SANITA’: DI QUALE RETE OSPEDALIERA ABBIAMO DAVVERO BISOGNO?

Piombino (LI) – Giovedì 28 giugno alle ore 21 presso il Centro Giovani di Piombino in Via della Resistenza n°4 si terrà un interessante incontro organizzato dal Comitato Salute pubblica di Cecina in collaborazione con quello di Piombino a pochi giorni dall’avvio della nuova Società della Salute Val di Cornia-Val di Cecina. Molti gli ospiti partecipanti provenienti da alcuni comitati di Salute pubblica italiani, che faranno il punto della situazione nazionale, regionale e locale dopo la fusione delle due società della salute di Cecina e Piombino.
«In aprile è stato illustrata alla cittadinanza – inizia la nota degli organizzatori – la proposta di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari del maxi distretto che unisce Bassa Val di Cecina e Val di Cornia, a cominciare dall’ospedale unico articolato sui due presidi di Cecina e Piombino. Secondo i vertici ASL e i sindaci del PD è una proposta funzionale ad aggirare il famigerato decreto Balduzzi, il quale stabilisce che in un bacino di utenti minore di 80mila unità è previsto l’ “ospedale di prossimità” e cioè “poco più di un poliambulatorio” diceva il presidente Rossi qualche anno fa; mentre mettendo in rete i due ospedali si manterrebbero tutti i servizi che abbiamo oggi ed anzi vengono annunciati anche dei miglioramenti, per scoprire poi che sono a discapito di servizi fondamentali, come il caso della senologia a Cecina che è scoppiato nei giorni scorsi.
 
Di più ampia portata sono i “progetti sperimentali” per abbattere le liste di attesa che si stanno praticando nella nostra regione e che segnano un ulteriore passo verso la privatizzazione nella gestione della specialistica e della diagnostica, col depotenziamento del servizio pubblico e un debole controllo della qualità delle prestazioni. Ben altre sarebbero le misure necessarie per abbattere le liste di attesa: garantire il turn over, stabilizzare il personale precario, garantire il pieno utilizzo delle strutture e attrezzature presenti nel pubblico, sottoutilizzate per carenze di personale.
 
Ben altre anche le misure per evitare visite e prestazioni inutili, come ad esempio attuare quanto previsto dalla stessa Regione Toscana nei piani sociosanitari, con la creazione delle Case della salute che, con la compresenza di medici di base e specialisti, potrebbero offrire risposte più adeguate ai bisogni dei cittadini. Di fronte alle difficoltà che incontrano i cittadini nel curarsi, i sanitari nel portare avanti i loro lavoro, gli appalti al privato, il ritorno al sistema mutualistico … è necessario creare una rete di cittadini e lavoratori che abbia come obiettivo il miglioramento della salute collettiva attraverso la centralità della prevenzione, la difesa e il miglioramento del servizio sanitario pubblico, l’universalità dell’accesso alle cure.
 
Di tutto ciò ne discutiamo – conclude la nota –  giovedì 28 giugno coi comitati della provincia di Livorno. Sarà ospite anche un esponente del Coordinamento di lotta per la salute campano che sta sperimentando nuovi strumenti di azione popolare».
 
Scritto da il 27.6.2018. Registrato sotto Foto, sociale, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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