TOSCANA: PIT, ORA TUTTI FELICI PER LE APUANE E LA VAL DI CORNIA
AGGIORNAMENTO: Pubblichiamo la lettera aperta di Enrico Rossi e Walter Gasperini sull’approvazione del piano paesaggistico.
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TOSCANA – La mobilitazione civica di tanti cittadini, movimenti e associazioni ha spinto la Regione Toscana a limitare l’estrazione del marmo. La storica approvazione di venerdì scorso del nuovo Piano Paesaggistico della Toscana, che introduce limiti all’estrazione di marmo dalle Alpi Apuane tra cui il divieto di aprire nuove cave al di sopra dei 1200 metri, è soprattutto la vittoria di un movimento di cittadini che con petizioni, mail-bombing, manifestazioni e incontri diretti con le istituzioni ha vinto le resistenze politiche e contribuito a salvare le Alpi Apuane.
Una delle azioni più importanti è stata una petizione online, lanciata dall’organizzazione Avaaz con l’appoggio di tutti i movimenti locali e ripresa da tutti i media: le oltre 100mila firme raccolte sono state consegnate in Consiglio Regionale alla vigilia del voto. Inoltre, quasi 10mila cittadini hanno scritto tramite Avaaz al Presidente della Regione Rossi e al sottosegretario ai Beni Culturali Borletti Buitoni: entrambi hanno risposto impegnandosi in difesa delle Apuane e presentando un contro-emendamento che è stato approvato venerdì scorso.
Luca Nicotra, responsabile delle campagne di Avaaz in Italia racconta che “l’ultima volta che qualcuno si è opposto alla lobby del marmo era il 1894. È una vittoria storica, in cui i cittadini hanno avuto un ruolo determinante, che mette fine a quello che molti hanno definito uno dei più grandi disastri ambientali d’Europa e che può diventare un momento di svolta per la difesa del territorio in tutta l’Italia”.
Il sottosegretario ai Beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni: “Come Ministero siamo grati a tutte quelle associazioni e comitati locali, sentinelle appassionate e legate al territorio, che ci aiutano a esercitare il ruolo di tutela che la Costituzione ci assegna, sottraendolo ad interessi comprensibili ma parziali. Grazie a tutti quei cittadini che si sono mobilitati affinché il caso toscano diventasse un caso emblematico per il paesaggio italiano. Penso che le mobilitazioni online possono essere sempre di più uno strumento di controllo e stimolo positivo per l’azione della politica, un aspetto positivo della globalizzazione che permette di ampliare il cono di attenzione su problemi altrimenti relegabili a questioni minori o locali”.
Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: “Per noi la partecipazione è un elemento fondamentale e per questo è stato importante il ruolo di tutti coloro che, a vario titolo e nelle forme più disparate, hanno preso parte alla discussione. La democrazia infatti non può esaurirsi con la partecipazione alle elezioni una volta ogni cinque anni, ma deve proseguire con una partecipazione, basata su informazioni corrette, alle decisioni più importanti per la comunità”
Il piano approvato venerdì porta la firma dell’assessore regionale al Territorio, Anna Marson, che fino all’ultimo ha contrastato la resistenza dalla lobby del marmo. Oggi l’assessore riconosce il ruolo giocato dalla mobilitazione civica e dalla sua capacità di incidere sul processo decisionale politico. “Dar voce a tutti coloro che si son espressi a favore del Piano Paesaggistico e di una maggior tutela delle Alpi Apuane – ha detto la Marson – è stato un contributo importante per la definizione delle nuove regole in materia di paesaggio”.
La consigliera regionale toscana d’opposizione, Monica Sgherri: “La partecipazione e la pressione popolare esterna è stata fondamentale per il buon esito di questa vicenda. In questa occasione hanno funzionato bene entrambe le gambe della democrazia: quella rappresentativa con la presenza nelle istituzioni di un’opposizione non omologata ed espressione delle istanze dei cittadini, e quella partecipativa con la mobilitazione e l’intervento diretto nel dibattito da parte della società civile. Abbiamo avuto un buon esempio di come dovrebbe funzionare una democrazia matura”.
