SAN VINCENZO: IL CASO RIMIGLIANO CREA FORTI TENSIONI IN REGIONE

Una delle tettoie "che fa volume" a Rimigliano

Lunedì 16 aprile si è tenuta una manifestazione con un centinaio di lavoratori della Berrighi costruzioni interessati dal piano urbanistico della Tenuta di Rimigliano, proprio nel giorno del sopralluogo dei componenti la commissione paritetica che deciderà del futuro dell’area di 560 ettari ex della Gherardesca ed ex Parmalat.  

Con gli slogan “Toscana: indietro tutta”, “Il nostro futuro dipende dalle vostre scelte! Pensateci!”, lunedì mattina, i lavoratori hanno protestato contro i ritardi sul piano di Rimigliano che, nonostante le dichiarazioni ufficiali di politici e sindacalisti presenti, molti nel corteo attribuiscono alla Regione e più specificamente all’assessore all’urbanistica Anna Marson. Ma nonostante le proteste dei comitati – che considerano il piano negativo per il territorio – sindacati, politici locali di maggioranza e lavoratori sostengono che l’ambiente sarà rispettato e che al contempo si darà sviluppo al territorio e lavoro nel settore dell’edilizia, ora in grave crisi. Sulla vicenda le opposizioni hanno già depositato un sostanzioso esposto e la Regione vuole questa volta vederci chiaro una volta per tutte.

Andrea Agresti del Pdl, uno dei membri della commissione paritetica che ha effettuato lunedì il sopralluogo nella Tenuta, ha chiesto formalmente ieri in consiglio regionale che il collega del Pd Matteo Tortolini si dissoci dai contenuti e dai modi della protesta. «La maggior parte dei lavoratori – sostiene Agresti – ha espresso le proprie ragioni in maniera civile, ma un gruppetto di loro, soprattutto giovani, ha fermato le nostre auto all’uscita della Tenuta e ha rivolto frasi minacciose ed offensive ai membri della commissione». Agresti ha chiesto al consigliere regionale del PD che era presente di dissociarsi da quelle parole.

Sull’argomento riportiamo un commento di Nicola Bertini del Forum per San Vincenzo, che ha presentato l’esposto, e al termine un articolo de LA NAZIONE sull’argomento.

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BERTINI: SOLIDARIETA’ A CHI RISCHIA IL POSTO, MA…

La solidarietà a chi rischia il posto di lavoro è doverosa da parte di tutte le Istituzioni e di tutti i soggetti politici, ma per non prendere in giro quei lavoratori che hanno manifestato per l’operazione di Rimigliano, occorre che si faccia chiarezza.

Chi sostiene la posizione che si debba costruire quanto prima a Rimigliano, come il Consigliere regionale Matteo Tortolini, si pone davvero il problema della crisi del comparto edile? Pare infatti che si attribuisca alle proteste dei comitati e degli “ambientalisti in cachemire” la crisi dell’edilizia che è profonda non solo sulla costa Toscana e che richiederebbe risposte concrete e rapide dal Governo, dalla Regione e dagli Enti Locali. In realtà la drammatica situazione che porta i lavoratori alla disperazione è determinata dalla mancanza di compratori di case, quindi da una scarsa domanda, non da una mancanza d’offerta. Ovunque centinaia di appartamenti aspettano un compratore. Per chi costruire se il mercato è fermo?

Negli anni passati, politici come Tortolini o gli Amministratori di San Vincenzo, hanno cavalcato la bolla del settore edile permettendo di costruire un po’ ovunque in assenza di aumenti demografici. L’invasione delle seconde case ha comportato grandi guadagni per pochi e ora, che il banchetto è finito, ci troviamo con un territorio devastato, con comuni che devono garantire servizi ad un tessuto urbano dilatato, con un’economia impoverita e senza prospettive di lavoro.

Se questo è il modello economico che si tenta di riproporre si è fuori strada. Occorre invece riconvertire un comparto fondamentale come quello edile, incentivando non più le nuove edificazioni ma le ristrutturazioni che includano quegli accorgimenti di bioedilizia e bioarchitettura che possano garantire futuro al nostro Paese. Se anni addietro si fosse intrapresa questa strada, oggi l’Italia sarebbe molto meno dipendente dall’estero per le forniture d’idrocarburi perché i consumi per riscaldamento sarebbero inferiori, esisterebbe un indotto che trasformi materie prime, di origine agricola e forestale, in materiali isolanti, avremmo un tessuto economico meno soggetto ai condizionamenti delle crisi internazionali: saremmo messi molto meglio.

Forse non è troppo tardi, è però urgente ragionare di come si converte un sistema sociale in rapido disfacimento anziché riproporre ricette economiche di sessant’anni fa. Chi oggi racconta ai lavoratori che rischiano il posto o alle masse di giovani disoccupati, che il loro futuro sta nell’ennesima operazione immobiliare, illude i primi e le seconde. Illude anche se stesso cercando una risposta troppo facile, forse perché incapace di elaborare un progetto politico innovativo. Più della solidarietà, occorre progettare un sistema sociale in cui i cittadini il lavoro possano trovarlo senza compromettere le risorse collettive, e per questo non è male ascoltare gli intellettuali e gli ambientalisti in cachemire. A Tortolini certamente non manca l’umiltà per farlo.

Nicola Bertini

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NUOVO RISCHIO CRISI IN REGIONE SU RIMIGLIANO

— SAN VINCENZO — TRATTO DA LA NAZIONE DEL 18 APRILE 2012

SUL CASO Rimigliano, ieri in Consiglio regionale è stata sfiorata l’ennesima spaccatura fra il Pd e l’Idv. Il caso è esploso dopo una frase pronunciata dall’assessore all’urbanistica, Anna Marson, piuttosto irritata per la manifestazione di ieri l’altro, organizzata dai sindacati. Che, in aula, ha detto: «Sono solidale con i lavoratori preoccupati per il loro posto e anche con sindacati che hanno organizzato la protesta, ma non posso esserlo con i loro mandanti…».

