VAL DI CORNIA: PARTE IL NUOVO ACQUEDOTTO INDUSTRIALE

Presentato martedì nella sala consiliare del comune il nuovo acquedotto “Cornia industriale”, già in via di completamento, tramite il quale saranno recuperate degli scarichi civili acque che, opportunamente depurate, verranno utilizzate a scopo industriale dallo stabilimento Lucchini di Piombino. Al progetto, ideato e realizzato da Asa in parte con i fondi europei previsti dal Documento unico di programmazione, e in parte autofinanziato, è seguito un accordo con l’azienda dell’acciaio: questa si è impegnata ad utilizzare annualmente 1,6 milioni di metri cubi di acqua, pagando una tariffa che dovrebbe coprire i costi finanziari e di gestione, non gravando perciò sul prezzo dell’acqua potabile.

L’acquedotto, costato dieci milioni di euro, è composto da una condotta di circa otto chilometri che, partendo dal depuratore della località Guardamare di San Vincenzo, affluisce in un serbatoio da duemila metri cubi a Campo alla croce a Venturina, dove il contenuto viene reso idoneo all’uso industriale. Da qui un nuovo impianto di sollevamento porta allo stabilimento industriale l’acqua, che è poi dirottata verso l’altoforno e i laminatoi.
Visibilmente soddisfatto il sindaco Anselmi, che ha posto l’accento sul «significato culturale» dell’operazione, riferendosi soprattutto alla collaborazione, definita fruttuosa, fra Asa e Lucchini.

Di importanza della cooperazione fra pubblico e privato ha parlato lo stesso direttore delle relazioni esterne del gruppo Lucchini, Francesco Semino, che ha espresso apprezzamento anche per la soluzione economicamente sostenibile trovata dai tecnici Asa al problema dell’approvvigionamento di acqua. «Non secondariamente – ha poi spiegato – è importante che si eviti di prelevare ogni anno oltre un milione e mezzo di metri cubi d’acqua direttamente dalla falda».

Questa, infatti, dovrebbe risentire positivamente
dell’operazione, mentre verrebbe limitato il fenomeno di avanzamento verso l’entroterra del limite delle acque marine, oltre a quello dell’abbassamento dei terreni. Infine, sarebbe possibile evitare che siano rilasciate in mare acque che, pur rientrando nella norma, contengono comunque un carico organico.

«E’ estremamente positivo – hanno concordato il presidente di gestione e quello del consiglio di sorveglianza di Asa, Baldassarri e Del Nista – che una soluzione che va incontro alle esigenze dei cittadini e dell’industria sia, allo stesso tempo, ecosostenibile. Insomma, è la prova che sul territorio il governo della risorsa idrica c’è, e migliora costantemente».
Infine, come ha ricordato il presidente del Circondario della Val di Cornia Giampaolo Pioli, prima di chiudere i mandati amministrativi sarà riunito il cosidetto “tavolo idrico”, a cui sarà fatto un punto sulle politiche di risparmio e riutilizzo dell’acqua.

Matteo Toffolutti

Scritto da il 15.4.2009. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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