LEGAMBIENTE: NESSUNA RISPOSTA SU CUMULI, BONIFICHE E CAVE

logo_legambientePiombino (LI) – Il 1° Luglio l’associazione Legambiente aveva organizzato una iniziativa pubblica “DA PROBLEMA A OPPORTUNITA’ – Flussi di materia, bonifiche, riciclo delle scorie siderurgiche e risanamento del distretto estrattivo della Val di Cornia”, temi intrecciati tra di loro da decenni e da decenni ignorati nella loro interconnessione. Alcuni interrogativi, che l’associazione ha posto in quella sede,  continuano ad essere ancora senza risposta, per cui Legambiente ha deciso, vista l’importanza per la Val di cornia dei temi trattati, di chiedere precisazioni hai massimi organi istituzionali.

Per questo ha inviato una lettera aperta al Sottosegretario di Stato Ministero dell’Ambiente on. Silvia Velo, all’ Assessore all’Ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni, all’ Assessore Infrastrutture, urbanistica Regione Toscana Vincenzo Ceccarelli, al Sindaco del Comune di Piombino Massimo Giuliani, all’Assessore all’Ambiente del Comune di Piombino Marco Chiarei e al Sindaco del Comune di Campiglia Maritima Rossana Soffritti per avere i chiarimenti richiesti.

Le domande vertono sui cumuli all’interno dello stabilimento Lucchini/Aferpi, sulle bonifiche e sulle cave per attività estrattiva che devono chiudere (ma i rinvii durano da 10 anni) nel 2018.

Argomento 1 Cumuli:

una immagine dei cumuli Lucchini

una immagine dei cumuli Lucchini

Dalla relazione introduttiva:

“Ora occorre ripartire proprio dal risanamento come fattore di rilancio economico, risanare le aree industriali e il distretto estrattivo delle colline Campigliesi.

Un radicale risanamento delle aree industriali è fondamentale per favorire l’insediamento di nuove imprese in’un’area così vicina al porto e con enormi potenzialità se dotata di infrastrutture, ma può dare anche una risposta di occupazione immediata a persone che hanno perso il lavoro in questi ultimi anni…

… Per iniziare il risanamento occorre trovare quanto prima quantomeno i soldi per togliere i cumuli stoccati in modo incontrollato (come dice l’APQ) presenti nell’area, altrimenti non si può fare neanche il percorso di messa in sicurezza. Recita infatti l’ Accordo di Programma “Disciplina degli interventi per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino” del 24.04.2014: ” si evidenzia che la rimozione dei cumuli di materiali/rifiuti presenti sia sulle aree private che su quelle in concessione condiziona l’attuazione e l’efficacia delle attività di messa in sicurezza. Pertanto, si ritiene necessario e prioritario concordare con il soggetto privato un programma di rimozione dei cumuli in modo da poter disporre effettivamente delle aree per gli interventi di messa in sicurezza”.

A questo proposito vediamo come positivo il decreto dirigenziale della regione T. che avvia il procedimento per l’individuazione del soggetto responsabile della contaminazione, ma ancora non capiamo da dove devono venire i fondi per intervenire in danno e soprattutto quali saranno i tempi. La variabile tempo, così trascurata su tutto lo scibile dell’APQ, lo è ancor di più sulle bonifiche.”

 

Veniamo quindi a chiedere di rispondere a questa domanda del reperimento dei fondi per intervenire in danno, quale percorso istituzionale si vuole seguire e soprattutto quali saranno i tempi che si possono prevedere per rendere disponibili i soldi, attivare appalti e arrivare all’obiettivo dell’asportazione di questi materiali.

 

Argomento 2 Bonifiche

Lo stabilimento piombinese

Lo stabilimento piombinese

Dalla relazione introduttiva:

“La relazione Arpat inserita nell’accordo di programma parla di impermeabilizzazione delle aree, successivamente all’asportazione degli hot spot nei suoli (il cui intervento è a carico del privato incolpevole). Lo stesso APT ne parla, ma poi non ci sono decisioni a riguardo.

Questo risanamento non può essere una cosa superficiale, ma deve adottare le migliori tecniche suggerite anche dai rapporti Arpat. E’ fondamentale se si vuole utilizzare queste aree per creare posti di lavoro e iter veloci per l’insediamento di aziende.

Si evidenzia come forte contraddizione la proposta Aferpi di una generica tombatura delle aree da bonificare. Chiediamo spiegazioni sugli indirizzi politici alle varie istituzioni qui presenti, soprattutto a chi è presente alle conferenze di servizio.”

 

Veniamo quindi a chiedere quali siano le indicazioni e gli indirizzi in discussione alla conferenza di servizio sulle modalità per effettuare le bonifiche.

 

Argomento 3 Cave

Le cave del campigliese nel 2010

Le cave del campigliese nel 2010

Dalla relazione introduttiva:

” Comunque il risanamento è fatto di tante cose collegate fra di loro come il riciclo dei rifiuti industriali per prodotti in sostituzione dei materiali di cava, per questo necessita che le autorizzazioni all’attività estrattiva, le regolamentazioni e le tariffe regionali, siano in correlazione con il riciclo dei materiali che possono sostituire gli inerti naturali…

Innanzitutto una maggiore tassazione e la tassazione sia usata per favorire il riciclo… Poiché parte del contributo va nelle casse della Regione, questa provvederà come ha già fatto dal 2012 in poi, a inserire una voce nella finanziaria del 2017. E’ questo quindi il momento di rivedere con la Regione tutti i criteri di quantificazione del contributo stesso… Se si percorrerà questa strada sarà bene tenere conto che la L.R. 35/2015 continua a prevedere un contributo massimo di €/TN 4,20 che, riportato a metri cubi, porterebbe il contributo massimo ammissibile a €/mc.10,50 contro i ridicoli €/mc. 0,48 di oggi“.

 

Legambiente quindi chiede quali siano le intenzioni e le future direttive della Regione Toscana, di concerto con il Comune di Campiglia M. di agire sui piani estrattivi e sulle tariffe per favorire il riciclo.

Scritto da il 13.7.2016. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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