VERDI: QUALI BENEFICI DAGLI EURO PER LA LUCCHINI?
Il presidente dei Verdi della Val di Cornia Marco Chiarei pone l’attenzione sui finanziamenti statali che potrebbero liberarsi per il risanamento ambientale dell’area industriale e fare una analisi su quanto ricadra sulla città di tutti questi milioni di euro promessi.
«Prendiamo atto che, – inizia Chiarei – se la partita “Siderco”, anche grazie ai finanziamenti regionali, potrebbe finalmente avere un ruolo decisivo nelle politiche dei rifiuti e nell’attuazione di Città Futura, sul cui progetto auspichiamo un dibattito pubblico; se la liberazione dell’agglomerato può preludere ad avviare lo sviluppo del porto commerciale tanto auspicato, non altrettanto si può dire per lo spostamento dei carbonili, su cui non c’è certezza sui tempi e finanziamenti, e seri dubbi introduce la ventilata presenza di Sviluppo Italia che potrebbe penalizzare i soggetti economici locali».
Il presidente dei Verdi continua sottlineando «che la nostra posizione di contrarietà a collocare i carbonili sulle future aree di espansione portuale è sempre più condivisa, a conferma della evidente inopportunità di tale scelta.
Il nodo principale rimane però l’assenza dell’azienda Lucchini in questa fase di contrattazione nel senso che, pur essendo il primario soggetto beneficiario di tali e cospicui contributi economici pubblici, non è al momento chiamata a precisi impegni nel campo del risanamento ambientale e della certificazione ambientale EMAS».
I Verdi lamentano anche che «da parte del Ministero manca una precisa indicazione dei tempi e modi in cui attivare l’Autorizzazione Ambientale Integrata, cui l’azienda è soggetta per il D.Lgs 372/99. Il Ministro deve anche spiegare come intende erogare i finanziamenti, se con decreto legge, collegato alla finanziaria, rifinanziamento di leggi gia esistenti o altre forme.
Come abbiamo più volte sottolineato, in accordo con le politiche regionali ed europee, l’erogazione di denaro pubblico dovrebbe essere sempre subordinata all’applicazione ed all’ottenimento di standard ambientali migliorativi, come l’applicazione delle norme IPPC e delle Migliori Tecniche Disponibili, previste per la siderurgia, e l’avvio dell’iter di certificazione EMAS».
Marco Chiarei conclude evidenziando che «crescono anche le preoccupazioni per la mancanza di contestuali provvedimenti impositivi e coercitivi, peraltro promessi pubblicamente da parte dell’amministrazione comunale, tesi alla riduzione dell’attuale inquinamento atmosferico. Lo stato di precarietà degli impianti della cokeria non consente più ulteriori ritardi. Se non si persegue almeno l’allungamento dei tempi di distillazione del coke per ottenere, in tempi rapidi, miglioramenti ambientali percepibili, la revoca delle autorizzazioni alle emissioni si renderà necessaria come rimedio estremo a estremo male. In conclusione denunciamo la mancanza di definizione delle contropartite serie e concrete che la Lucchini dovrebbe obbligatoriamente accettare a fronte di eventuali interventi statali, visto anche l’attuale trend positivo del mercato dell’acciaio».