APRITI cielo! «Chi sono i mandanti, a chi ti riferisci?», si è inalberato Vittorio Bugli, capogruppo del Pd, dopo che, soprattutto dai banchi dell’opposizione, erano stati fatti commenti vari. Al centro dell’attenzione Matteo Tortolini, già dirigente del Pd di zona e ora consigliere regionale, da sempre difensore del progetto che è stato stoppato dalla giunta regionale. «Mi pare esagerato parlare di mandanti, dimmi a chi ti riferisci», ha continuato a incalzare Bugli, chiedendo subito un confronto con Marco Manneschi, esponente di punta dell’Idv e con Marta Gazzarri, capogruppo dell’Idv in Consiglio regionale.

TENSIONE palpabile, da tagliare con il coltello. Poi la «rettifica» della Marson: che ha fatto sapere a Bugli di non aver parlato di «mandanti», ma di essersi solo lamentata per quello che è successo durante la manifestazione. Il caso, in aula, era stato sollevato da Andrea Agresti (Pdl) che aveva chiesto a Matteo Tortolini di dissociarsi dalle offese di cui è stata fatta oggetto la commissione che ha fatto il sopralluogo a Rimigliano. «Un consigliere regionale non può permettersi di mettersi dalla parte di chi contesta e offende i suoi colleghi impegnati in una missione», ha detto Agresti.

TORTOLINI ha respinto con forza di essere stato il «mandante» della protesta e di aver avuto solo un ruolo interlocutorio nella vicenda. Morale? La tensione resta alta sul caso Rimigliano, ma soprattutto fra una parte del gruppo del Pd e l’assessore Marson. Con grave preoccupazione del presidente della giunta, Enrico Rossi, che deve cercare di tenere insieme una maggioranza che, nel caso specifico, risulta spaccata e litigiosa.

Sandro Bennucci

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Scritto da il 18.4.2012. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

25 Commenti per “SAN VINCENZO: IL CASO RIMIGLIANO CREA FORTI TENSIONI IN REGIONE”

  1. Paolo

    Qualcuno in questa vicenda si è fatto prendere dal nervosismo e ha fatto un passo falso. Con una buona dose di ridicolo, se non fosse per la tragicità dei lavoratori che vedono a rischio il proprio posto di lavoro. Ma non è certo questo il principale interesse di certi politici.

  2. tortellino

    ora arriva giuliano amato del sant’anna che spiegherà cosa si deve fare in valdicornia.a volte non credo alle notizie che leggo mi sembra sempre il 1 aprile.

  3. ASTUTO CACCIATORE

    Uno spettacolo indecente: operai, aizzati dai loro padroni con il concorso dei partitocrati amici, a chiedere lavoro. L’ aspetto peggiore del sistema politico economico sociale del feudalesimo sta ritornando. Il medioevo prossimo venturo.

  4. Paolo

    Operai e padroni insieme, a protestare per il lavoro. Con una piccola differenza: gli operai, finita la costruzione delle abitazioni e dell’albergo, resteranno di nuovo senza lavoro, mentre i loro padroni avranno incassato tanti corposi profitti, lasciando l’economia del territorio nelle stesse condizioni di prima, cioè al palo. Qualche posto stagionale, magari al nero e sottopagato, e altre case vuote. Il tutto in un altra porzione di parco rovinata. Chi si mette alla testa di queste manifestazioni, sfruttando la mancanza di lavoro e le paure dei lavoratori, per i suoi fini politico-elettorali esprime il peggio di questa partitocrazia.

  5. ASTUTO CACCIATORE

    I signori dell’edilizia si preoccupano per le riduzioni delle superfici edificabili che la “paritetica interistituzionale” chiederà, mandando in campo, come ostaggi, i loro operai. Quasi quasi, viene da chiedere loro “ma chi glelo fa fare” ? Stanno pagando un sacco di interessi passivi (almeno così dicono), avranno un sacco di costi di costruzione e di oneri di urbanizzazione, ma sono poi così sicuri di poter vendere tutti quei mattoni ai soliti rappresentanti delle varie caste, italiane, europee (russe), e di qualunque parte del globo siano ? STIANO ATTENTI, I LOR SIGNORI, CHE QUESTA PACCHIA DI POTER VENDERE IL MATTONE A PESO D’ORO POTREBBE ANCHE FINIRE ( E CERTO CHE FINISCE). Così rimarranno un bel territorio devastato, residence ed alberghi semideserti, niente lavoro per il popolo e forse anche pochi soldi nelle loro tasche. Di quest’ultima faccenda a noi non ce ne frega niente, ma di tutto il resto si. Poi, in fondo, non fa comodo a nessuno che ci siano degli imprenditori falliti anche perché avrebbero potuto impiegare meglio le loro risorse che non in queste, ormai decotte speculazioni. Ma se i partitocrati continuano ad appoggiarli, invece di cercare di dare degli indirizzi diversi alle scelte economiche, significa che c’è tutto un sistema che ormai è allo sfascio.

  6. ASTUTO CACCIATORE

    Questa idea di far soldi con la speculazione edilizia andava bene fino a una diecina di anni fa, ma oggi non è più sostenibile. Voglio dire che questi signori dell’edilizia non sono poi granché avveduti nelle loro scelte affaristiche e tantomeno lo sono coloro, che, nel Partito, li appoggiano. Mi pare che, oltretutto, ci sia una mancanza di professionalità in questi personaggi, una incapacità di sapersi orientare nelle scelte progettuali di investimento,un notevole provincialismo e ristrettezza di idee. Imprenditori che pretendono di fare investimenti del genere dovrebbero ponderare meglio le loro scelte. Voi direte: peggio per loro. Si, lo so, però ci rimettiamo tutti. Se, poi, a livello politico, vengono appoggiati, il danno aumenta ancor più. Se queste graziose villette, una volta costruite, rimarranno invendute, per la collettività, oltre al danno ci sarà anche la beffa.

