CARSAL: ORA LA STRUTTURA E’ DIVENTATA «COSA» LORO

Il lucchetto chiuso dell'Ex Carsal a Piombino

Il lucchetto chiuso dell'Ex Carsal a Piombino

Il lucchetto oggi chiuso all’Ex Carsal di Piombino

Piombino (LI) –  Dopo le recenti polemiche sfociate negli ennesimi insulti e minacce il 2 maggio 2016 tra residenti e occupanti la struttura pubblica (e che non erano certo i primi, come può testimoniare il nostro articolo del 30 luglio 2015) e il successivo taglio dell’erba effettuato dal Comune di Piombino a carico della collettività il 5 maggio scorso a causa dell’evidente rischio sanitario presente nell’area, siamo tornati oggi a far visita agli abitanti del Carsal, ma abbiamo trovato una brutta sorpresa: il cancello della struttura era chiuso con il lucchetto, e alla stessa è attualmente impedito l’accesso.

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il taglio dell’erba del 5 maggio 2016

Abbiamo quindi fatto un po’ di domande in giro, e abbiamo scoperto che il lucchetto è stato apposto dopo il taglio dell’erba e che i cinque residenti dentro il Carsal (due italiani e tre stranieri, sempre secondo la nostra fonte) ormai considerano la struttura casa loro. Cioè non più un punto di prima assistenza per le emergenze, ma un vero e proprio “condominio”, dove queste persone soggiornano stabilmente, e tutti i costi sono a carico della collettività.

 

La struttura del Carsal (foto d'archivio)

la struttura del Carsal nel 2001

Vogliamo ricordare però a questo punto che il Carsal era nato per tutt’altro scopo, e solo l’ultima ristrutturazione del 2001 era costata più di trecento cinquanta milioni di lire di soldi pubblici, destinati ai portatori di Handicap.

 

La struttura infatti era stata completamente ristrutturata e inaugurata con una bella cerimonia il 18 dicembre del 2001. I lavori di ristrutturazione dell’immobile (la parte tecnica fu gestita dal Comune) erano durati alcuni mesi, dopo di che il Carsal fu ceduto all’Asl per arredarlo, e renderlo più accogliente per i 12 soggetti, alcuni con handicap grave, che allora lo frequentavano. Il costo dell’operazione di 350 milioni di lire (180.759,91 euro), erano arrivati direttamente dalle casse della Regione Toscana attraverso i finanziamenti della legge sull’handicap.

Il Carsal di via Gori apparteneva alla Asl dagli anni Ottanta e in questi anni aveva subìto una serie di trasformazioni legate al cambio delle leggi: nato come centro di addestramento professionale, nel 2001 era in grado d’offrire ai suoi ospiti una terapia occupazionale e relazionale. Dal 1999 il centro era gestito dalla cooperativa «Quadrifoglio», ed era aperto dalle ore 8 alle ore 18, con un orario più lungo rispetto al passato, rappresentando un servizio in più di aiuto sia ai soggetti che lo frequentavano sia alle famiglie. All’interno del Centro gli ospiti potevano effettuare una serie d’attività, anche grazie all’aiuto di associazioni e dei sei operatori Asl che qui vi lavorano: vetro soffiato, carta, cucito, ricamo, uncinetto, pittura.

Dopo la chiusura del centro alla fine del 2011 i soggetti con handicap e ritardo mentale che vi soggiornavano furono trasferiti al “diurno” a Venturina, con un aggravio di costi e sacrifici per le famiglie di queste sfortunate persone.

«La chiusura – sottolineo a febbraio 2012 Giuseppe Guarna, allora presidente del Comitato di partecipazione della Val di Cornia, organo della Società della salute – del centro diurno Carsal di Piombino (costo di 190 mila euro annui), è stata decisa senza che fossimo coinvolti né informati. Gli utenti sono stati spostati in altri centri, con estremo disagio logistico».

Il 15 giugno 2012 crolla una palazzina al numero 88 di Via della Repubblica a Piombino, e le otto famiglie, 31 persone, tra cui donne e diversi bambini, furono immediatamente fatte allontanare dai loro appartamenti e alloggiate nei locali dell’ex Carsal da pochi mesi liberato dai suoi inquilini legittimi, i portatori di handicap.

L’amministrazione comunale, dopo aver affrontato l’emergenza, nei giorni successivi fece alcune verifiche per le possibili alternative in un quadro, comunque, complicato dal punto di vista della disponibilità di alloggi. Infatti le famiglie sono rimaste praticamente tutte li fino al 2015, quando sono stati inaugurati gli appartamenti di Via della Pace di fronte ai licei. Risiedono attualmente dentro la struttura, sulla base di quanto comunicatoci, 5 persone: due italiani e tre stranieri.

Il 7 maggio 2016 il sindaco Massimo Giuliani sui social networks ha così commentato:
«Una situazione di disagio a cui stiamo dando risposte immediate e che monitoreremo attentamente, lavorando insieme al comitato dei cittadini residenti per una risoluzione efficace e duratura alle criticità rilevate».

Crediamo anche noi che  sia ormai giunto il momento di una risposta concreta da parte della politica per una struttura pagata dai cittadini,  e che oggi, dopo troppi anni, dovrebbe tornare a servizio e beneficio di tutta comunità.

Scritto da il 14.5.2016. Registrato sotto Foto, sociale, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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