PIOMBINO: “IL REFERENDUM E’ CONTRO 3 MILIONI DI MC DI DISCARICA”

il consiglio comunale a Piombino

Piombino (LI) – Domani, 30 agosto 2018 le opposizione in Consiglio comunale a Piombino (Rifondazione comunista, Un’altra Piombino, Ferrari sindaco, Movimento 5 Stelle, Ascolta Piombino) hanno avanzato due ordini del giorno chiedendo due referendum su Rimateria (l’azienda che gestisce l’attuale discarica di Ischia di Crociano e che ha chiesto tramite VIA l’ampliamento a 70 ettari pari a 100 campi di calcio regolamentari).

Il primo referendum richiesto dalle opposizioni intende “consentire alla popolazione piombinese di esprimersi sull’essere d’accordo o meno sul nuovo progetto di Rimateria che prevede la realizzazione nel Comune di Piombino, e particolarmente nell’area di Ischia di Crociano, di una discarica capace di accogliere 2.500.000 metri cubi di rifiuti speciali come previsto dalla richiesta di Via presentata il 30 maggio 2018 alla Regione Toscana”.

Nel secondo referendum l’opposizione chiede al Consiglio comunale di “indire il referendum consultivo, previsto dall’art. 34 dello Statuto della Città di Piombino, allo scopo di consentire alla popolazione di esprimersi sull’essere d’accordo o meno sulla cessione, anche parziale, di quote di proprietà di Rimateria a soggetti privati”, un’operazione che era si prevista nel mandato al management aziendale sin dal 2015, ma che non era nel programma elettorale del sindaco Giuliani nel 2014, e che quindi non ne ha mai avuto mandato in tal senso dai piombinesi.

Le opposizioni chiedono inoltre di “avviare un percorso partecipativo di trasparenza sul piano di sviluppo di Rimateria relativo al tipo di governance, di indirizzo rispetto all’accordo di programma, sui tempi e le modalità di integrazione con la componente privata, sugli assetti territoriali, sulla emergenza economica, sulla vita stessa della società proiettata in una dimensione gestionale dei flussi di materia del territorio della val di Cornia”.

Sulla stampa è apparso un comunicato delle “RSU Rimateria” (che riportiamo integralmente al termine di questo articolo, e che non abbiamo pubblicato prima perchè non inviato alla nostra redazione) al quale risponde una nota del Comitato Salute Pubblica di Piombino. Leggiamolo insieme attentamente.

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COMITATO SALUTE: NON CONTRO I LAVORATORI, MA CONTRO L’ENORME AMPLIAMENTO

Le RSU Rimateria hanno frainteso lo scopo del Referendum che certo non è contro i lavoratori. Il Referendum vuole semplicemente  impedire che il piano industriale di RiMateria si modifichi sostanzialmente e che da ditta specializzata nel riciclo e al servizio del territorio si trasformi in ditta che farà profitti solo con nuovi spazi di discarica: la nuova enorme discarica da 2,5 milioni di metri cubi, a cui vogliono anche aggiungere anche altri 350 mila metri cubi da ricavare con il rialzo della ex-Lucchini come hanno fatto con la ex-ASIU. 

L’ampiezza delle discariche progettate è tale che convoglierà a Piombino rifiuti speciali provenienti dal mercato nazionale, niente a che vedere con le bonifiche o con le esigenze locali! Del resto è quello che è avvenuto fino ad oggi: Rimateria non ha riciclato un solo Kg di rifiuti del SIN ed ha innalzato la vecchia discarica con rifiuti speciali provenienti da tutta Italia, rifiuti che ci hanno ammorbato con odori insopportabili. Il nuovo piano industriale di Rimateria ed il nuovo progetto inviato in Regione dimostrano che si vuole continuare su questa strada: fare  profitti con le discariche. 