  7. paola

    Cosa dovrebbero fare gli imprenditori? Costruire case per famiglie che non comprano? E’ davvero tanto assurdo sperare che investendo su qualcosa di livello più alto, i ricchi, in una zona di mare come questa, magari possano comprare dando un pò di respiro ad una situazione impantanata? Quanti, nativi e residenti in Val di Cornia hanno visitato la tenuta Tanzi, prima ancora di proprietà dell’aristocrazia, in questi anni? Mi spiegate cosa c’è di così diabolico nel voler sistemare signorilmente un parco in disfacimento (almeno per quanto rigurada gli edifici) che non è mai stato pubblico e il cui accesso non è consentito alla stragrande maggioranza? Il progetto non prevede un grattacielo di 100 piani che svetta sul parco e la valle, prevede semplicemente case signorili, che FORSE qualche facoltoso avrà la voglia di comprare. Il parco costiero di Rimigliano, quella bellissima pineta pubblica rimarrà esattamente com’è. Cosa cambierà per noi, popolino, se i lavori andranno a buon fine? Niente.

    Macccccome? Quell’abominio del porto a San Vincenzo (che è stato fatto veramete male, senza alcuna rifinitura nè grazia, fa veramente schifo, sembra un lavoro vecchio di 30 anni) va bene e villette invisibili agli occhi dei più no? Cos’è una sorta di invidia? O sono solo giochetti politici, con il consenso di sedicenti ambientalisti (che non si sono, per esempio, accorti che la potatura di due anni fa, eseguita nel parco pubblico di Rimigliano, è stata fatta nei mesi di maggio e giugno, con la nidificazione degli uccelli in piena stagione, e che ha reso quella pineta molto più silenziosa da allora …) in vista delle prossime amministrative? Ma cosa vi dice il cervello? Che è meglio far chiudere le ditte, lasciando gli operai a casa, senza nemmeno provare a fare qualcosa di diverso? Il fronte dei NO al progetto della tenuta di Rimigliano cosa ne vorrebbero fare di quel parco? Hanno idee migliori, hanno risposte in grado di dare senza ombra di dubbio lavoro in zona? E’ meglio fornire lavoro a ditte “forestiere” appoggiate dalle banche, come nel caso della realizzazione del nuovo porto turistico a Piombino? Cosa dobbiamo fare per riuscire a lavorare in questa benedetta alta maremma? Non si può più emigrare in massa al nord, come nel dopoguerra …. non c’è lavoro nemmeno lì ….. Perchè non provare a vedere se la cosa funziona, ottenendo comunque qualche anno di impiego, prima di incrociare rassegnati le braccia e trovarsi a fare “lavoretti in nero” subito, invece che fra qualche tempo , come qualcuno prevede possa accadere in futuro?

    Sono stanca di parole vuote senza nessun fine pratico. Sono stanca di chi gioca divertendosi a creare polemiche per strumentalizzazione politica o per il semplice gusto di dire sempre “NO”. Sono dalla parte di chi prova a fare qualcosa, sicuramente con tornaconto personale, ma provandoci offre una forma di rimedio.

    Ah, e sono stanca anche di chi polemizza sugli insulti e le minacce della manifestazione avvenuta il 16 aprile. Possibile che nessuno si renda conto, per primi i signori che detengono il potere per il bene del popolo e che quel popolo dovrebbero avere l’umiltà di conoscere un pochino, che in una manifestazione pacifica di 70 persone possono esserci un paio di “focosi” che fanno un pò più confusione (non erano black block!) e decidono, sicuramente a torto, di farsi le proprie ragioni in maniera un pò più agitata? E’ davvero così importante affossare le buone intenzioni di 67/68 persone per la rabbia espressa male da 2 o 3 individui? Il buon senso esiste ancora, da qualche parte?

    E, infine, scusandomi per il lungo sfogo, vorrei precisare che non esistono mandanti della manifestazione. Esistono operai che vogliono combattere per il loro lavoro, nulla più. Credetemi, ero presente, in qualità di moglie di uno di loro.

  8. Chiara

    Signora Paola,
    siamo tutti stanchi delle parole vuote che escono da teste altrettanto vuote… Un po’ affensiva nei confronti di chi si batte per l’ambiente e soprattutto per cercare di costruire un futuro (visto che pare non ce ne sia più per nessuno, soprattutto se si continuano a seguire i modelli di uno “sviluppo” che ovunque stanno fallendo), una società più responsabile e soprattutto un sistema di politica partecipata. Ma capisco il suo sfogo. Sono disoccupata, sa? e un posto di lavoro, forse, non lo si tira fuori da villette per facoltosi….

    Gli ambientalisti che lei cita, e dei quali anche io faccio parte, (un’etichetta un po’ blanda e superata anch’essa!) hanno denunciato gli scempi del porto di san vincenzo, della distruzione del parco costiero di Rimigliano (che parco non è)… e soprattutto, per chi ha orecchie per ascoltare, rilanciano anche proposte. non è un NO a prescindere. si informi meglio, prima di far uscire parole vuote.
    Chiara

  9. Riccardo Gelichi

    Signora Paola, si è dimendicata un passaggio importante, che delinea a mio giudizio un buon recupero di aree rurali in abbandono, Poggio All’agnello Country & Beach Residential Resort. A Piombino ora serve molto di più e di altro, ma quell’intevento è stato uno dei pochi azzeccati. Rimigliano, a me pare un pò diverso, con questo non dico che non si dovrebbe intervenire in quel contesto.

