AFERPI: LA REGIONE TOSCANA ESCLUDE DALLA VIA I NUOVI IMPIANTI

Lo stabilimento piombinese

Parte dello stabilimento piombinese

Piombino (LI) – La Regione Toscana ha deciso, con un decreto dirigenziale del 26 settembre, di escludere dalla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA) il progetto di riconversione industriale e sviluppo economico delle aree del complesso industriale ex-Lucchini di Piombino, nuovo assetto dello stabilimento siderurgico Aferpi S.p.a., così come richiesto da Aferpi il 27 giugno 2016, subordinatamente al rispetto di prescrizioni e con l’indicazione di raccomandazioni.

Il progetto escluso è relativo al nuovo stabilimento siderurgico a forno elettrico che successivamente dovrà essere sottoposto ad autorizzazione integrata ambientale (AIA) allorché sarà disponibile il progetto definitivo. Le prescrizioni e raccomandazione riguardano molte tematiche afferenti a suolo, rumore, radiazioni, rifiuti, infrastrutture.

Si tratta del primo subprocedimento concluso per il successivo Decreto ai sensi dell’Art. 252-bis del D. Lgs. 156/2006 a firma congiunta del Ministro dell’Ambiente e del Ministro dello Sviluppo Economico che autorizzerà la costruzione del nuovo assetto produttivo dello stabilimento di Piombino (Nuova acciaieria e nuovo TPP).

Ne riportiamo alcune:

  • a fronte del consumo di nuovo suolo, Aferpi deve prevedere idonee misure compensative restituendo agli usi legittimi, non industriali, aree di cui è titolare di concessione demaniale;
  • la realizzazione della palificata proposta deve essere effettuata utilizzando opportuni accorgimenti che garantiscano la tenuta dello strato limoso argilloso esistente;
  • in merito alle operazioni di rinterro e riempimento delle nuove aree palustri con il riutilizzo in situ dei terreni oggetto dello scavo Aferpi deve tenere presente che tale materiale è costituito da riporto siderurgico e quindi, prima del suo riutilizzo, devono essere eseguiti i test di cessione previsti dalla legge;
  • il proponente deve individuare, prima della messa in esercizio dell’impianto, una idonea soluzione per la gestione delle scorie, privilegiando le operazioni di recupero con impianti e tecniche da attuarsi il più vicino possibile al luogo di produzione onde evitare gli impatti connessi al trasporto;
  • si ricorda che l’approvvigionamento di acqua industriale deve privilegiare il riuso delle acque da depuratore e che l’approvvigionamento dai pozzi deve essere ritenuto come ultima risorsa, con riferimento all’effetto sull’intrusione del cuneo salino in Val di Cornia, da sottoporre a specifici monitoraggi;
  • devono essere prese in esame le modalità di tutela della falda dagli inquinanti nelle zone a pericolosità idrogeologica elevata;
  • devono essere applicate all’impianto le migliori tecniche disponibili al fine di minimizzarne l’impatto causato dalla emissione di sostanze inquinanti, con particolare riguardo agli ossidi di azoto per la quale il Comune di Piombino risulta avere avuto superamenti;
  • deve essere presentato uno specifico approfondimento di dettaglio circa le modalità di intervento che il proponente intende attuare al fine di migliorare le procedure relative sia al riutilizzo/recupero interno ed esterno allo stabilimento di rifiuti e sottoprodotti che quelle per la quantificazione dei residui di lavorazione e dei rifiuti in giacenza finalizzate ad individuarne la destinazione ottimale e gli interventi amministrativi ed operativi conseguenti. Le diverse opere del progetto, compreso il riutilizzo dei materiali derivanti dagli scavi per la realizzazione delle fondazioni e delle piattaforme impiantistiche, dovranno essere compatibili con gli interventi di bonifica dei suoli e della falda;
  • si ricorda la previsione di piano relativa alla viabilità di penetrazione al porto di Piombino (prolungamento della S.S. 398) e si raccomanda  di attivare un confronto con il soggetto attuatole della infrastruttura stradale, ai fini di garantire la piena compatibilità del progetto;
  • deve essere predisposto uno studio di integrazione paesaggistica che fermo restando il raggiungimento delle esigenze funzionali della attività industriale garantisca un corretto inserimento del sito attraverso il mantenimento di un territorio ordinato, un paesaggio di qualità una relazione armonica tra il sito stesso e il paesaggio circostante. Lo studio deve contenere:
    – la delimitazione di zone verdi perimetrali e interne atte a conferire al sito un’immagine esterna unitaria, a migliorare la transizione verso l’ambiente circostante ed a generare un ambiente industriale di qualità;
    – il disegno della rete viaria strutturata a partire dalla via principale di accesso e gerarchizzata in funzione della mobilità generata (veicoli pesanti, veicoli leggeri, trasporto pubblico, biciclette, pedoni);
    – l’analisi della gamma cromatica del luogo finalizzata alla scelta del colore delle edificazioni e degli impianti.