Sorprendono poi la vaghezza dei contenuti dell’articolo e le richieste contraddittorie e  prive di fondamento. Come si può affermare che attraverso il nuovo progetto si  risana  un’area dove sono presenti quattro discariche?
Nell’area sono presenti:

1) la ex-ASIU –  rialzata  dopo anni di incurie, sequestrata e poi  dissequestrata per permettere la messa a norma impiantistica – che continua ad accogliere rifiuti ma è prossima alla chiusura,

2) la ex-Lucchini chiusa e coperta che non toccheranno,

3) la ex-Lucchini abbandonata che vogliono riattivare e rialzare,

4) circa 180.000 metri cubi,  raccolti ordinatamente in cumuli di materiali siderurgici, per la maggiore parte 

Tutti i lavori che intendono fare non possono definirli bonifica;  semplicemente rialzano una vecchia discarica e liberano il terreno dai cumuli per costruirvi sopra una nuova discarica. Non bonificano, bensì creano 2.850.000 metri cubi di discarica da dedicare agli speciali provenienti da fuori.

RiMateria poteva mettere in sicurezza le vecchie discariche di Poggio ai Venti e  poteva bonificare la zona di Città Futura (per  entrambe  il Comune ha già le risorse) . I nostri rifiuti urbani  vanno a Grosseto e sono gestiti da SEI Toscana. Le RSU dovrebbero chiedere conto a chi ha la responsabilità di queste scelte, anzichè puntare il dito contro chi difende il territorio e la salute di tutti.

In merito, poi, al ciclo siderurgico le RSU fanno affermazioni prive di senso:  i rifiuti da forno elettrico, nelle industrie siderurgiche moderne vengono trasformati,  direttamente all’interno del ciclo produttivo,  in materie rivendibili. Nel citato accordo di programma le forze politiche di maggioranza (le uniche che hanno avuto voce in capitolo) non sono riuscite a mettere nessun vincolo a JSW Steel affinché costruisca davvero i forni elettrici;  anzi se fra due anni in base alle analisi di mercato vi rinuncerà non avrà nessun pegno da pagare, gli resteranno le concessioni portuali e una amministrazione sempre pronta a cambiare la pianificazione territoriale.

Ma per le RSU le forze di opposizione avrebbero dovuto obbligare JSW Steel nell’accordo di programma a utilizzare RiMateria come principale soggetto a cui affidare la gestione di bonifiche, demolizioni, riciclo, gestione rifiuti! Forse non sanno che le forze di opposizione non hanno alcuna voce in capitolo e  che l’acciaieria è di un privato? Forse non sanno che i rifiuti speciali non sono come gli urbani soggetti a privativa? JSW Steel se mai avrà bisogno di far gestire ad altri i propri rifiuti si rivolgerà al mercato scegliendo la migliore offerta. Questa è la logica dei privati.

I lavoratori non devono avere nulla da temere da chi come noi vuole che RiMateria rimanga pubblica e con finalità legate alla funzione sociale che ogni impresa deve avere. Una discarica di quel tipo (2.850.000 metri cubi, più grande della piramide di Cheope!) ed una attività di discarica conseguente, non è ambientalmente sostenibile ne è economicamente vantaggiosa per la nostra zona. RiMateria ,lo dice il nome stesso ,può fare altro ed ai lavoratori può essere assicurata una prospettiva sicura anche senza dedicarsi a fare  solo discarica sotto il controllo dei privati.

Comitato di Salute Pubblica

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RSU RIMATERIA: LA POLITICA MARKETING FRA OSSIMORI, PARADOSSI, CONFUSIONE E PLEBISCITI

Il nuovo ampliamento della discarica: In verde i confini della discarica attuale (premi per ingrandire)

I rifiuti sono una risorsa, si dice. La Germania lo dimostra (ma anche l’Austria, la Svizzera e molte altre nazioni europee) cui noi inviamo da decenni, anche da Piombino, i nostri rifiuti, anche pericolosi. E con queste “risorse/rifiuti”, soprattutto in Germania, si sono risanate intere aree industriali ed ex industriali. Ci sarà un motivo se queste “risorse/rifiuti” non vanno dalla Germania all’Italia, ma invece vanno al contrario.

