AL QOLL FESTIVAL SI RAGIONA SUL FUTURO DELL’INFORMAZIONE ON-LINE

I relatori Cava, Pellei, Rossetti e Bini

E’ iniziato giovedì 7 ottobre, e terminerà questa sera con la consegna dei premi ai vincitori, il Qoll festival, il festival dei Quotidiani On Line, che nasce per avviare una riflessione sui numeri e la qualità dell’informazione che passa oggi sul web, che si è aperto giovedì mattina a San Benedetto del Tronto e al quale partecipa in qualità di finalista per la sezione “migliore Home page” anche la nostra testata.

Organizzatore della manifestazione è l’Ipi (Imprese Promozione Italia), che ha ottenuto il patrocinio della Città di San Benedetto del Tronto, della Provincia di Ascoli Piceno e dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche, rappresentato in conferenza stampa dal presidente Giannetto Rossetti, che è tra l’altro anche il direttore artistico del QOLL e presidente della giuria.

Questa è composta dal sindaco di San Benedetto Giovanni Gaspari; Matteo Bini (Giornalista e Docente PNL applicata alla comunicazione); Rossella Luciani (direttore de ilsegnale.it); Maurizio Compagnoni (telecronista sportivo Sky); Mimmo Minuto (direttore de ilquotidiano.it); Pietro Lucadei (direttore de il mascalzone.it) e Nazzareno Cicchi (Istituto di Ricerca IIRIS).

Il momento clou del Festival si avrà questa sera, venerdì 8 ottobre, al Grand Hotel Excelsior, quando verranno svelati i nomi dei vincitori delle sei categorie: migliore home page, migliore veste grafica, migliore articolo giornalistico, miglior nome, miglior banner e il più importante, cioè il premio dedicato al miglior progetto editoriale, che tra l’altro sarà anche il vincitore assoluto di questa prima edizione della kermesse. A loro oltre il riconoscimento per il lavoro svolto, andranno anche delle pregiate creazioni realizzate dagli artigiani locali di ArteViva.

Sono già arrivati in città i rappresentanti delle 21 testate finaliste, provenienti da 12 regioni, selezionate tra le circa 700 censite dall’Ipi in tutta Italia, verificandone la registrazione in Tribunale, cosa che differenzia un blog informativo da un giornale online.

«L’ambizione dell’Ipi – ha detto il presidente Luigi Cava – è quella di avere dati più certi sul mondo dell’informazione online. Per far ciò ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione dell’Odg e dell’Istituto di ricerca IIRIS, che elaborerà un report con statistiche aggiornate».

«In questo campo c’è bisogno di maggiore organizzazione – ha spiegato Camillo Di Monte, presidente dell’IIRIS – tanto che oltre a realizzare un’indagine interna al Festival, approfittando della presenza di giornalisti da tutta Italia, creeremo un Osservatorio nazionale sul panorama dei quotidiani online».

E proprio sull’importanza di questo nuovo modo di fare informazione, si è concentrata l’attenzione del presidente dell’Odg Rossetti: «Come Ordine abbiamo aderito perché riteniamo questa iniziativa interessante e con possibilità di sviluppo anche a livello nazionale. Questo sarà il futuro della professione, non è un sottomondo, bensì un mondo che esiste da diversi anni e che si sta sviluppando assieme alle tecnologie che avanzano. È opportuno puntare però sulla qualificazione professionale, e sulla verifica delle notizie, nonostante internet imponga tempi rapidissimi».

Lungimiranza. È questa la parola chiave per Matteo Bini, tra i pionieri della comunicazione sul web: «Credo che l’online possa diventare il primo baluardo della libertà di informazione, perché dove ci sono tante teste autonome, come nelle piccole redazioni, ci sia anche pluralismo e democrazia».

Nel pomeriggio di giovedì presso il museo comunale delle anore si è tenuto il convegno Micro e (è) Macro, Fenomenologia dell’informazione online.

«Una cosa è certa – ha iniziato il presidente Rossetti – non esiste il giornalista online, esiste il giornalista. La verifica della notizia è la stessa, così come le responsabilità giuridiche, a cambiare sono il linguaggio e i tempi. Anche se è una delle nuove frontiere della professione, siamo ancora in una fase pionieristica – ha aggiunto – non dobbiamo però ripetere l’errore commesso al tempo delle tv e radio private, lasciate senza una regolamentazione. Anche oggi c’è una proliferazione di giornali web, che l’Osservatorio sui quotidiani online proposto dall’IIRIS , (Istituto Italiano di Ricerca e Informazione Statistica) ha intenzione di monitorare, solo i migliori resisteranno a quella che è una sorta di selezione naturale».

Non ci sarebbe ancora, infatti, secondo gli organizzatori del Festival, un censimento delle testate web. «Cinque anni fa – testimonia Matteo Bini –  ho rintracciato circa 500 quotidiani online registrati, oggi per sparare una cifra saranno 5mila. Ma molti di quelli che c’erano non ci sono più, perché non erano sostenuti da un piano di marketing. È però vergognoso che nel 2010 gli online siano ancora esclusi dai finanziamenti pubblici».

A questo punto è arrivata la proposta, lanciata dall’editore di Sanremonews.it, di abolire gli aiuti anche per i cartacei e lottare per la sopravvivenza ma stavolta sullo stesso piano. Ma ancor più ben accetta dalla platea è stata l’ipotesi avanzata da Bini: «Non è solo una questione di soldi ma anche di tutele – ha argomentato l’esperto piemontese – un giornale online con la pubblicità che riesce a raccogliere a livello locale non sta in piedi, o se lo fa è una struttura molto labile. Anni fa ho lanciato un’idea, quella di organizzare un network di piccoli quotidiani online per arrivare insieme a 100mila contatti giornalieri e poter battere cassa alle multinazionali».

Una sorta di “class action” che si baserebbe sul fatto che la pubblicità su internet è più controllabile, poiché misura il numero di contatti unici, ma molte aziende non lo sanno ancora. «Tutelare economicamente queste piccole redazioni – ha aggiunto Bini – vuol dire tutelare anche la libertà  di informazione nel nostro Paese. In Piemonte i giornali online contano decine di migliaia di lettori ogni giorno, ma la Provincia continua a finanziare solo la carta stampata».

Ma oltre alla necessaria formazione, gli online devono reinventarsi ogni giorno per sopravvivere alla concorrenza spietata che vede per esempio oltre 10 testate web nella sola Agrigento e alla penuria di sponsor, un caso particolarmente sentito dagli amici aquilani de Ilcapoluogo.it: «Dopo il sisma contiamo 20mila ingressi unici al giorno – testimonia la sua giovane editrice – e il nostro staff conta 14 giornalisti, le cui notizie sono diventate un punto di riferimento anche per tanti aquilani all’estero. Ma ciononostante non siamo commercialmente appetibili rispetto al nostro diretto competitor che è ilCentro.it del gruppo Espresso».

Il convegno ha quindi lanciato il messaggio che il locale è solo il punto di partenza, perché già solo tessendo una rete tra tutte queste piccole e medie realtà sarebbe possibile creare un fronte comune per essere competitivi su un mercato pubblicitario che si è contratto in questi due ultimi anni per la crisi dei mercati, e che mira solo ai grandi numeri e network, lasciando da parte piccole realtà che quasi sempre però hanno lettori che frequentano il giornale reali, in quanto prsenti sulle pagine per lunghi periodi di tempo, e spesso influenzati positivamente nelle loro abitudini dalla pubblicità presente sulla testata giornalistica.

Scritto da il 8.10.2010. Registrato sotto cultura, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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