  10. paola

    Premettendo che ambientalista mi reputo anch’io poichè, pur non facendo parte di associazioni e gruppi, mi prodigo il più possibile per il rispetto della natura e di questo disgraziato pianeta e lo faccio principalemte nell’educazione dei miei figli e nel confronto pacifico con coloro con i quali vengo a contatto, non riesco tuttora a capire, forse perchè ignorante e disinformata, dove sta lo scempio ambientale nel progetto di Rimigliano. Vorrei davvero che qualcuno mi chiarisse le idee in tal senso. Quello che so è che verranno recuperati i volumi di edifici, in rovina, già esistenti e mi sembra che non sia un gran danno se fra quei volumi vengono inglobate voliere e fagianaie (che al momento sono baracche decadenti), soprattutto tenedo conto che tali nuovi edifici prenderanno il medesimo posto di quelli in rovina. Mi sembra di aver capito che verranno rispettate le colture già in uso all’interno della tenuta ed i boschi lì presenti. Se sbaglio qualcuno mi dia indicazioni più chiare e certe, so di non essere perfetta e di non detenere in mano l’unica verità ma per il momento, a mio giudizio, dal fronte dei NO non ho avuto nulla di concreto a cui aggrapparmi per cambiare idea. Se fossi al corrente di un possibile scempio ambientale, posso assicurare che sarei la prima ad opporre resistenza all’edificazione. E comunque vorrei anche qualcuno che mi fornisse un alternativa, una soluzione, un’idea, qualsiasi cosa che mi faccia riflettere e magari mi possa far cambiare idea.
    Aggiungo che l’odierna politica, di destra, sinistra, centro e ovest ….. mi sembra molto lontana da un sistema di politica partecipata e, con molto pessimismo, dichiaro di non vedere nel prossimo futuro una società capace di tirare fuori un simile sogno.
    Un’ultima cosa, che ho tralasciato nel precedente lunghissimo sfogo. Coloro i quali continuano a polemizzare sui mandanti della manifestazione pensano davvero che gli operai, in quanto tali, siano individui privi di propria volontà, ignoranti, analfabeti e zoticoni? Forse che fra i diplomati ed i lauretai si trova l’unico pozzo di scienza e saggezza dell’universo? Forse davvero gli operai sono dei burattini in mano ai padroni, maestranze con un Q.I. non pervenuto????? Siamo sicuri di non essere tornati al Medioevo in quanto a pregiudizi e non ad usi e costumi?
    Ringrazio infine tutti coloro che mi forniscono spunti di riflessione, rispondendo ai miei pareri con altri che, nonostante non siano da me condivisi, mi danno l’opportunità di conoscere e capire.
    Buonanotte!
    Paola

  11. ASTUTO CACCIATORE

    Nel sistema sociale politico feudale ogni uomo era un uomo del suo signore. Non era una questione di intelligenza o di istruzione, era un sistema che garantiva ad ogni individuo di poter vivere, essendo protetto da un altro individuo più forte di lui che in cambio chiedeva rispetto e gabelle. Individui privi di propria volontà, ignoranti, analfabeti e zoticoni non erano quelli che vivevano nel sistema feudale e non sono quelli di oggi. Era un sistema dettato dalla necessità di far fronte alla vita quotidiana e purtroppo si rischia di ritornarci.

  12. Chiara

    Signora Paola,
    alcune proposte:
    agriturismo diffuso (ogni podere dotato di servizi ricettivi), agricoltura di qualità con marchio proprio con commercializzazione dei prodotti elaborati all’interno della tenuta (frantoio, frutta, ortaggi, conserve, grano e farine), ristorazione fatta con i prodotti tipici, coltivati all’interno della tenuta. ippovie, percorsi bike, laboratori di educazione ambientale, possibilità di ospitare scolaresche e gruppi di osservazione avifauna (presenza di palude e zone umide), itinerari degli alberi monumentali, riserva di caccia (che già c’è).
    riqualificazione delle strutture secondo principi di bioedilizia (i tanti operai del settore presenti in val di cornia potrebbero accrescere le loro professionalità) e dell’autosufficienza energetica (idem come sopra).
    sono questi i lavori che possono nascere da un turismo di qualità (ha provato a fare una stima di quante persone potrebbero essere impiegate per tirare su un tale progetto?), non sono le seconde case per facoltosi.

    comunque qualche indizio di proposta lo può trovare qui
    http://www.corriereetrusco.it/2011/09/27/bertini-%C2%ABnessuna-trasparenza-sul-caso-rimigliano%C2%BB/
    e sul sito comitatopercampiglia.it (16 ottobre 2011)
    inoltre seguendo le iniziative sull’ambiente che in val di cornia, con molta fatica, vengono portate avanti.

    Se però si continua a credere che queste proposte siano solo utopia, la nostra società non cambierà mai…a meno che non intervenga una scossa bella forte che ci scuoterà tutti (facendoci forse rinsavire).
    cordialità,
    Chiara

