BRUXELLES: RILASCIATI ANTONIO GOZZI E MASSIMO CROCI

il Presidente di Duferco Antonio Gozzi

il Presidente di Duferco Antonio Gozzi

18-03-2015 Bruxelles – Sono tornati in libertà il presidente di Federacciai e a.d di Duferco Antonio Gozzi ed il dirigente dello stesso gruppo Massimo Croci rilasciati su decisione del giudice Michel Claise. Gozzi e Croci erano stati arrestati lunedì sera a Bruxelles, per corruzione, nell’ambito di un’inchiesta per tangenti in Congo.

L’accusa: I due industriali liguri, che hanno trascorso la seconda notte nel carcere di Forest, sono accusati di aver incaricato l’ex ministro dell’Economia vallone Serge Kubla di corrompere personalità congolesi affinché facilitassero la diversificazione di Duferco nel settore dei giochi d’azzardo e per avvantaggiare la candidatura del gruppo nell’acquisto del sito metallurgico di Maluku nella Repubblica democratica del Congo.

Gozzi e Croci oggi sono stati nuovamente interrogati e messi a confronto con l’ex ministro dell’Economia della Vallonia Serge Kubla, come riferisce una nota della procura federale belga. I due dirigenti di Duferco sono stati rimessi in libertà a inizio serata su disposizione del giudice Michel Claise a condizione che siano disponibili a tornare a Bruxelles per le future convocazioni.

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17-03-2015 Bruxelles- L’amministratore delegato di Duferco e presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che dovrebbe partecipare sabato 28 marzo a Piombino al convegno su “Acciaio: nuove sfide, scenari e prospettive di una siderurgia in cambiamento» è stato arrestato in Belgio, insieme al suo collaboratore Massimo Croci, nell’ambito dell’inchiesta sull’affaire Kubla, l’ex ministro dell’industria belga accusato di corruzione nella Repubblica democratica del Congo per agevolare, secondo l’accusa, alcune operazioni proprio a favore di Duferco.

 

Gozzi e Croci si erano recati in questi giorni spontaneamente a Bruxelles dal giudice istruttore Claise, «per fornire agli inquirenti – ha precisato la stessa Duferco in una nota ufficiale – tutti gli elementi e le informazioni eventualmente in loro possesso, utili alla ricostruzione della verità e si sono resi disponibili per tutto il tempo necessario allo svolgimento delle indagini». Secondo una prima ricostruzione, il giudice ha disposto nei confronti dei due dirigenti una sorta di provvedimento di custodia cautelare (Gozzi e Croci sarebbero in stato di fermo nella foresteria dell’azienda): nelle prossime ore i giudici dovranno sentire la testimonianza di Kubla, e l’obiettivo è evitare l’eventualità che le deposizioni possano essere concordate.

La notizia dell’arresto è confermata da Duferco, che in una nota societaria comunica di apprendere «con stupore che Antonio Gozzi e Massimo Croci sono stati arrestati a Bruxelles dal giudice d’istruzione nell’ambito dell’affare Kubla, per supposti fatti di corruzione nella Repubblica democratica del Congo». Duferco «deplora questa privazione della libertà, tanto più che Gozzi e Croci si sono recati dall’Italia a Bruxelles per rispondere all’invito del giudice d’istruzione. Questa maniera di procedere non si può che interpretare come un mezzo di pressione inammissibile. Duferco rispetta un codice etico restrittivo sin dalla sua fondazione e sottolinea pubblicamente che sia Gozzi sia Croci godono oggi più che mai della totale fiducia del gruppo e dei suoi azionisti».

In una successiva la Duferco ha precisato che «la vicenda nell’ambito della quale Gozzi e Croci sono stati ascoltati risale al 2009 e non riguarda direttamente società del gruppo Duferco, ma società e interessi economici esterni al gruppo e riferibili personalmente agli azionisti del gruppo stesso». I due dirigenti se sono occupati, prosegue la nota, «su incarico degli azionisti, ma non sono mai stati in vita loro in Congo, nè hanno mai conosciuto politici o funzionari congolesi o altre persone di quel paese capaci di avere peso o influenza nell’emanazione di atti amministrativi. Hanno quindi dichiarato al giudice istruttore la loro totale estraneità ai fatti e confidano in un rapido accertamento della verità da parte della giustizia belga».

Speriamo quindi che tutta la vicenda si risolva rapidamente e che il 28 marzo il presidente di Federacciai possa effettuare il suo intervento a Piombino sulle prospettive e criticità dell’industria nazionale dell’acciaio.

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