I più accaniti sostenitori del salto logico “rifiuti zero”, promotori anche di una proposta di legge dallo stesso titolo, dove governano continuano ad “esportare risorse” a tutto spiano. Hanno chiesto più volte di esportare le loro risorse anche a Piombino in RIMateria , dove invece, gli stessi, non vogliono “risorse da fuori”. Ma in mancanza di risposte positive da RIMateria comunque le loro “risorse” le inviano (anche) a Piombino dove, attraverso il porto (proprio cola’ dove piu’ volte si è detto sentirsi il puzzo della discarica di RIMateria) vengono spedite all’estero. L’altruismo piombinese si è fatto assai generoso: niente “risorse da fuori” ma tutte le nostre risorse da gestirsi correttamente vadano fuori. Dall’amianto alle scorie siderurgiche, dalle polveri di altoforno……alla carta, alla plastica, al vetro, ecc…

E poi, anche quando riciclate quelle “risorse/rifiuti”a loro volta producono “risorse/rifiuti”. Ovvero il riciclo, essendo un processo industriale, non azzera ma ri-produce rifiuti. RIMateria, oltre che risanare un “buco” finanziario senza attingere alle tasche dei cittadini, sta risanando ambientalmente e riqualificando paesaggisticamente un’area dove sono presenti quattro discariche di cui una abusiva esattamente con quelle “risorse/rifiuti”. Sarebbe meglio aspettare chi non viene (le bonifiche) e nel frattempo inveire contro e rendere disoccupati altri 50 lavoratori? Curioso.

Ci saremmo aspettati dalle forze politiche tutte, a venti anni dalla nascita della Tap, una battaglia affinche’ nell’accordo firmato dal nuovo governo come dalla regione e il comune, si fosse reso cogente il Ruolo di RIMateria. Invece ci ritroviamo un attacco monomaniacale contro il suo progetto.

Curioso che il coro policromatico trasversale dei “rifiuti zero” contro qualsiasi importazione dei “rifiuti da fuori” sia totalmente silente di fronte alla prospettiva, unanimemente condivisa, di importare “da fuori” e in un anno cio’ che per risanare l’area di 70 ettari si importerebbe in 15 anni. Un forno elettrico infatti è, a tutti gli effetti, un impianto di riciclo di rifiuti e il rottame è un rifiuto di nome e di fatto. La prospettiva di tornare a produrre tre milioni di tonnellate di acciaio con forni elettrici, da nessuna forza politica contrastata, significa dunque importare più o meno la stessa quantita’ di rifiuti/rottame. E, sia chiaro, in ossequio al principio inderogabile che “non esistono pasti gratis”, la gestione del rifiuto/rottame non è affatto più semplice della gestione del rifiuto da riciclo della carta. Senza contare che il rifiuto da riciclo del rottame (ovvero dalla produzione di acciaio da forno elettrico) ammonterebbe, a sua volta, a diverse centinaia di migliaia di tonnellate/anno. In parte riciclabili e in parte smaltibili. Piombino avrebbe sia impianto di riciclo che impianti di smaltimento sotto il controllo pubblico: RIMateria, appunto!

E qui la confusione raggiunge l’apice. Il buco all’Asiu lo ha fatto il pubblico ma non si vuole il privato neanche in posizione subordinata. E, udite udite, contemporaneamente il colpo di genio del nuovo secolo a Piombino sarebbe proprio quello di far saltare il progetto RIMateria con la inerziale e logica conseguenza di far gestire tutta la partita dei rifiuti (dalle bonifiche alle demolizioni, dal riciclo allo smaltimento) interamente al privato Jindal.

Non c’è che dire: una vera alternativa radicale! Tutti uniti appassionatamente (neri, azzurri, gialli verdi e sedicenti rossi) in un triplo salto democraticistico carpiato in nome dell’ascolto, della salute e dell’ambiente per tornare a quel ‘900 dal quale invece converrebbe emanciparsi. Ma in tempi di politica marketing, ai sedicenti rivoluzionari come agli oggettivi reazionari, non viene neanche il sospetto che in questo abbrasson nous ci sia qualcosa che non torna e che non è lavabile da plebisciti. Nel caso i plebisciti, per esser tali, non sono applicabili a singole parti, ma al tutto.

Rsu RImateria

 

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Scritto da il 29.8.2018. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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