PIOMBINO: TRAVAGLIO ALLA FESTA DELL’ ITALIA DEI VALORI
Venerdì 19 settembre apre alle 16 la festa dell’Italia dei Valori presso i giardini Pro Patria a Piombino con musica e stand gastronomici, e apre subito con un ospite d’eccezione: sarà infatti a Piombino il giornalista Marco Travaglio che a partire dalle 21.00 sul palco del Pro Patria farà le sue riflessioni e le anticipazioni a livello politico e giudiziario sul “manovratore”. Si ricorda, con l’occasione, che in caso di pioggia il dibattito si terrà presso il palazzetto dello sport di via Ferrer, sempre a Piombino.
Marco Travaglio ha cominciato la propria attività come giornalista free lance in piccole testate di area cattolica, come “Il nostro tempo”, con il quale al tempo collaborava anche Mario Giordano.
Al Nostro tempo conobbe Giovanni Arpino che, nell’ottobre del 1987, lo presentò a Indro Montanelli il quale, alla vigilia di Pasqua del 1988, lo chiamò a collaborare al Giornale. Per il quotidiano milanese lavorò come vice-corrispondente da Torino dal 1987 al 1992. Quando, nel 1994 Montanelli lasciò il quotidiano che aveva fondato venti anni prima, lo seguì, con altri cinquanta redattori, nella breve esperienza de La Voce. Travaglio ha poi collaborato con diversi quotidiani e periodici, fra cui Sette, Cuore, Il Messaggero, Il Giorno, L’Indipendente, Il Borghese e L’Espresso.
La sua principale area di interesse è la cronaca giudiziaria, dalle questioni legate all’antimafia, ai fenomeni di corruzione, a partire dalla cosiddetta inchiesta Mani pulite, sviluppata sotto forma di indagini e raccolte storico-giornalistiche. Più di una volta i suoi articoli hanno suscitato le ire dei politici, spesso senza distinzione di schieramenti.
Prima del 2001 ha pubblicato sul settimanale di destra il Borghese, in versione integrale e a puntate, le intercettazioni telefoniche fatte dalla polizia al movimento Lotta Continua (inclusi Gad Lerner, Giuliano Ferrara, Andrea Marcenaro e Luigi Manconi) il giorno seguente l’arresto di Adriano Sofri per l’accusa dell’Omicidio Calabresi. Secondo Dagospia, “nei nastri registrati dall’autorità giudiziaria se ne sentono di tutti i dolori e colori”. Tale iniziativa ha causato insofferenza nei confronti del giornalista da parte di numerosi ex movimentisti di allora, ivi incluso Flores d’Arcais.
Il 14 marzo 2001 durante un’intervista nella trasmissione Satyricon, ideata e condotta da Daniele Luttazzi, presenta il suo libro L’odore dei soldi, un’inchiesta sull’origine sospetta dell’arricchimento di Silvio Berlusconi, due mesi prima delle elezioni; successivamente lo showman che lo aveva ospitato viene allontanato dalle reti televisive.
Dal 14 settembre 2006 al 2008 è ospite fisso nella trasmissione di approfondimento giornalistico Anno Zero, condotta da Michele Santoro, dove conduce una rubrica dal titolo Arrivano i mostri. Tra le sue ultime battaglie si ricorda una decisa opposizione alla legge di indulto del 2006 promulgata dal Parlamento, da lui considerata un indegno “colpo di spugna” a favore della parte corrotta della classe politica.[4]. In una puntata della trasmissione “Annozero” di Santoro, ha anche espresso il suo parere negativo nei confronti della legge Mastella (approvata nel luglio 2007 dal Parlamento), da lui considerata una “legge bavaglio”, poiché fortemente limitativa nell’utilizzo, da parte dei giornalisti, delle intercettazioni telefoniche. Recentemente si è anche espresso negativamente sull’ipotesi di concessione della grazia all’ex funzionario del Sisde Bruno Contrada, condannato a dieci anni per concorso esterno in associazione mafiosa. A causa di questa posizione è stato duramente contestato da Giuliano Ferrara sul “Foglio”.
L’8 settembre 2007 ha aderito al V-Day lanciato da Beppe Grillo, partecipando alla manifestazione che prevedeva una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare, con un discorso tenutosi in piazza Maggiore a Bologna.
Il resto, comprese le collaborazioni con Beppe Grillo, e i giornali l’Unità e Repubblica sono attualità.