  13. Mauro

    Signora Paola,
    guardi che le soluzioni alternative ce ne sono.A iosa.Ma a quelle si dice sempre di NO.NO a recupero dell’esistente con riqualificazione energetica degli edifici,NO ad un turismo diffuso tutto l’anno,e non solo per 2 mesi,con idee e proposte gia’ attuate in altre parti d’Italia,NO ad un’idea di agriturismi diffusi,alberghi diffusi che porterebbero molto piu’ lavoro di quello auspicato(e ribadisco,AUSPICATO)da sindacalisti che sparano cifre cosi,a casaccio.
    NO ad un turismo per tutte le tasche(lei pensi solo per un attimo se dentro Rimigliano ci fosse,all’interno dei poderi recuperati,una sede di Agraria,un ostello,aziende agricole gestite da giovani che vendono i loro prodotti con mezzi ecologici in tutta la Val Di Cornia,con un marchio specifico,lei pensi solo per un attimo a riqualificazione degli addetti dell’albergo e dei casolari,in termini di lingue parlate,tanto per dirne una…)
    NO all’istituzione di Rimigliano come parco(lei parla di parco ma si sbaglia perche’ parco non è!!!Chieda un po’ al suo sindaco!),NO a praticamente niente.
    Eccoli i signor NO a tutto,quelli che parlano di sviluppo adottando tecniche e metodi dei primi dell’800,cemento cave e seconde case.Complimenti per la visione lungimirante del futuro.
    E infine,l’annosa questione dei posti di lavoro:nessuno dice che ci sia qualcuno piu’ intelligente di qualcun’altro.Ma bisogna rendersi conto che le cave chiuderanno,cosi come le acciaierie a Piombino,e bisognera’ mettere un freno a questa colata infinita di cemento.Suo marito è un muratore?Bene,perche’ suo marito non pretende,prima di tutto da se stesso,di poter avere molto piu’ lavoro riqualificando l’esistente e non massacrando terra vergine per costruire un nuovo che nemmeno si sa se verra’ venduto?Avra’ lavoro per un anno…e poi?Cementifichiamo la spiaggia per dare altro lavoro una tantum?
    E’ contro il porto di San Vincenzo…e perche’ mai,cara signora Paola?Ha portato lavoro,ha portato sviluppo,ha portato benessere!E se io fossi un armatore e avessi sotto di me n dipendenti,non sarei nel giusto ad affermare che bisogna fare un porto ogni 100 metri di spiaggia?Porta lavoro,no?
    Cara signora Paola,lei afferma di essere un’ambientalista.Ebbene,porti le sue idee,porti le sue intuizioni,se ne puo’ discutere tranquillamente.Quello che fa veramente male,è che in fin dei conti siamo diventati tutti dei vigliacchi,appesi ad una speranza che non esiste,senza la capacita’,che pure non c’è mai mancata,come popolo,di creare una via diversa,di avere idee e progetti nuovi,di applicare nuove tecniche,di creare nuovi mercati.
    Ed è un peccato,perche’ eravamo i migliori al mondo,in questo.
    Si parla di Poggio all’Agnello come di un restauro riuscito.Ecco,è il nostro modo di accontentarci.Non c’è un pannello solare manco a pagarlo,l’anno scorso la stagione è stata un fallimento,i mirabolanti contratti promessi(signora Paola.SONO SEMPRE PROMESSI,I POSTI DI LAVORO,MAI REALI!!!)erano naturalmente una bufala,hanno demolito la Chiesa sfrattando pure il parroco…
    Vuole questo per i suoi figli,cara Paola?Un lavoro purchessia,al servizio del padrone di turno che fa vuote promesse?Ma allora che senso ha che magari abbia fatto studiare i suoi figli,che abbia fatto sacrifici per farli laureare,per crearsi un bagaglio di conoscenza e cultura,se tanto il destino cinico e baro della Val di Cornia offre solo posti come manovale o cameriere…
    Guardi cara signora che cambiare si deve,non soltanto si puo’.Si deve.
    I cartelloni della protesta non erano stati prodotti certo dagli operai,cosi belli translucidi e precisi.E’ stata fatta la stessa squallida operazione che gia’ i proprietari dell’Ilva di Taranto hanno proposto solo poche settimane fa.Gli operai a sfilare per la difesa del posto di lavoro,nonostante magari i loro figli abbiano enormi problemi di salute,nonostante le morti per tumore accertate da anni,nonostante la distruzione ambientale irreversibile.
    Io cara signora Paola,preferisco pane e cipolla.Sono un uomo,non un servo.
    La saluto
    Mauro

  14. Riccardo Gelichi

    Fatemi fare una riflessione a voce alta, prescindendo da Rimigliano, non ho la conoscenza opportuna del problema, diciamo che non ho studiato le carte.
    Io penso che sarebbe utile uscire dalle visioni partigiane e ideologiche, provando a produrre idee che vadano verso l’interesse pubblico.Questa è un’affermazione apparentemente banale ma purtroppo quasi mai applicata. L’interesse pubblico è l’interesse dei più. Mi sembra che la signora Paola sia abbastanza informata, come mi sembra che i commenti che sono stati articolati pongano l’attenzione a modelli di sviluppo diversi da quelli che si sono visti fino ad oggi. Entrambi hanno ragione dal loro punto di vista ma probabilmente la verità sta nel mezzo. Un’economia non può basarsi sull’intervento pubblico, deve avere una redditività propria, la politica deve mediare indirizzando la pianificazione territoriale verso interventi privati che portino benefici pubblici in termini di servizi e di occupazione, senza violentare il territorio. Elevare la qualità del tessuto sociale è possibile solo attraverso la scuola e la formazione, passando da criteri meritocratici e non clientelari, quelli che oggi hanno contraddistinto il nostro modo di vivere la quotidianità. Un modello utopisticamente ambientalista favorisce la speculazione edilizia che può far valere le proprie ragioni sbandierando prorpio l’estremista visione del proprio antagonista. Sono necessarie proposte alternative concrete, sostenibili economicamente, sopratutto oggi dove la crisi è forte e la voglia di lavoro è giustamente tanta.

  15. Chiara

    Gelichi, è intervenuto per 2 volte, ma di proposte non ne ho lette.
    come dicevamo di parole vuote ne sono state già dette in abbondanza.
    stringendo, visto che lei ha da poco presentato un programma, quali sono le proposte alternative concrete e sostenibili economicamente di cui parla?

  16. ASTUTO CACCIATORE

    Si, proprio di questo abbiamo bisogno, di proposte alternative concrete, altrimenti tutto resta fumoso. Nell’intervento di Chiara, vengono fatte delle proposte molto interessanti. Gelichi dice che bisogna concedere anche qualcosa ai “muratori”, a patto di guidarli con una politica corretta. Il problema è che manca proprio questa.