Fabio Baroni, del movimento Salviamo le Apuane: “Il successo della pressione fatta con l’appoggio determinante di Avaaz e degli avaaziani, sta nel fatto che per la prima volta si inverte il senso: si può parlare di un futuro diverso per le Apuane che superi la monocoltura del marmo. Un grande grazie ad Anna Marson. La lotta è ancora dura e lunga ma oggi lottiamo con altra speranza. Ci troveremo ancora!”
Link alla petizione di Avaaz: https://secure.avaaz.org/it/italy_save_apuan_alps/
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LETTERE DI ENRICO ROSSI E WALTER GASPERINI SUL PIANO PAESAGGISTICO
ROSSI GRAZIE PER UN PIANO PAESAGGISTICO MIGLIORE
Salve le Apuane e il lavoro, salva la costa e il turismo, salvo il paesaggio e l’agricoltura. Vi scrivo per informarvi che è stato approvato il PIT (Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico). Un documento che, come sapete, abbiamo voluto prima discutere con la società toscana e poi con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali prima dell’ultimo passaggio in Consiglio Regionale.
Il nostro obbiettivo è sempre stato quello di coniugare la salvaguardia del territorio con lo sviluppo e ritengo che oggi, grazie all’impegno di tutti, la Toscana sia all’avanguardia non solo in Italia, ma anche in Europa.
Per ragioni di spazio non posso qui elencarvi ogni passaggio – entro pochi giorni il Piano sarà interamente consultabile su www.regione.toscana.it – mi limito quindi a richiamare, quelli su cui si è concentra l’attenzione: le Apuane, la costa e l’agricoltura.
Per quanto riguarda le Apuane non si potranno aprire nuove cave sopra i 1200 metri, nei crinali e nei cerchi glaciali. Si potrà intervenire su quelle abbandonate a condizione che siano funzionali ad uno specifico progetto di recupero e riqualificazione paesaggistica. Con solo 3 eccezioni: Minucciano, Levigliani e Corchia. Lì i cavatori potranno continuare il loro lavoro, ovviamente per quanto già autorizzato, poiché in quelle realtà le cave rappresentano il sostentamento delle comunità locali. Senza cave abbandonerebbero il territorio, con un danno ambientale maggiore. Per le cave sotto i 1.200 metri resta la possibilità di un ampliamento, che in nessun caso sarà superiore al 30%, e per calcolarne le dimensioni si prenderà come riferimento l’area indicata dall’ultima autorizzazione e non l’area effettivamente scavata nel corso dei secoli. E’ inoltre istituita una commissione paesaggistica locale oltre a quella regionale per la valutazione dei progetti.
La costa. Le dune e le spiagge non si toccano. Saranno consentiti ampliamenti solo per finalità turistiche nelle strutture distanti almeno 300 metri dalla riva. Potranno ristrutturare e ampliare fino al 10% magazzini, garage e annessi vari ma non per trasformarli in appartamenti residenziali bensì solo per farne dependance turistiche. Non si potrà assolutamente costruire su spiagge e dune: le uniche strutture ammesse restano quelle rimovibili che potranno rimanere fino ad un massimo di 180 giorni.
Per quanto riguarda l’agricoltura abbiamo stabilito che i 200mila ettari ‘conquistati’ dai boschi per l’abbandono possano essere recuperati dagli agricoltori ed è stato sottolineato il valore essenziale della buona agricoltura come componente primaria del paesaggio ed argine fondamentale ai fenomeni di abbandono e di consumo di suolo. Per ottenere l’autorizzazione al recupero del terreno, che nel tempo si è trasformato in bosco, basterà presentare domanda al comune con una documentazione fotografica e catastale.
Per una visione completa del Piano vi rimando al sito della Regione. Quello che ci tengo anche a farvi sapere è che in questi anni la Regione ha prodotto numerosi interventi e riforme innovative per la difesa del territorio. L’abbiamo fatto con la legge che ha bloccato le costruzioni in tutte le aree a rischio idraulico; con la nuova legge sull’urbanistica tutela le aree agricole e bloccando le espansioni e promuovendo il recupero e poi con il Pit appena approvato che introduce nel governo del territorio regole certe e semplificazione, salvaguardia del paesaggio e senza per questo rinunciare alla valorizzazione economica.
