EDITORIALE: QUANDO TUTTI ASPETTANO BABBO NATALE

L’EDITORIALE                                   di Giuseppe Trinchini trinchini

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EDITORIALE: QUANDO TUTTI ASPETTANO BABBO NATALE

Corriere Etrusco “numero 92” del 20 febbraio 2015.

Piombino è una città che per troppi anni è stata abituata agli aiuti di Stato al punto che, nonostante Cevital sia il terzo “padrone” privato, dopo il gruppo russo Severstal e gli italiani Lucchini, anche da quest’ultimo la città aspetta soluzioni per i problemi, oramai cronici, che questo territorio si trascina da troppi anni senza soluzione.

C’è il problema ad esempio della quarta discarica da realizzare a Piombino sull’area LI53 contigua all’attuale, che sembra faccia parte di quella superficie, di oltre 354 mila metri quadrati che nel 2007 fu sequestrata dalla Guardia di Finanza. L’amministratore unico di ASIU vorrebbe che detta area fosse opzionata da Cevital per poi bonificarla tramite la TAP producendo il “Coglomix” che è una specie di cemento che poi può essere utilizzato per fare i piazzali dopo la demolizione di altoforno, acciaieria e cokeria a maggio.

Cevital dovrebbe quindi risolvere tutti i problemi di Piombino: dalla strada di accesso alla crisi occupazionale, fino ad arrivare al salvataggio dell’albergo “Centrale”, da usare come sede degli uffici della multinazionale. E’ chiaro che questo modo di vedere le cose richiama ad un retaggio del passato che si concluderà quando finalmente ci faranno vedere questo famoso piano industriale, (visto che non è mai stato mostrato neanche il preliminare, ndr.), ma di sicuro sarà tutto più chiaro quando fra un paio d’anni, finita la cassa integrazione, si conteranno davvero i reali occupati degli impianti (siderurgici o agro industriali poco importa).

Ma Cevital avrà comunque tutta una serie di problemi da affrontare e risolvere nel brevissimo periodo, come ad esempio l’approvvigionamento di billette per i laminatoi in attesa della realizzazione dei “forni elettrici” che non avverrà prima di tre anni.

Un altro problema potrebbe anche essere quello della bonifica degli impianti (altoforno, acciaieria e cokeria) le cui coibentazioni sono ricchissime di amianto, che di sicuro non potranno essere lasciate a “spolverare” in città durante le demolizioni.

Fanno bene quindi associazioni come l’Arci ad organizzare incontri sul tema dell’«Identità in una città in cambiamento», perché davvero non si vuole capire che un’epoca è finita e che Rebrab, non è babbo Natale, e a Piombino, è venuto per fare profitto, non regali.

Giuseppe Trinchini

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6 Commenti per “EDITORIALE: QUANDO TUTTI ASPETTANO BABBO NATALE”

  1. Giuseppe mi piace il tuo “approccio” alla reale realtà della nostra città il problema (a mio avviso) è purtroppo la nostra mentalità che deriva purtroppo dalla nostra monocoltura industriale per cui oggi che l’industria non c’è praticamente più (spero di sbagliarmi) e se ci sarà, sarà comunque diversa da quella alla quale eravamo abituati quindi spero proprio che le tue riflessioni vengano comprese.

  2. sirio malfatti

    Ho invece l’impressione che Piombino finisca per ripiombare nel baratro dei malefici fumi del passato, sudicia come non mai e strizzata all’osso dall’ennesimo privato a cui, del territorio e di chi ci vive, non può che fregargliene un fico secco. Prepariamoci a riannusare fumi e vedere quelle belle schifezze nere… che futuro di m….

  3. Sergio Tognarelli

    Ottima e serena l’analisi di Giuseppe, mi pare che fra i piombinesi ci sia invece l’attesa di Babbo Natale o, ancora peggio, memoria corta (la gente si è già scordata di cosa hanno fatto, o meglio non hanno fatto Lucchini e i Russi). Purtroppo, le preoccupazioni di Sirio, sono fondate.

  4. Sergio Castellacci

    Possibile che la questione salute debba soccombere alle ragioni del profitto ancora una volta? Ma i nostri amministratori, i rappresentanti politici locali, le istituzioni in genere contano qualcosa o dobbiamo vivere con una mentalità sindacale, quella del lavoro innanzi tutto? Sapete cosa ci faccio con un contratto di lavoro se giaccio orizzontale all’obitorio vittima dell’ennesimo tumore ai polmoni? Come si fa a tornare alle case stracolme di polvere nera? E ai bambini, cosa gli lasciamo? La parola diversificazione fa davvero così schifo e suona meglio quella del subito un lavorino piuttosto che coordinare, con sacrifici ovviamente, un futuro più luminoso, e pulito? Proprio ieri parlavo con un amico che stava per acquistare un appartamento qui in città… ho cambiati idea, mi ha detto, perchė rischio di respirare ariaccia se le cose tornano come prima. E fa bene, chi può se ne vada. Spolverino mai più!

  5. Sergio Tognarelli

    ” i nostri amministratori, i rappresentanti politici locali” si sono interessati, per decenni, al mantenimento del loro regime di potere partitocratico. Anche il problema della salute e dell’inquinamento è stato visto all’interno di questa logica: gestione del potere attraverso il controllo delle ASL, Società salute, etc. A voi tutti le opportune deduzioni…

  6. lino

    Mi spiace caro direttore ma lei fa parte dei gufi e quindi non è credibile nelle sue analisi. Lei è di parte, lei è nemico dell’innovazione e del progresso . Quando la svolta epocale iniziata con il grande e tanto amato Anselmi sarà compiuta, lei non sarà chiamato al banchetto inaugurale , viceversa sarà lasciato con i cani e i suoi amici gufi fuori dalla porta. Dentro noi tutti insieme brinderemo e mangeremo lautamente alla tavola di re Rebrab, il quarto dei re magi.

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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