  17. Mauro

    “Un modello utopisticamente ambientalista favorisce la speculazione edilizia che può far valere le proprie ragioni sbandierando prorpio l’estremista visione del proprio antagonista”….
    Forse non ci capiamo,allora.
    Qua non si tratta affatto di visioni utopistiche.Non costruire case nuove su terreno vergine ed impiegarlo magari per l’agricoltura,oppure costruire ma case che possano essere smontate,non è affatto un modello utopistico.
    E’ un modello a crescita potenzialmente infinito,perche’ lascia intatto l’ambiente.E lasciare intatto l’ambiente,non significa essere retrogradi e conservatori.Significa preservare la Terra.Ha presente la Terra,il signor Gelichi?Quella cosa rotonda sulla quale viviamo e che ci da acqua e cibo.Ha presente il signor Gelichi che acqua e cibo servono per una “cosa” che si chiama sopravvivenza,pena l’estinzione della specie?
    Il far sparire terreno fertile per buttare cemento,è speculazione bella e buona e denota,oltre ad una profondissima ignoranza,anche una notevole e spiccata propensione all’egoismo.Punto,fine,stop.Senza disquisizioni in politichese spicciolo con il quale ci siamo rimbecilliti per 20 anni.
    Abbiamo perso il gusto del bello,caro Gelichi.Se la Marson,e con lei e prima di lei i comitati vari,a mio avviso giustamente,dicono che dobbiamo vendere la Toscana,stanno semplicemente affermando che noi,rispetto a Lombardia o Veneto o anche solo Emilia Romagna,abbiamo un vantaggio competitivo enorme:non siamo(ancora)lastricati da asfalto e cemento,abbiamo ancora il senso del bello,ci rendiamo ancora conto che la difesa del territorio non è una ripicca da ambientalisti snob,ma semplicemente l’essenza stessa della vita sulla terra.
    Messa cosi,pare drastico,no?Ebbene,stiamo cominciando a razionare l’acqua d’estate,ad esempio.
    Ci si ammala e si muore di inquinamento atmosferico,ad esempio.
    Il clima che cambia ci sottopone a pericoli gravi come alluvioni,frane,smottamenti,esondazioni.Roba da terzo mondo,nella (ex) settima potenza industriale.
    Ci sono morti ogni anno!
    Bellissime le sue parole,caro Gelichi,che stridono pero’ con le lodi di Poggio all’Agnello(mi sa dire quanti occupati fissi OGGI ci sono a Poggio all’Agnello?)
    che altro non è che speculazione edilizia,punto e basta.Di restauro conservativo se ne vede davvero troppo poco,di innovazione non se ne vede punto.
    Voliamo troppo bassi,ripeto e ribadisco.Eppure gli esempi,nel mondo,ci sono e sono notevoli.Lei dice,giustamente,che la politica deve indirizzare.L’associazione Comuni Virtuosi è partecipata da parecchi comuni,molti di essi hanno stabilito un piano regolatore a VOLUMI ZERO.Piombino,Campiglia,San VIncezo,Suvereto…non se lo possono permettere?Non sono all’altezza?Bisogna abdicare idee e lavori e intere economie nuove sull’altare di una presunta incapacita’?Io non ci voglio veramente credere,che siamo cosi bassi,cosi ignoranti(nel senso di ignorare tante cose),cosi passivi.
    Saluti
    Mauro

  18. Fabio Mischi

    La signora Paola ha richiesto esempi di come recuperare edifici fatiscenti, ruderi, in una tenuta agricola.Le incollo il link di un esempio fra i tanti.

    “Quelli del no” , hanno detto “no” a questa variante di piano per Rimigliano, ma hanno detto “sì” ad altro.

    Come potrà vedere non siamo in Sardegna ma a 15-20 km da San Vincenzo.

    Ripeto e questo è solo un esempio tra i tanti:http://www.fattoriaricrio.com/

  19. Riccardo Gelichi

    Spesso mi chiedo perchè mi piace buttarmi nel fuoco. Non ho studiato le carte di Rimigliano, non posso esprimermi nello specifico, lo stanno facendo con vera competenza le altre liste civiche.Sono convinto che le risorse pubbliche sono finite e se ci sono le destinerei a scuole asili e sanità. Posso dire qualcosa rispetto a quello che penso sullo sviluppo sostenibile. Sono contrario all’assenza di programmazione del grande Eolico, ritengo le bonifiche della aree Sin prioritarie, penso che dobbiamo sviluppare nautica e cantieristica in bocca di Cornia per creare alternative concrete all’industria, penso siano necessarie infrastrutture come la 398 fino al porto e la Poggio ai venti San Rocco invece della Fiorentina Ghiaccioni, ritengo prioritario rendere agibili i parchi della città di Piombino Quattro Pini e Semoforo e elargire contributi ai volontari del Falcone. Penso sia prioritario in una città decente la presenza di un grande parco attrezzato, localizzabile nelle adiacenze del Pattinodromo. Penso sia necessario potenziare i servizi alla balneazione dentro la cinta urbana di Piombino, migliorando gli accessi e ripensando gli usi delle perle del Centro storico, Centro Velico e Marina; tutto il piano della costa dopo la sistemazione delle frane va rivisto in funzione dello sviluppo turistico e del decoro urbano. La strada che va a Spiaggia Lunga deve essere sistemata con materiale idoneo compatibile con l’ambiente e favorire attraverso navetta elettrica l’accesso alla spiaggia. Mi fermo qui, potrei continuare, come vedete le proposte ci sono, non so fino a che punto condivise ma non mi nascondo certo dietro alla retorica politica, aspetto gli strali.

