VAL DI CORNIA: «ACCANIMENTO TERAPEUTICO» CON LE RINNOVABILI?

Piombino negli ultimi dieci anni è stata contemporaneamente una città di innamoramenti, e successive delusioni, tutti sempre a discapito del territorio e dei residenti. Una città delle “mode”.  E allora prima c’è stata la moda dei Fanghi di Bagnoli, una grande svolta epocale per il territorio. Poi la moda dell’Autostrada che ci darà la SS.398, la moda “storica” del progetto Utopia, trasformato in “Città Futura” e ora tornato “Utopia”. La moda delle frane, ogni tanto c’è n’è una nuova, qualcuna di origine naturale, qualcun’altra meno.  Poi la moda dell’ospedale a Riotorto, un must, il cui progetto è a “Chi l’ha visto” e al quale ci dicono che  non possiamo certo rinunciare, mentre intanto smantellano, un pezzettino alla volta, per non fare rumore, quello di Piombino. Poi la moda dei porti turistici… oggi  è il turno della moda delle rinnovabili. Ettari di pannelli solari a coprire le campagne  invece di stare sui tetti di case e capannoni, e 20 pale eoliche, alte come grattacieli di 40 piani, messe a “random” in mezzo alla campagna della Val di Cornia, giusto per rendere insignificanti le due ciminiere dell’Enel, che a quel punto faranno solo “Pendant”, e dare una “sana” mazzata al turismo locale.

Sull’argomento riportiamo un approfondimento di Giuliano Parodi che illustra con documenti alla mano, l’accanimento terapeutico che ci sarà a breve nell’area di “Colmata”. Buona lettura.

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«L’aggressione al territorio agricolo del comune di Piombino – inizia Parodi – da parte delle energie rinnovabili, circoscritto all’area intorno alla foce del Cornia non trova pace.

Cosi’ dopo i due impianti Eolici da 18 e 6 Mw, con delibera di Giunta n.1126  il 12 dicembre 2011 la Regione Toscana ha dato parere favorevole con prescrizioni di compatibilita’ ambientale al progetto di realizzazione del mega campo fotovoltaico proposto dalla ditta Officine Elettriche Balsini srl.

L’area interessata dal progetto è situata in località Bocca di Cornia, all’interno di un triangolo delimitato (vedi foto allegata) ad est dall’argine del Fiume Cornia, a sud dalla S.P. 23 bis “Strada della Base Geodetica” e ad ovest dal Fosso del Cornia Vecchio, che corre lungo la S.S. 398; la superficie totale del lotto è di circa 47 ettari, di cui circa 25 sono occupati dal campo fotovoltaico e nei restanti 22 sono previste attività agricole-pastorali ed una vasca di compensazione, trattandosi di zona a rischio idraulico notevole.

L’impianto è suddiviso in tre sezioni distinte da 6 MW ciascuna, per un totale di 60.390 pannelli fotovoltaici connessi in serie e installati ad un’altezza di 1,2 m da terra, mediante una struttura collegata al terreno con pali a vite profondi 1,60 m; l’altezza totale delle lavagne, inclinate di 30° rispetto al terreno, è pari a 3,9m.

Il Regolamento Urbanistico del Comune di Piombino, prevede  che questi impianti possano essere consentiti  “nelle sottozone agricole E1 a ridotta capacità produttiva, caratterizzate da fenomeni di ingressione del cuneo salino”.

Questa norma accompagnata da nessuna azione concreta dei Comuni volta alla diminuzione del cuneo stesso, dovuto all’eccessivo emungimento della falda a causa delle numerose perdite nell’acquedotto, stimate nell’ordine del 40% che obbligano a emungere ed immettere nella rete idrica un quantitativo di acqua superiore alle effettive necessita’ della popolazione, di fatto da via libera all’abdicazione dell’agricoltura e alla semina di pannelli e pale eoliche.

Sempre per  quanto riguarda la risorsa idrica, il progetto prevede la pulizia dei pannelli da effettuare due volte all’anno per un totale di 75 giorni, con approvvigionamento dall’acquedotto comunale e trattamento di demineralizzazione.

In ultima analisi assistiamo ad un “accanimento terapeutico” intorno ad un area che presenta gia’ un profilo confuso tra zone industriali e zone protette, su cui andrebbero ad insistere: 23 torri eoliche di oltre 120 metri, 25 ettari di pannelli fotovoltaici, il terminale di arrivo del metadonotto algerino GALSI, ubicato in gran parte nell’area contigua della riserva naturale Orti-Bottagone, (vedi foto allegata) con approdo nell’ambito della spiaggia certificata Bandiera Blu della costa est, e l’eventuale bretella 398 fino al porto nell’ambito del completamento dell’autostrada Tirrenica.

La mancanza di pianificazione salta all’occhio, le energie rinnovabili sono da difendere ma in primis devono essere soggette a localizzazione da parte delle Amministrazioni che, una volta individuate le aree adeguate, danno via libera alle aziende private che vogliono investirci e non viceversa, altrimenti si ottiene solo un ampliamento del degrado ambientale a favore della mera speculazione».

 

Giuliano Parodi

Responsabile Enti Locali

PRC Federazione Elba-Val di Cornia

Scritto da il 21.2.2012. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “VAL DI CORNIA: «ACCANIMENTO TERAPEUTICO» CON LE RINNOVABILI?”

  1. ASTUTO CACCIATORE

    “…rendere insignificanti le due ciminiere dell’Enel, che a quel punto faranno solo “Pendant”, e dare una “sana” mazzata al turismo locale.”
    Eh si, con la crisi economica in atto, il turismo sarà sempre più in sofferenza e la visuale delle splendide pale eoliche renderà ancora meno invitante venire a villeggiare sulle nostre coste. Per sopperire a questa mancanza, accorti imprenditori “aiutati” da solerti amministratori stanno tentando di fare dei begli alberghi e residence di lusso a Baratti e Rimigliano…
    Questo è lo stato in cui siamo, signori !!!

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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