci è dato di sapere con certezza di quale prescrizione si tratti, ma… potrebbe essere una polizza fideiussoria da pagare? Molto, molto probabile. E perché non viene pagata? Perché tenere i lavoratori sulla corda, giocando sulla loro paura di perdere il lavoro? Perché fermare tutto e paventare pericoli sanitari inesistenti, visto che la discarica deve continuare ad essere presidiata? Perché paventare ulteriori ritardi nei lavori di messa a norma?

Forse, ma diciamo forse, per avere importanti elementi di ricatto e costringere la città a non opporsi al nuovo progetto di ampliamento, la cui VIA è in fase conclusiva.

Se questo fosse l’intento dei dirigenti della SpA, sappiano che il Comitato ha le idee chiare: la discarica si deve fermare con la 4 variante, non devono essere concessi altri spazi oltre al cono rovescio. La città non è più disposta a cedere al ricatto, né a scendere a compromessi: anche accettare “solo” il rialzo della ex-Lucchini (che significherebbe conferimenti per altri 4 o 5 anni) costituirebbe un compromesso che non farebbe che spostare in avanti il problema, che tornerebbe a ripresentarsi tale e quale nel momento in cui quei nuovi spazi fossero esauriti. Perché altrimenti Navarra e Unirecuperi si starebbero sbranando in Tribunale per aggiudicarsi le quote azionarie?

E a proposito di Navarra e Unirecuperi: per il rinnovo della fideiussione dovrebbero tirarli fuori loro, i soldi. E magari stanno facendo capire che senza avere la certezza di poter contare su tutte le nuove autorizzazioni per i nuovi spazi il gioco non varrebbe la candela e potrebbero davvero decidere di abbandonare l’affare RiMateria. Già: abbandonare RiMateria.

Ve lo ricordate il diritto di recesso entro dicembre 2019? Noi sì.

E cosa succederebbe se se ne andassero? Secondo noi non sarebbe un dramma, anzi: potremmo finalmente mettere in sicurezza l’area delle discariche esistenti.

Ci spiace doverci muovere così, nel regno delle ipotesi, d’altra parte non abbiamo molta scelta: questa situazione non era stata annunciata né nell’ultima assemblea mensile organizzata da RiMateria (a cui sempre partecipiamo) né dal Sindaco nell’incontro che abbiamo avuto con lui soltanto pochi giorni fa.

C’è bisogno di più trasparenza: solo conoscendo la reale situazione della SpA Rimateria la città potrà rispondere all’appello fatto dai suoi lavoratori (che chiedono solidarietà) e allo stesso tempo cercare garanzie per le bonifiche e la difesa del territorio.

Comprendiamo i lavoratori, che da troppo tempo stanno facendo i salti mortali per cercare di rimediare a tutte le mancanze della dirigenza e stanno subendo tutte le scelte sbagliate da questa fatte nel corso degli anni. Per loro dovranno essere messe a punto adeguate tutele per le quali siamo pronti a batterci, ma non possiamo appoggiare un progetto industriale che non ha alcun rapporto con le bonifiche, né col rilancio della siderurgia, che tende soltanto a far fare profitto ai privati e contribuirà a rendere Piombino un polo Nazionale per il trattamento, lo stoccaggio, la spedizione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.

Quindi ribadiamo la nostra posizione: la discarica non deve ampliarsi nemmeno di un altro metro cubo; deve terminare con il cono rovescio, i cui spazi vanno riservati alle bonifiche. Questo non significa la fine di RiMateria – conclude la nota – ma il suo reindirizzo verso l’attività di bonifica».

 

Scritto da il 19.7.2019. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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