  20. paola

    Eh! Così mi mettete un pò con le spalle al muro! …. Leggo molte cose che reputo giuste e rispolvero il sogno di diventare cittadina norvegese ….. ma anche svedese andrebbe bene …… e non solo per l’antipatia verso le lunghe estati calde …….
    Vabbè, abbandonando i miei voli pindarici e ritornando, come di consueto, al vizio di stare con i piedi ben piazzati a terra posso giungere alle seguenti affermazioni: a mio parere (probabilmente sbagliato) i progetti di cui fate menzione possono andare bene per un piccolo proprietario che sfrutta i suoi ideali riuscendo a trasformarli in forma di equilibrato profitto. Oppure per una forte amministrazione pubblica che può permettersi di credere nel futuro, e non semplicemente di arrancare per sbarcare il mandato.
    Un grosso imprenditore, per quanto illuminato, non credo che, in questo periodo, possa permettersi il lusso dell’ideale. Sempre sperando che buon senso e ideali siano radicati anche in chi detiene potere politico ed economico.
    Scusate il pessimismo storico, ma credo che certe rivoluzioni abbiano buona riuscita partendo da buoni esempi, anche piccoli, ma capaci di generare a ripetizione figli altrettanto capaci. Mi pare non ci sia, al momento, la situazione sociale adatta per determinati cambiamenti. Non è sempre vero, purtroppo, che il bisogno aguzza l’ingegno.
    La situazione politica e sociale del momento non può fare altro che tirare avanti con agonizzanti acciaierie e cave malandate, malsane ed ecologicamente distruttive, ma senza alternative realizzabili. Parliamoci chiaro: in questo momento, un operaio di cinquant’anni, con contributi di 25/30 anni, come potrebbe sopravvivere al fallimento e alla chiusura della ditta per cui lavora da una vita. In questo momento quali sarebbero le possibilità di essere impiegato, a quell’età, in un nuovo lavoro?
    Perdonatemi. Come già detto, ho il vizio del “verismo”. Mi viene da denunciare storie reali, come il Verga …..
    Con questo non voglio affermare che sia da abbandonare ogni velleità di miglioramento. Ma ci deve essere una congiunzione propizia di fattori per arrivare ad uno sviluppo positivo. Difficilmente ci si può arrivare con ideali e prese di posizione, senza che la realtà aiuti. Non bisogna senz’altro darsi per vinti ma i compromessi, in epoche difficili, aiutano molto.
    Ora lascio, specificando alcune cose:
    – parlo di parco e non di Parco;
    – il porto non fa schifo in quanto porto. Fa schifo per come è stato realizzato, avrebbe dato lavoro (anche di più) se almeno fossero state fatte le rifiniture, se fosse stato curato nei particolari. Mancano stuccature, manca lo stondamento degli angolo vivi, mancano scale con un appropriato rapporto di ripidità, tanto per fare qualche esempio. Ripeto: sembra un lavoro effettuato neglia anni ’80 e bisognoso di ristrutturazione. E’ ALLUCINANTE!
    – il cacciatore moderno, per quanto astuto, non agisce per bisogno ma per diletto, provando soddisfazione nel vedere le preda agonizzante. Trovo non sia un interlocutore adatto alla mia ricerca di equilibrio.
    Vi ringrazio per la coinvolgente discussione.
    Buonanotte
    Paola

  21. Astuto Cacciatore

    Posto nuovamente quello che ho scritto a proposito di: SAN VINCENZO: SEL E PRC SULLA QUESTIONE RIMIGLIANO

    Alcuni anni fa tutti questi problemi sull’edificazione a Rimigliano e Baratti non ci sarebbero stati, pensiamo alla costruzione di Riva degli Etruschi, dei vari altri villaggetti e più recentemente del Garden Club, tanto per fare un esempio. Se a Rimigliano, si fosse cominciato a costruire nel 99 o nel 2000, anni in cui l’ambientalismo già era molto attivo, nessuno ci avrebbe fatto caso. Allora perché, oggi, tutto questo casino? Semplicemente perché, oggi, la misura è colma. La gente, intanto, è molto affezionata a Baratti e a Rimigliano e non gradisce di vederli, probabilmente, di più difficile accesso per le loro gite domenicali. Poi è malvisto il fatto che amministrazioni comunali, presunte di sinistra, appoggino, incondizionatamente, questi progetti. Ma la cosa più importante è che dopo tanti anni di speculazione edilizia sulle nostre coste siamo arrivati alla consapevolezza, (c’è n’è voluto), che questo modo di fare “sviluppo economico” è inefficiente, non porta che poco lavoro e scarsa ricchezza (sono convinto che non ne porterà gran che nemmeno ai lor signori “muratori” perché con la crisi spaventosa che si sta profilando sarà difficile vendere questo prodotto, ma di questo, diciamolo pure, non ce ne frega niente.) Intanto, anche a Piombino, si fa un’altra bella colata di cemento sul mare, in via Amendola. Ma, ormai, questo modo di fare l’ “economia” di una città, è obsoleto, vecchio, stantio, deprimente. Le alternative ci sono, ma la scarsa preparazione professionale di chi fa imprenditoria e di chi ci governa a livello locale, il loro provincialismo, il loro essere capaci solo di stare attaccati alle proprie “parrocchie”, in altre parole la ristrettezza mentale di questa classe dirigente, si sta rivelando in tutta la sua inadeguatezza. Una cosa è certa, che questi signori non incantano più nessuno. E’ finito il tempo che la gente stava a farsi imbeccare dalle parole propagandistiche dei politicanti di mestiere. Oh, come siete bravi, come siete buoni, come siete democratici, si diceva… (A Piombino, lo sappiamo bene questo). Il caro sindaco continua a provarci quando ci offre i suoi roboanti editoriali sul giornalino comunale; fortunatamente, nessuno li legge perché sono incomprensibili. E’ la fine di un’era.

  22. Riccardo Gelichi

    Signor Astuto, io cerco di fare politica e di portare una proposta alla città. Non ho interesse a continuare una discussione che rischia di diventare filosifica, ma invece sono molto interessato a prospettive di sviluppo alternative alla fabbrica che siano anche, come si dice oggi, sostenibili. Mi rivolgo a lei ma anche a tutti gli altri interlocutori. La mia mail : riccardogelichi@gmail.com, se vuole mandi tutte le proposte che conosce, il nostro gruppo le vaglierà con scrupolo e se le riteniamo condivisibili e praticabili le inseriremo nel programma. Noi di AscoltaPiombino non abbiamoi mai pensato di avere le ricette in tasca, vorremmo nutrirci di buone idee e di brave persone. Un cordiale saluto.