Concludo ringraziandovi perché è anche grazie ai vostri stimoli che siamo arrivati ad approvare un Piano migliorato rispetto a tutte le precedenti versioni.
I miei più cordiali saluti,
Enrico Rossi
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GASPERINI: LETTERA APERTA AD ANNA MARSON
Sento il bisogno di fare con te una pacata riflessione pubblica sulle cose che hanno prodotto gli ultimi eventi e per i quali hai subito tanti attacchi troppo spesso personali (non politici) e soprattutto incapaci di leggere dentro alle cose, ma solo presuntuosi nel pensare la verità come loro esclusiva potenzialità. La politica è cambiata e con essa è cambiato anche il modo di approcciarsi alle cose e ai disegni di una indispensabile programmazione nel governo della cosa pubblica, la mia riflessione vuol partire proprio da questo, sperando di evitare una inutile retorica e analizzando, con la serenità che deve distinguere la politica e gli eventi per inserirli nel nuovo che abbiamo anche se non ci piace.
La storia politica che le amministrazioni del centro sinistra dell’Italia in generale e della Toscana in particolare possono scrivere nei loro annali una lista importante degli impegni assunti e praticati per una massima attenzione alle politiche di governo locale (purtroppo non sempre ma spesso), che dovevano prendere atto del raggiunto livello di sfruttamento delle risorse naturali, il famoso concetto di limite, per introdurre una visione nuova dello sviluppo che doveva significare non aumento delle occupazioni di suolo e soprattutto totale riconoscimento delle risorse presenti, dai centri storici con il loro valore architettonico, sociale e storico, alla agricoltura concepita come vera centralità nella indicazione di nuovi scenari di sviluppo che debbano usare con cervello le risorse e dare respiro all’offerta complessiva che ogni territorio poteva e doveva porre sul tappeto della proposta.
La crisi dei partiti e soprattutto della politica, ha prodotto guasti enormi nello scenario culturale, sociale e politico nelle programmazioni di sperati sviluppi che non hanno quasi mai le giuste attenzioni ai valori espressi negli anni precedenti e con l’aggravante della crisi, dura e perdurante da tanti, troppi anni, ha creato maggiori confusioni e false speranze. Troppe sono state le situazioni dove non si è saputo cogliere l’occasione della crisi per incardinare bene un nuovo modello dello sviluppo che avesse vera sostenibilità ambientale, superando quelle responsabilità che erano insite nel vecchio modello e invece in nome di un falso lavoro per l’immediato si è cercato di introdurre soluzioni che andavano nella direzione opposta, senza curarsi della incoerenza oggettiva pervadeva le scelte.
La nostra forza come Toscana, anzi come “toscane”, doveva sapersi mantenere sulla scia delle capacità che sapevano anche dire di no e che nella tutela ambientale dovevano trovare la vera forza per costruire le strade del domani, non poteva e non doveva bastare un lavoro pur che fosse, ma cosa, come, per cosa e soprattutto era essenziale saper tutelare quei beni naturali e ambientali che fanno essere le nostre “toscane” tanto apprezzate e ricercate nel mondo intero. Non certo sottosviluppo, come qualche sciocco che non possiede altri argomenti cerca di sostenere accusando questa cultura di governo, non certo una agricoltura del medio evo che potrebbe sostenerla soltanto chi dell’agricoltura non conosce nemmeno la sua localizzazione. Così come appare davvero provenire dalla luna il meravigliarsi del divieto di costruire negli alvei dei fiumi anche dei depuratori.
È come non accorgersi che le modificazioni negative al nostro ambiente, oggi rivendicate come lavoro essenziale, sono falso sviluppo, per il domani rappresentano un danno irreversibile, perché introducono quei peggioramenti che vanno a cambiare il volto che le nostre toscane offriranno e avranno un aspetto e un valore meno accattivante.
Ecco questo è non accorgersi del raggiunto e superato concetto di limite, questo è non riconoscere quali aspetti danno valore al territorio e alle sue risorse, questa è miopia di chi pensa che il domani si contribuisce a fondare potendo trascurare quello che oggi è universalmente riconosciuto come valore assoluto. In sintesi possiamo affermare che il lavoro che oggi serve con urgenza avrebbe la giusta risposta dalle politiche e scelte che anche tu sostieni, mentre i tuoi detrattori non si rendono conto che le loro scelte e indicazioni hanno fiato corto e alla lunga produrrebbero un danno irreversibile, che invece la mediazione della politica ha consentito una notevole attenuazione del danno .
