LUCCHINI – CEVITAL: AZZERATI GLI ACCORDI DI SECONDO LIVELLO?

Una pagina della lettera inviata da Cevital ai sindacati

Una pagina della lettera inviata da Cevital ai sindacati

Piombino (LI) – Nuovo risvolto nella complessa trattativa per il riavvio del complesso industriale piombinese. Cevital avrebbe inviato ai rappresentanti sindacali una lettera dove si legge che la multinazionale algerina garantisce ai dipendenti riassorbiti «il mantenimento occupazionale per la durata di due anni dalla data dell’atto notarile di cessione» (che non è stato ancora firmato, ndR) e che «l’operazione, ove perfezionata, interesserà i dipendenti individuati nominativamente» ovvero una riassunzione a chiamata inviduale dove il riassunto dovrà sottoscrivere un verbale di accordo per accettare il contratto nazionale senza il mantenimento degli accordi di secondo livello.

Una posizione che impensierirebbe i sindacati che si vedrebbero privi di un reale potere di manovra nella contrattazione locale, ben sapendo che i cassaintegrati firmeranno questo accordo pur di riavere il posto di lavoro. E fioccano anche le prese di posizione delle forze politiche. Nell’incontro di venerdì scorso Cevital ha precisato che i riassunti saranno 1.860 tra Lucchini e Lucchini servizi, vale a dire circa 300 persone in meno (che presumibilmente resteranno in carico alla procedura) rispetto agli organici attuali ed è stato ribadito che inquadramento e mansioni saranno mantenuti, ma gli accordi aziendali saranno azzerati. Il confronto ripartirà da qui.

Intanto Cevital – stando a quando scritto oggi dal Sole 24 Ore – ha incassato dalla Banca d’Algeria il via libera al trasferimento dei propri capitali per finanziare l’operazione Lucchini: il gruppo si appresta a lanciare un prestito obbligazionario sulla Borsa di Londra)e prosegue il suo percorso verso l’acquisizione definitiva degli asset toscani del gruppo siderurgico. I capitali in arrivo dal Nordafrica serviranno a finanziare un piano di investimenti che potrebbe arrivare fino ad una soglia massima di 1,5 miliardi di euro.

La richiesta di maggiore dettaglio sul piano industriale avanzata dai sindacati è stata solo parzialmente accolta. La multinazionale algerina ha dettagliato le operazioni da mettere in cantiere nella cosiddetta «fase 1» del piano di rilancio che, nelle intenzioni, andrà da aprile di quest’anno fino a fine 2015 (in una seconda fase saranno invece installati i due forni elettrici) senza però lasciare trapelare nessuna indicazione ufficiale su risorse e tempistiche. L’obiettivo è il ripristino della produzione a caldo con una produzione di 2 milioni di tonnellate. Cevital intende completare e revampare il laminatoio barre Tmp, per portarlo a una produzione di 600mila tonnellate.
Uno dei primi interventi da porre in atto è, poi, l’acquisto di un forno di riscaldo. Il laminatoio vergelle sarà revampato con l’eventuale aggiunta del bordione (è un altro tipo di laminato, tipo vergella, stoccato in rotoli) con una capacità totale di 600mila tonnellate. Sempre in questa prima fase saranno avviati i lavori delle fondazioni forno-colate continue, sarà revampato il treno rotaie, sarà costruito il capannone dell’acciaieria e sarà acquistato un treno rotaie nuovo da 600mila tonnellate.

I rappresentanti di Cevital hanno inoltre affermato che la produzione di rotaie è considerata prioritaria. In ordine di importanza, nel mix produttivo, ci sono poi gli acciai speciali: la parte dei prodotti ordinari è considerata un complemento per raggiungere la saturazione completa della capacità produttiva dei laminatoi.

Andrea Panerini

Scritto da il 4.3.2015. Registrato sotto Economia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

3 Commenti per “LUCCHINI – CEVITAL: AZZERATI GLI ACCORDI DI SECONDO LIVELLO?”

  1. Mario

    Forse qualcuno non lo ha ancora capito ma nessuno è obbligato a pagare stipendi a persone che se ne stanno a casa.
    Solo in Italia succede.
    Quello che è scritto nella lettera è la cosa più ovvia che ci sia.
    Ma scusate io compro un azienda fallita e invece di farla ripartire, anche solo parzialmente, sono obbligato a riassumere tutti i dipendenti anche di reparti che non sono ancora in funzione???
    A pagare loro lo stipendio senza lavorare perchè c’è una fabbrica chiusa da far ripartire???
    Chiamerò al lavoro gli operai che mi servono gli altri se ne staranno a casa in cassa integrazione o solidarietà pagati dallo stato, mi sembra ovvio.
    Devo mantenere accordii sindacali stipulati quando a fine anno a “babbo morto” lo stato versava soldi in cassa???
    L’alternativa era chiudere o vendere al gruppo indiano, che ancora più realisticamente prendeva solo i laminatoi e al limite 500-600 persone.
    La mobilità c’è in tutte le aziende, vedere il caso Enel dove sono stati costretti ad andare a lavorare nelle altri centrali, si perchè Enel ha centrali in Italia e se non ce le aveva???
    La cosa assurda è che i sindacati continuano a promettere cose inesigibili perchè il loro interlocutore è l’unico disponibile ad investire a Piombino.
    Prendere o lasciare; l’unico potere di trattativa ce l’ha Cevital; si potere di fare quello che vuole con buona pace dei piombinesi, sindacati e politici.

  2. Andrea

    Sono estereffatto.
    Basito dalle parole contenute in questa lettera.
    Possibile che nessuno dei “campeggiatori” si sia preso la briga di rileggerla prima di proclamarla?
    Una serie di pretese, diritti, lamentele ma nemmeno una richiesta di lavoro?
    Anzi, una “concessione” di prodigarsi il attivita’ socialmente utili ma SOLO a patto che vengano concesse le suddette richieste?
    Ferie? Che sappia io le ferie sono un diritto si, ma avrei ritenuto molto piu opportuno un cenno all’incapacita’ di molti di fare spesa.
    20% 30% in piu’ per cosa? Signori, quel 20% 30% in piu’ che voi richiedete (senza sapere che tra 20% e 30% c’e’ un’enorme differenza)
    non vengono dalle tasche del Principe Giovanni per giustizia di Robin Wood, ma dalle tasche di altrettanti lavoratori dipendenti che si spaccano
    la schiena nei campi, invece di fare i campeggiatori in mezzo alla strada.
    Anche io sono Piombinese, tuttavia mi dissocio da tanta ostinata ignoranza.

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