  23. Astuto Cacciatore

    Mentre, noi blogger di Corriere Etrusco, ci spremiamo le meningi per produrre proposte valide, alternative, interessanti, andiamoci a rileggere questo articolo reperibile a questo link:
    http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=65398
    (HO TAGLIATO ALCUNI BRANI) FATE MOLTA ATTENZIONE ALTITOLO

    TOSCANA – Tornerà il ballo del mattone, ma sarà diverso, meno sfrenato, meno spregiudicato. …
    MARIO LANCISI
    LUNEDÌ, 21 DICEMBRE 2009 IL TIRRENO – Toscana

    Sono troppe le lottizzazioni dove nessuno acquista, e gli ambientalisti non hanno tutti i torti. Ora bisogna puntare sulla qualità

    Tornerà il ballo del mattone, ma sarà diverso, meno sfrenato, meno spregiudicato. «Ci sarà futuro solo per un’edilizia di qualità. Pochi mattoni ma buoni e ad un prezzo giusto», osserva Maurizio Berrighi, 50 anni, imprenditore edile della Val di Cornia, a capo di un gruppo di aziende che danno lavoro a cento dipendenti. «Sì, come costruttori bisogna fare autocritica. Quando il mattone girava forse molti ne hanno approfittato. Hanno costruito senza puntare alla qualità. Tanto per fare soldi. Oggi i nodi sono venuti al pettine», dice Berrighi.
    Asor Rosa ha ragione. E i nodi sono le tante lottizzazioni ferme, che nessuno acquista. Case nel deserto. I tanti insediamenti brutti da vedere. Le denunce di Oliviero Toscani, Alberto Asor Rosa e Salvatore Settis contro la Toscana del cemento. Berrighi riconosce: «Sicuramente hanno ragione quando si riferiscono ad episodi eclatanti, reali, ma che per fortuna ritengo essere casi isolati». Insomma, occorre fare punto e capo: «La ripresa sarà lenta. Prima deve riprendersi l’industria. Bisogna che la gente torni ad avere soldi da investire. Solo a quel punto tornerà il mattone. Ma dovrà essere di qualità, IN ZONE POCO COSTRUITE, di forte richiamo», spiega Berrighi.
    Le perle etrusche. L’industriale della Val di Cornia non a caso punta il futuro prossimo della sua attività sul golfo di Baratti e in quella lingua di costa, tra San Vincenzo e Piombino. L’anno che verrà segnerà l’avvio dei lavori per la ristrutturazione della fattoria di Poggio all’Agnello (con centro congressi, centro benessere e un albergo da 800 posti letto) e Rimigliano. Quest’ultima tenuta è stata acquistata dal fallimento della Parmalat, si estende per 550 ettari ed è costituita da ville, casali e poderi. Alla fine, nel 2014, dovrebbero spuntare cento appartamenti di pregio e un albergo di 75 camere.
    Da Pecci a Antinori. Due perle nel cuore della costa etrusca. Lo stile dell’imprenditore è questo: scegliere posti d’incanto e attorniarsi di soci di nome illustre. Dal finanziere Alberto Pecci, uomo d’affari pratese, a Piero Antinori, alla famiglia Falck. (…)
    Dai libri al cemento. Sostiene, Berrighi, che questa regola l’ha imparata da papà Mario, ex barrocciaio e cavatore, che nel 1962 avviò l’azienda con un prestito di 700mila lire. Maurizio aveva tre anni. A 17 anni raggiunse il babbo in azienda. (…) Da operaio a imprenditore. Il babbo puntò i piedi. «Allora io mi faccio un’azienda per conto mio», si ribellò Maurizio. Dopo due giorni il babbo cedette e lo nominò coadiuvatore.(…)
    Il mio amico Manciulli. Un insegnamento che Maurizio si è portato sempre dietro, racconta. E lo ha aiutato quando i venti gli hanno soffiato contro. Il fatto di essere iscritto prima ai Ds e ora al Pd ad esempio gli hanno procurato qualche critica. «Facile fare gli affari quando hai sindaci amici…», si è sentito ripetere. Ma lui, Berrighi, amico di Andrea Manciulli, fan di D’Alema, ci tiene a precisare: «Come cittadino sono di sinistra, ma come imprenditore seguo le regole. La prima delle quali è pagare le tasse. Sa quale è uno dei miei vanti? Che quando uscì la notizia del mio interesse per Rimigliano, Manciulli lo seppe a cose fatte.

    AVETE LETTO ? RINFRESCARSI LA MEMORIA FA SEMPRE BENE.

  24. Astuto Cacciatore

    Tornerà il ballo del mattone, ma sarà diverso, meno sfrenato, meno spregiudicato. …
    MARIO LANCISI
    LUNEDÌ, 21 DICEMBRE 2009 IL TIRRENO – Toscana

  25. ASTUTO CACCIATORE

    C’erano una volta i padroni cattivi, affamatori del popolo, schiavisti. Poi vennero i coraggiosi compagni e li combatterono in nome del popolo. I cattivi padroni ritennero opportuno allearsi con i paladini del popolo, in modo che tutto cambiasse affinché tutto rimanesse uguale. Si iscrissero così al Partito e insieme affidarono a tutta una schiera di imbonitori il compito di far capire al popolo questa strana alleanza. Alcuni, (molti) giornalisti cominciarono a scrivere articoli come questo:
    http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=65398
    dal prezioso titolo
    Tornerà il ballo del mattone, ma sarà diverso, meno sfrenato, meno spregiudicato. …
    MARIO LANCISI
    LUNEDÌ, 21 DICEMBRE 2009 IL TIRRENO – Toscana
    Il popolo lesse e cominciò ad esclamare : Compagni e imprenditori (Il nuovo nome dei padroni): come siete bravi, come siete buoni, come siete democratici voi…
    Meditate gente, meditate….

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