RIMIGLIANO VISTO DA LEGAMBIENTE, WWF, ARCI E ITALIA NOSTRA

Il documento di indirizzo dell’Amministrazione comunale di San Vincenzo per la ristrutturazione dell’area di Rimigliano, contiene, rispetto ai passaggi precedenti, alcune novità da prendere in considerazionesecondo le associazioni Legambiente, WWF, Arci e Italia Nostra.

«Valutiamo positivamente – commenta il comunicato delle quattro associazioni – che tutti i soggetti interessati comincino a ragionare sull’importanza della attività agricola, che si parli di albergo preferendolo a nuove residenze turistiche alberghiere (RTA), in poche parole seconde case, recependo la linea del Piano Strutturale d’Area, che si pongano vincoli architettonici nel recupero degli edifici, che venga acquisita alla fruibilità pubblica una fascia boschiva adiacente la via della Principessa, che si ragioni di inserire la tenuta nell’area naturale protetta (ANPIL)».
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«Tuttavia – continua il comunicato – questi indirizzi vanno meglio puntualizzati e non devono comunque ledere l’esigenza, per noi inderogabile, di evitare nuove edificazioni all’interno della Tenuta. Quindi, anche la costruzione di un nuovo albergo non è in linea con la filosofia del Piano strutturale che prevede alberghi solo in strutture esistenti o in area urbana. Giova ricordare sempre la prescrizione della SOPRINTENDENZA secondo la quale, nell’area di Rimigliano, “ogni nuova edificazione è incompatibile con l’ambiente”.

La proposta delle nostre associazioni, ferma la non negoziabilità del punto precedente, intende dare un contributo alle scelte che verranno fatte, e può essere sintetizzata nei seguenti punti principali:

· ANPIL Proposta immediata di ANPIL (Area Naturale Protetta di Interesse Locale) su tutta la Tenuta, e non, in un secondo tempo, su quanto ne rimarrà dopo l’intervento.

· AGRICOLTURA l’attività agricola deve essere il punto di partenza e la questione centrale nel progetto di ristrutturazione. L’azienda deve produrre un PAMA (Piano Agricolo di Miglioramento Aziendale), dal quale partire per valutare il reale fabbisogno dell’azienda agricola di locali e annessi per lo svolgimento dell’attività. A tale riguardo ci auguriamo che l’Azienda Agricola voglia promuovere la vocazione agricola di qualità delle nostre zone, pensando alla valorizzazione delle proprie produzioni biologiche, introducendo anche attività di trasformazione con conseguente ulteriore valore aggiunto e ricaduta occupazionale. Non trascurabili ci appaiono anche le molteplici attività connesse con l’agricoltura che il moderno concetto di multifunzionalità delle aziende agricole propone, quali il reinserimento di persone diversamente abili (Agricoltura Sociale), le attività didattiche con le Scuole (Fattorie Didattiche), la cogenerazione di energia e via di seguito.

· PATRIMONIO EDILIZIO Solo la parte del patrimonio edilizio esistente, non necessario all’attività agricola, potrà essere convertita all’utilizzo alberghiero e non a RTA (seconde case), ma sempre con criteri fortemente legati all’attività agricola e all’ambiente naturale circostante. La superficie di annessi agricoli o costruzioni aggiunte non può essere usata se non per costruire eventuali nuovi annessi agricoli che si renderanno necessari.

· LAGO DI RIMIGLIANO Il restauro della zona umida del Lago appare soluzione ottimale da un punto di vista ambientale e per la promozione ulteriore del turismo naturalistico.

· AZIENDA FAUNISTICO-VENATORIA

Questo istituto faunistico previsto dalla L.R.3/94 risulta assolutamente incompatibile con la previsione di ANPIL, di PAMA collegato alle produzioni biologiche e di gestione con finalità naturalistiche e di conservazione che si intendono perseguire con il ripristino della zona umida del lago di Rimigliano. Siamo pertanto a ribadire la nostra contrarietà a questa previsione.

Quanto su esposto in estrema sintesi – concludono le quattro associazioni – ci sembra un punto di partenza per una discussione che, auspichiamo, porti ad una riqualificazione di Rimigliano meno traumatica per l’ambiente e in linea con un’economia fondata sul reddito anziché sulla rendita. Una discussione capace di coinvolgere i cittadini in un confronto aperto, senza esiti precostituiti. La partecipazione deve poter apportare il valore aggiunto della conoscenza dei propri territori e del misurarli sulla qualità del viverci; essa non può essere ridotta alla sola informazione, talvolta lacunosa, sui progetti, né nella formazione di un consenso “a posteriori” su scelte già prese».

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Scritto da il 29.3.2007. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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