TOSCANA: CACCIA, APPROVATO IL CALENDARIO VENATORIO 2014-15
FIRENZE – Approvato dalla Giunta regionale il calendario venatorio 2014-15. “Non ci sono novità sostanziali – ha detto l’assessore all’agricoltura e alla caccia Gianni Salvadori – rispetto al precedente, con la conferma per ogni singola specie, dei supporti scientifici e delle disposizioni normative comunitarie o nazionali a supporto delle scelte fatte dalla Regione e con alcuni aggiustamenti che sono stati suggeriti dall’Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) a salvaguardia degli ambienti naturali e a difesa della biodiversità”. Ma il WWF non è d’accordo: « Una caccia che continua ad essere tarata sulle richieste del mondo venatorio piuttosto che sulle indicazioni del mondo scientifico».
Confermata anche l’applicazione sul territorio della convenzione internazionale dell’Aewa (Agreement on the Conservation of African-Eurasian Migratory Waterbirds- accordo sulla conservazione delle specie migratorie acquatiche) che vieta l’utilizzo di munizioni di piombo in tutti i laghi artificiali e zone umide e non solo all’interno delle Zone di Protezione Speciale. E confermati anche i limiti di prelievo stagionali per alcune specie cacciabili. L’assessore regionale ha poi precisato che il prelievo di colombo e storno (“due specie dannose per il nostro territorio”) sarà oggetto di altra specifica delibera.
Veniamo al dettaglio.
Dal 21 settembre al 31 dicembre 2014 la caccia è consentita alle specie: coniglio selvatico, merlo, quaglia, tortora (Streptopelia turtur) e fagiano. Nelle Aziende faunistico venatorie, nella aziende agrituristico-venatorie e in specifici distretti individuati all’interno degli ATC, le Province possono autorizzare il prelievo del fagiano nel mese di gennaio 2014 in presenza di specifici piani di prelievo; dal 21 settembre al 30 novembre 2014 la caccia è consentita alle specie: starna e pernice rossa. Le Province possono determinare limitazioni relative ad aree e periodi di caccia.
Tali limitazioni non si applicano nelle aziende faunistico venatorie nelle quali la Provincia abbia approvato specifici piani di prelievo; dal 1 ottobre al 31 dicembre 2014 la caccia è consentita alla specie allodola; dal 21 settembre all’8 dicembre 2014 è consentita la caccia alla specie lepre comune; dal 21 settembre al 30 ottobre 2014 è consentita la caccia alla specie combattente; dal 1 ottobre 2014 al 19 gennaio 2015 la caccia è consentita alla specie beccaccia; dal 1 ottobre 2014 al 31 gennaio 2015 la caccia è consentita alle seguenti specie: cesena e tordo sassello; dal 1 novembre 2014 al 31 gennaio 2015 la caccia è consentita alla specie moretta; dal 21 settembre 2014 al 31 gennaio 2015 la caccia è consentita alle seguenti specie: tordo bottaccio, alzavola, beccaccino, canapiglia, codone, colombaccio, cornacchia grigia, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, gazza, germano reale, ghiandaia, marzaiola, mestolone, moriglione, pavoncella, porciglione e volpe. Per la caccia al cinghiale periodi e giorni variano da provincia a provincia. Inoltre, sempre le Province definiscono le eventuali zonizzazioni del prelievo ed eventuali disposizioni di dettaglio per l’organizzazione del prelievo a livello locale.
Per alcune specie vengono inoltre fissati dei limiti di prelievo prudenziali:
allodola, 100 capi per cacciatore; codone, quaglia, tortora e pavoncella 25 capi per specie e per cacciatore; beccaccia e moretta, 20 capi per cacciatore.
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WWF: ANCORA UNA VOLTA DISAPPLICATE LE NORMATIVE EUROPEE
La Giunta Regionale della Toscana ha approvato il calendario venatorio 2014-2015. Si tratta di un calendario che ripercorre con poche modifiche (ulteriormente negative) il calendario dell’anno scorso. Per il WWF, siamo di fronte ancora una volta ad un provvedimento che mira a tutelare i cacciatori piuttosto che la biodiversità.
«Tale sforzo è reso evidente dal fatto che il breve dettato normativo è preceduto da decine di pagine finalizzate a sostenere in modo strumentale (con argomentazioni varie) le scelte fatte dalla Regione in contrapposizione alle indicazioni che da anni il mondo scientifico, e in particolare l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha fornito per ridurre l’impatto dell’attività venatoria e rendere meno insostenibile la caccia in Italia. La Regione intende così rendere più difficili da un punto di vista formale eventuali ricorsi in sede legale delle Associazioni di tutela ambientale.
Nella realtà delle cose, però, e nonostante quanto la Regione scrive nel preambolo al provvedimento, si continua di fatto a calpestare le richieste non solo delle Associazioni ambientaliste, ma anche del mondo scientifico.
E’ così che:
– Si continua a cacciare specie con popolazioni in declino come il Combattente, piccolo frequentatore delle zone umide, e la Moretta, anatra tuffatrice, per cui l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) da anni chiede la chiusura della caccia.
– Si continua a cacciare le anatre per un periodo più lungo sia come data di apertura che come data di chiusura, rispetto alle indicazioni dell’ISPRA.
– Si chiude il 31 gennaio invece che il 10 gennaio per i turdidi.
– Si chiude il 19 gennaio invece che il 31 dicembre per la Beccaccia.
– Si continua a permettere che i capi di migratoria abbattuti siano segnati non subito sul tesserino ma a fine giornata, rendendo in pratica impossibile qualsiasi controllo.
– E si potrebbe continuare ancora …
Ancora una volta, quando si legifera sulla caccia, si assiste ad una sconfitta per la natura, per il buon senso e per noi tutti.
Ad aggravare questo, nei giorni scorsi è stata anche approvata dal Consiglio Regionale una leggina che proroga di ulteriori 8 mesi il termine per smantellare gli appostamenti fissi di caccia costruiti in contrasto con le normative urbanistiche. Così questi appostamenti potranno essere utilizzati anche nella prossima stagione e forse anche oltre, se qualcuno troverà il solito escamotage per sanare l’insanabile.
Quando si tratta di caccia, si sa, in Toscana tutto può succedere».
WWF Toscana