CONCORDIA: LA NAVE DEI DESIDERI, DEGLI AFFARI E DEI MISTERI?

concordia dicembre2Piombino (LI) – Il ministro dell’Ambiente Clini ha presentato al Consiglio dei Ministri il 27 marzo scorso un decreto legge, che è stato esaminato e approvato salvo intese e avrà il via libera nel prossimo Cdm, nel quale mette sul tavolo una proposta più articolata che punta non solo alla demolizione della Concordia nel rispetto delle normative europee e delle tutele ambientali, ma anche al risanamento dell’intera area industriale di Piombino. Tutto a partire dalla dichiarazione di area in situazione di crisi aziendale complessa ai fini delle nuove regole introdotte con il decreto sviluppo del giugno scorso. Così facendo il Mise avrebbe la possibilità di adottare progetti specifici per la riqualificazione industriale, muovendosi nel quadro della strategia europea per la crescita al fine di sostenere la competitività del sistema produttivo nazionale.

Il costo dell’operazione è stimato attorno ai 73 milioni di euro coperti con stanziamenti e risorse già nelle disponibilità degli enti locali, territoriali e del ministero. Secondo il decreto legge presentato da Clini, oltre ai 5milioni di euro del fondo perequativo del ministero dell’Ambiente, altri 20milioni dovrebbero arrivare dall’Autorità Portuale di Piombino, già stanziate con la delibera Cipe 1/206 per l’Accordo di programma quadro per gli interventi di bonifica negli ambiti marino-costieri presenti all’interno dei Siti di bonifica di interesse nazionale di Piombino e Napoli-Bagnoli-Coroglio e per lo sviluppo di Piombino attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture, del 21 dicembre 2007.

E sempre dall’accordo di programma potrebbero arrivare anche altri 6,9milioni come quota della Regione Toscana a cui si aggiungono i 10,8 milioni stanziati con la legge 426/98 per finanziare la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati. Il Comune di Piombino si ritroverebbe così a sborsare 25milioni già previsti dallo stesso accordo di programma quadro. Inoltre, nel decreto legge, Clini parla di un’operazione, quella relativa allo smantellamento della Concordia, da affidare ad un Commissario ad hoc che senza percepire alcun compenso dovrà occuparsi di garantire la demolizione della nave e di completare gli interventi infrastrutturali del Porto di Piombino, per incrementare la competitività dell’intera area industriale.
Certo il rischio che tutto questo si trasformi nella solità “Ballata dei Milioni” è elevato, e quindi è bene che i cittadini di Piombino siano prudenti nell’esternare entusiasmo in questa fase.

Ma Civitavecchia insiste e punta sul buon senso e gli “zero” costi che il trasporto della nave nel porto laziale (che dista circa le stesse miglia di quello di Piombino dall’isola del Giglio) comporterebbe.
Il sindaco Tidei è intervenuto nuovamente per far recedere il Governo dalla decisione di smaltire la Costa Concordia a Piombino, anzichè a Civitavecchia. Questa volta, il primo cittadino non si è rivolto solo al Presidente del Consiglio, ai Ministri interessati e ai Presidenti di Camera e Senato, ma anche al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella lettera, il sindaco Tidei sostiene che sono due le posizioni da privilegiare nell’affrontare l’argomento.

La prima è quella della salvaguardia dell’ambiente, per non correre il rischio di non avere pronto un sito dove accogliere la nave quando sarà disincastrata dallo sperone di roccia dove attualmente è appoggiata al Giglio. Secondo il primo cittadino bisogna evitare che, con il tempo, moto ondoso e vento compiano loro l’opera imponente di disincagliare la nave, con effetti drammaticamente nefasti per l’immagine del Paese e per il turismo nella zona del Giglio. Civitavecchia, secondo Tidei, è già pronta, mentre a Piombino, nonostante i fondi stanziati, saranno necessari almeno tre anni per avere le condizioni tecniche di sicurezza e operatività. Per il sindaco, non si capisce poi quale sia il legame tra la rottamazione di un relitto eccellente con il processo di sviluppo di opere infrastrutturali e l’innalzamento competitivo del contesto industriale e portuale di Piombino.

Il primo cittadino ricorda poi che anche la Protezione Civile ha chiaramente fatto intendere che non potrà occuparsi di individuare un sito che già non sia pronto. “Appare quindi evidente – conclude la lettera di Tidei – che il luogo più idoneo per la demolizione della Costa Concordia, per altro partita dal nostro porto, debba essere Civitavecchia che non necessita di investimenti di nessun tipo da parte del Governo”.

Dal lato più tecnico della rimozione anche li ci sono notizie in chiaro-scuro. Il progetto di rimozione del relitto di Costa Concordia prevede che degli enormi cassoni vengano installati sul lato emerso della nave e riempiti d’acqua gradualmente per agevolare il raddrizzamento della nave, che sarà effettuato con un sistema di martinetti chiamati «strand jack» fissati alla piattaforma subacquea di appoggio. Una volta raddrizzata la nave, saranno installati cassoni pieni d’acqua anche sull’altro lato. I cassoni di entrambi i lati saranno quindi svuotati dall’acqua, in modo tale da riportare la nave a galleggiare, e consentirne il successivo traino.

Ma sul recupero della Concordia già si parla di “Verità nascoste” e tre giorni fa è apparso sul quotidiano locale “Giglio news” questo articolo che mostra degli interessanti argomenti tutti da approfondire…

Appuntamento alla prossima puntata…

Giuseppe Trinchini

Scritto da il 29.3.2013. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

2 Commenti per “CONCORDIA: LA NAVE DEI DESIDERI, DEGLI AFFARI E DEI MISTERI?”

  1. Astuto Cacciatore

    L’articolo proposto da giuseppe Trinchini per l’approfondimento è moooolto interessante ! Linkatevi:
    http://www.giglionews.it/2013032659557/news/isola-del-giglio/qrecupero-costa-concordia-la-verita-nascostaq.html

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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