Sembra di capire, infine, che sono da risolvere le interferenze con il parco eolico “Foce del Cornia” della Societ. FERA (ora SELT) i cui lavori sono iniziati il 27 maggio mentre  l’interferenza con l’area contigua della Riserva Naturale Padule di Orti Bottone è considerata risolta sulla base di un ultimo documento presentato da Aferpi.

Il progetto sottoposto alla verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale consiste nelle seguenti nuove opere:

  • Parco massivo rottame,
  • Parco massivo HBI (Hot Briquetted Iron – minerale preridotto a caldo),
  • Parco rottame interno,
  • “Acciaieria elettrica” (impianti ferroleghe, forno EAF SHARC, forno LF, impianto VD, colata continua CCM1, colata continua CCM2, officina lingottiere, area rifacimento tundish, area rifacimento tino e siviere, aree di magazzinaggio, cabine elettriche e servizi ausiliari),
  • Area gestione scoria,
  • “Nuovo treno rotaie (o nuovo TPP)” (forno di riscaldo, treno di laminazione, sezione di finitura, tornerai cilindri, aree di magazzinaggio e servizi ausiliari),
  • Sottostazione elettrica,
  • Impianto trattamento acque acciaieria elettrica,
  • Impianto trattamento acque nuovo TPP,
  • Impianto trattamento acque TMP e TVE,
  • Impianti trattamento fumi acciaieria elettrica,
  • Produzione aria compressa (potenziamento stazione esistente),
  • Officine carpenterie e locomobili.

Resteranno in servizio le seguenti attività già esistenti:

  • Officine ex-Lucchini Servizi,
  • Treno Vergella,
  • Treno Medio Piccolo e relativo finimento.

Gli interventi per l’attuazione del progetto, ai sensi dell’art. 252-bis comma 8 del D.Lgs. 152/2006, saranno autorizzati e approvati con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministro dello Sviluppo Economico, dopo l’ottenimento di tutte le altre autorizzazioni necessarie e le modifiche alla strumentazione urbanistica.

(Si ringrazia Stile Libero News per parte dei testi).

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Scritto da il 1.10.2016. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “AFERPI: LA REGIONE TOSCANA ESCLUDE DALLA VIA I NUOVI IMPIANTI”

  1. Mario Rossi

    Incredibile…..si permette di realizzare ex novo un impianto industriale come un acciaieria senza assoggettare il progetto a VIA. Se uno vuole costruire un RTA (residenza turistica alberghiera) deve passare dalla valutazione di impatto ambientale mentre un impianto che produce le peggiori sostanze cancerogene (andate a vedere i documenti delle Arpa sulle acciaierie del Nord) no. Amianto nella discarica, metalli pesanti ed altro dalla demolizione delle navi…..complimenti per la lungimiranza della classe politica che pur di tenere il culo sulla poltrona condanna una città a diventare la discarica della Toscana.

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    81 mesi, 24 giorni, 5 ore, 44 minute fa

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