LUCCHINI, MOTORE O FRENO DELLO SVILUPPO DI PIOMBINO?
La provocazione dell’assessore Della Pina sul referendum sulla Lucchini ha il merito di rimettere al centro della campagna elettorale piombinese la questione della fabbrica ed i suoi rapporti con la città di Piombino. Con l’occasione poniamo alcune domande sull’argomento ad Anna Marrocco dei Verdi Piombinesi. Essendo in periodo di campagna elettorale, ovviamente siamo aperti ad ogni eventuale replica.
Sappiamo che sulla Lucchini avete molte cose da dire, perché secondo lei Della Pina ha lanciato questa provocazione?
«Penso che lo abbia fatto perché già da tempo il candidato Anselmi, e la coalizione che lo sostiene, si affannano a rassicurare sulle magnifiche e progressive sorti della Lucchini, considerata ancora motore di sviluppo economico e di futura qualità di vita (!), ma nessuno di loro denuncia l’assenza del piano industriale, che non è stato ancora presentato alle forze politiche ed ai cittadini, e sui cui contenuti dovremmo avere fiducia al buio. Nessuno denuncia che non ci sono state azioni da parte del Ministero o della Regione, oltre che parole. La politica locale ha mantenuto e continua a mantenere, un atteggiamento passivo e remissivo nei confronti dell’azienda».
C’è qualcuno che avrebbe paura di un tale referendum?
«La provocazione dell’assessore ha suscitato una tale levata di scudi da parte dei Sindacati, dei Comunisti Italiani, della segreteria Ds, da evidenziare la paura che un referendum popolare sul quesito della graduale riconversione industriale possa davvero dar voce al malcontento diffuso, alla percezione della fabbrica come ostacolo al vero sviluppo, alla voglia di cambiamento e di dignità soprattutto nelle e per le nuove generazioni, come dimostra lo stesso questionario a cura dei Ds compilato dagli operai. I cittadini non ne possono più di alzarsi la mattina e scoprire di averla scampata bella o di convivere con nuvole gialle o rosse a seconda dell’impianto che non funziona, dei quotidiani attentati alla salute pubblica, alla sicurezza sul lavoro e alla precarietà dell’occupazione».
C’è anche chi ha detto che è un uscita delirante quella di Della Pina specie in questo periodo.
Definire delirante l’uscita di Della Pina sul referendum, è una offesa al buon senso: delirante è l’aria che respiriamo, deliranti sono gli amministratori che per vent’anni hanno governato male e senza affrontare il problema, altro che il referendum!
Ma voi quale sorte vorreste riservare alla fabbrica piombinese?
Come Verdi non vogliamo la chiusura della fabbrica, ma non vediamo in quella esistente il futuro, per questo lavoriamo per creare le condizioni di una alternativa produttiva ed economica che possa dare giusta e buona occupazione, senza rischi di vita e di salute per lavoratori e cittadini. Ogni tentativo di chiudere gli occhi e conservare acriticamente l’esistente, ci mette fuori da ogni modo di produrre ecologicamente ed economicamente sano.
Dobbiamo avere il coraggio di decidere noi stessi delle sorti del nostro territorio, così come accade in molte altre realtà industriali europee ed italiane, dove i processi di diversificazione industriale sono oramai una realtà concreta con effetti positivi sull’economia, sull’occupazione e sulla salute dei cittadini.