In questo quadro il tuo ruolo come assessore alla Regione Toscana è stato importante ed ha portato innovazione, così come importante è stato il ruolo del Presidente Rossi che ha saputo introdurre quella mediazione essenziale cercando di ottenere il massimo possibile dalla attuale cultura politica che vede solo il bisogno di lavoro senza porsi il problema di quale lavoro e soprattutto non riconosce al territorio, oppure sottovaluta colpevolmente, un ruolo determinante di qualsiasi sviluppo vogliamo costruire.
In questo quadro la tua azione sarà sicuramente ricordata negli anni futuri per il contributo portato ad una cultura della sostenibilità che parte dal riconoscere al territorio un ruolo che mi sono sempre permesso di definire “vero parco” entro al quale si organizza ogni aspetto della vita. Ma sarà la sua bellezza e la sua capacità di auto-rigenerarsi a garantire il futuro che guarda ai giovani e al domani. Quello che ti è mancato è comprendere che la politica è l’arte del possibile e che come ha sempre sostenuto il grande Pietro INGRAO: “la politica deve saper cambiare l’indignazione in applicazione del possibile, riconoscendo ad esso un passo in avanti positivo”.
Mi permetto di invitarti a valutare serenamente queste considerazioni e dare alla politica il giusto ruolo che non annulla il potenziale che deve esprimere e che ogni periodo riesce a costruire, certo non sottovalutando nessuno e dando ad ognuno il giusto peso, se la politica è l’arte del possibile, appare chiaro che in una mediazione vi sono posizioni molto diverse fino ad essere estreme, ma una capacità di confronto deve produrre quei passi avanti positivi che mantengono alto il valore del territorio e della fortissima necessità, sempre più impellente, di avere basi programmatiche per un nuovo sviluppo che della sostenibilità ambientale faccia esclusivo centro.
Mi sono permesso di proporti questa riflessione in virtù della stima e dell’affetto fraterno che assicuro confermati nei tuoi confronti, consapevole che dalla tua conoscenza ho sicuramente tratto molti insegnamenti e come me, ne sono certo, potranno trarre giovamento anche quelli che oggi sembrano tuoi “catoni-censori”.
Suvereto 01 aprile 2015.
Walter Gasperini
L’ex sindaco di Suvereto è il campione delle supercazzole. Parla, parla, parla e alla fine non si è accorto che le montagne di Campiglia non ci sono più. Forse ha qualche amichetto negli affari delle cave ?
Caro LIno chiaramente sei il più inutile delle persone, sai solo offendere e non riesci a vedere oltre il tuo ombelico. Portatore di tante miserie culturali.
Una cosa è certa, a Suvereto la pensano esattamente come me. Gasperini e la sua banda sono stati spediti a casa con un biglietto di sola andata. Ora questo novello Manzoni cerca di rimanere attivo nella vita politica scrivendo delle supercazzole spaventose su tutto lo scibile umano. Qualcuno gli dica che ha fatto il suo tempo e che se continua a rompere come fa ogni momento il PD se lo scorda di tornare a governare Suvereto. Insomma Gasperini è dannoso per i suoi compagni. Questo non lo dico io ma l’hanno detto, non più tardi di tre giorni fa, due autorevoli esponenti durante la direzione di quello che lui crede il suo partito. Hai capito Gasperini ? Svegliati !!!! Se poi mi fai arrabbiare ti dico anche chi sono così capisci bene quanto sei considerato.
Con le supercazzole non si va lontani. Neppure prendendola un pò troppo ariosa parlando della nostra regione prima e dopo il piano del paesaggio. Di sicuro poteva andar peggio considerato il clima generale anche nazionale ( vedi come l’ambiente
sta venendo fuori dal nuovo titolo V). Bene quindi rallegrarsi su come è andata per le Apuane dopo i Pellegrinotti di turno, ora però qualcuno metterà mano al piano del parco di cui non si hanno notizie?
Renzo Moschini