PIOMBINO: GIACOMO TERMINE NON CONFERMATO NELL’ORGANICO DEL COMUNE
Piombino (LI) – Il Comune di Piombino ha deciso di non confermare la posizione di Giacomo Termine nell’organico del Comune di Piombino a conclusione del periodo di prova durato non sei mesi ma ben un anno a causa delle assenze. Ma Giacomo Termine è il sindaco di Monterotondo Marittimo e a segnalare l’accaduto è stata la Cgilalla quale è seguita prontamente la replica del Sindaco Ferrari.
Il sindacato, come si legge nella nota Fabrizio Zannotti, segretario generale Cgil provincia di Livorno, e Mauro Scalabrini, segreteria Fp-Cgil provincia di Livorno, sospetta si tratti «solo di un pretesto per mascherare un vero e proprio licenziamento politico. Termine – spiega la CGIL – è infatti un sindaco del Pd: non vorremmo che il centrodestra stesse cercando di creare un caso per sfruttarlo a fini elettorali in vista delle prossime elezioni regionali”. Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari ha chiarito la sua decisione: “Non credo sia giusto che qualcuno percepisca uno stipendio senza svolgere il lavoro che è chiamato a fare”, tanto che gli era stato proposto un periodo di aspettativa per far fronte ai suoi impegni istituzionali.
“Termine – si legge nella nota della CGIL – è da anni sindaco di un Comune che conta poco più di un migliaio di abitanti: la sua retribuzione non è dunque comparabile a quella di un sindaco di una città di medie dimensioni. Il 31 dicembre 2018 il primo cittadino è stato assunto dal Comune di Piombino, in quel momento guidato da un’amministrazione di centrosinistra, come istruttore direttivo amministrativo (cat. D). Ovviamente Termine, per poter continuare a svolgere nel migliore dei modi il suo mandato elettivo a Monterotondo Marittimo, ha potuto e dovuto usufruire dei permessi previsti dalla legge per assentarsi da Piombino. La stessa cosa avveniva quando Termine era ancora dipendente presso il Comune di Gavorrano”.
“Termine è anche presidente della Conferenza dei sindaci Ausl sud-est, presidente della Società della salute Colline Metallifere e membro della giunta esecutiva Unione di Comuni Montana Colline Metallifere (tutti incarichi svolti a titolo gratuito). Fino a che il Comune di Piombino è stato guidato dal centrosinistra il dottor Termine non ha mai ricevuto contestazioni. Neanche lo scorso giugno con l’insediamento della nuova amministrazione erano state evidenziate criticità. Non capiamo dunque il comportamento dell’amministrazione guidata dal sindaco Ferrari. Il sospetto è che si voglia sfruttare la vicenda a fini elettorali. La decisione del Comune di Piombino di recedere dal rapporto di lavoro instaurato con il dottor Termine è profondamente ingiusta e strumentale. Il messaggio che si trasmette è pericoloso: si vuol far intendere che solo i cittadini economicamente facoltosi o pensionati possono permettersi di diventare sindaci di Comuni piccoli. In ballo c’è il diritto di ciascun cittadino di poter svolgere nel migliore dei modi l’incarico per cui si è stati eletti”.
“La motivazione del licenziamento non ha fondamento: – hanno commentato dal sindacato – Termine aveva infatti già superato il periodo di prova relativo alla mansione in oggetto quando era alle dipendenze del Comune di Gavorrano. Il sindaco ha comunque sempre sottolineato la sua disponibilità a esser trasferito, mantenendo invariato il suo inquadramento, in altri uffici dell’amministrazione piombinese. Al Comune di Piombino chiediamo dunque di fare un passo indietro e di rivedere la propria decisione. In caso contrario la Cgil utilizzerà tutti gli strumenti previsti dalla legge per far valere i diritti del dottor Termine e impugnerà il licenziamento».
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Il sindaco Francesco Ferrari chiarisce la situazione in merito alla decisione di non confermare la posizione di Giacomo Termine nell’organico del Comune di Piombino a conclusione del periodo di prova.
«Giacomo Termine risulta nell’organico del Comune di Piombino dal 31 dicembre 2018, periodo durante il quale si è presentato al lavoro in rare occasioni usufruendo, pur legittimamente, dei permessi dati dai suoi molteplici incarichi istituzionali e politici. Altrettanto legittimamente, alla luce dell’impossibilità di valutare il suo rendimento, abbiamo deciso di non confermare la sua posizione. Il periodo di prova obbligatorio normalmente dura sei mesi, nel suo caso, proprio a causa dei giorni di assenza maturati che ne fanno slittare la conclusione, non è bastato neanche un anno: ciò ha comportato l’impossibilità da parte del Comune di Piombino di valutare il suo operato, motivo per cui il periodo di prova è stato concepito, e confermarne la posizione nell’organico.
Non è una scelta politica, il signor Termine a Piombino gode degli stessi diritti di un qualsiasi altro lavoratore ma, allo stesso tempo, deve ottemperare anche ai doveri che la sua posizione implica. Non credo sia giusto che qualcuno percepisca uno stipendio senza svolgere il lavoro che è chiamato a fare, soprattutto in un ente che si regge su denaro pubblico e che deve garantire servizi ai cittadini.
Non sarebbe giusto nei confronti di tutti gli altri dipendenti comunali che quotidianamente svolgono il proprio lavoro con competenza e senso del dovere, come non sarebbe corretto per i molti piombinesi senza lavoro.
Abbiamo più volte proposto al signor Termine delle soluzioni che potessero conciliare i suoi ruoli istituzionali con il lavoro in Comune, per esempio un periodo di aspettativa che gli avrebbe garantito di riprendere la sua posizione a conclusione dei mandati istituzionali, ma lui ha sempre rifiutato queste soluzioni. Oltre a non essere eticamente corretto, il Comune di Piombino non è in condizioni economiche tali da potersi permettere di pagare uno stipendio senza che quella mansione sia realmente svolta e, quindi, abbiamo deciso di non confermare il ruolo di Giacomo Termine che, comunque, non rimarrà senza lavoro ma, semplicemente, tornerà nell’organico del Comune da cui aveva chiesto il trasferimento».