I PROFESSORI: ”AUTOGESTIONE”? ARMA SPUNTATA

da “La Nazione” del 5-11-02

PIOMBINO. «Come docenti dei Licei Classico e Scientifico ci sembra doveroso rendere pubblica la nostra posizione riguardo all’autogestione, che durante la settimana interesserà il nostro Istituto. Senza entrare nel merito dei motivi che ispirano la protesta, vorremmo tuttavia ribadire la nostra contrarietà rispetto ad un tipo di manifestazione che si ripete ormai ogni anno con sconcertante ritualità e che, proprio per questo motivo, ci sembra aver perso efficacia, incisività, visibilità.

Alla fine si rischia di ottenere proprio la svalutazione, nell’immagine e nella sostanza, di quella scuola pubblica che tutti, ovviamente, siamo interessati a difendere e a rafforzare. Il modello che di fatto l’autogestione propone è quello della «scuola-supermercato» dove gli studenti, trasformati in consumatori, si servono acriticamente dei prodotti più svariati (i cosiddetti «corsi» autogestiti) senza che appaia con chiarezza il progetto, culturale e politico, che sostiene l’intera operazione.

Desideriamo inoltre sottolineare che tutti noi saremo presenti a scuola secondo il nostro normale orario di servizio, ovviamente pronti a svolgere regolare lezione per coloro che non parteciperanno alla protesta. L’eventuale collaborazione ai corsi gestiti dagli studenti sarà svolta a titolo esclusivamente personale.

Per questo motivo non possiamo essere ritenuti responsabili in alcun modo di quanto accadrà nell’Istituto durante i giorni della protesta a quanti aderiscono all’autogestione, dal momento che questi studenti, pur presenti fisicamente nell’edificio, sono di fatto assenti dalle normali lezioni.

L’organizzazione e la responsabilità delle attività autogestite, per definizione, competono naturalmente ai ragazzi. Invitiamo infine genitori e ragazzi a discutere serenamente le motivazioni della protesta e gli scopi che essa si propone, in modo che, qualsiasi sia la scelta che ciascun studente effettuerà, essa sia davvero libera e responsabile e non si traduca, come già è accaduto in passato, in una passiva accettazione di decisioni assunte da altri o, peggio, nella «non scelta» di restarsene a casa in attesa che la «confusione» trascorra.

In questa delicata situazione sarà dunque opportuno che da parte di tutti (dirigente scolastico, docenti, genitori, studenti) il confronto sia davvero aperto, sincero, consapevole, privo di pregiudizi e, soprattutto, non superficiale».
I docenti del Liceo Giosuè Carducci di Piombino.

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