SANITA’: DI QUALE RETE OSPEDALIERA ABBIAMO DAVVERO BISOGNO?
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«In aprile è stato illustrata alla cittadinanza – inizia la nota degli organizzatori – la proposta di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari del maxi distretto che unisce Bassa Val di Cecina e Val di Cornia, a cominciare dall’ospedale unico articolato sui due presidi di Cecina e Piombino. Secondo i vertici ASL e i sindaci del PD è una proposta funzionale ad aggirare il famigerato decreto Balduzzi, il quale stabilisce che in un bacino di utenti minore di 80mila unità è previsto l’ “ospedale di prossimità” e cioè “poco più di un poliambulatorio” diceva il presidente Rossi qualche anno fa; mentre mettendo in rete i due ospedali si manterrebbero tutti i servizi che abbiamo oggi ed anzi vengono annunciati anche dei miglioramenti, per scoprire poi che sono a discapito di servizi fondamentali, come il caso della senologia a Cecina che è scoppiato nei giorni scorsi.
Di più ampia portata sono i “progetti sperimentali” per abbattere le liste di attesa che si stanno praticando nella nostra regione e che segnano un ulteriore passo verso la privatizzazione nella gestione della specialistica e della diagnostica, col depotenziamento del servizio pubblico e un debole controllo della qualità delle prestazioni. Ben altre sarebbero le misure necessarie per abbattere le liste di attesa: garantire il turn over, stabilizzare il personale precario, garantire il pieno utilizzo delle strutture e attrezzature presenti nel pubblico, sottoutilizzate per carenze di personale.
Ben altre anche le misure per evitare visite e prestazioni inutili, come ad esempio attuare quanto previsto dalla stessa Regione Toscana nei piani sociosanitari, con la creazione delle Case della salute che, con la compresenza di medici di base e specialisti, potrebbero offrire risposte più adeguate ai bisogni dei cittadini. Di fronte alle difficoltà che incontrano i cittadini nel curarsi, i sanitari nel portare avanti i loro lavoro, gli appalti al privato, il ritorno al sistema mutualistico … è necessario creare una rete di cittadini e lavoratori che abbia come obiettivo il miglioramento della salute collettiva attraverso la centralità della prevenzione, la difesa e il miglioramento del servizio sanitario pubblico, l’universalità dell’accesso alle cure.
Di tutto ciò ne discutiamo – conclude la nota – giovedì 28 giugno coi comitati della provincia di Livorno. Sarà ospite anche un esponente del Coordinamento di lotta per la salute campano che sta sperimentando nuovi strumenti di azione popolare».