LUCCHINI: A RISCHIO IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE?

Doppia preoccupazione per il futuro del gruppo Lucchini-Severstal. La prima è finanziaria, in quanto sembra in pericolo il riassetto del gruppo dell’acciaio bresciano Lucchini, di proprieta’ dei russi di Severstal. La seconda invece riguarda l’appello degli iscritti Fiom della Lucchini e delle imprese ha espresso molta preoccupazione per la situazione che sta vivendo lo stabilimento in termini di produzione.

Sembra che due hedge fund inglesi, secondo quanto risulta a Il Messaggero, avrebbero comprato a sconto i circa 23 milioni di crediti di SocGen e siano pronti a mettersi di traverso sul piano di ristrutturazione.

Due giorni fa, nel corso di una riunione fra le principali banche creditrici per 770 mln (Bnp Paribas come capofila di un pool, Unicredit, Banco Popolare, Intesa e B.Mps), i rappresentanti dei 2 fondi speculativi avrebbero manifestato la contrarietà al piano la cui validita’, sotto l’egida del tribunale, e’ subordinata al via libera del 60% dei creditori, respingendo di partecipare alla nuova finanza-ponte per 50 mln chiesta come anticipo rispetto alla cessione delle 4 centrali in Francia e altri 70 mln di linee di firma. I fondi inglesi respingono anche la proposta di rimodulazione a medio termine dell’indebitamento.

Nel frattempo si è recentemente tenuto a Piombino il comitato degli iscritti Fiom della Lucchini e delle imprese, che ha espresso molta preoccupazione per la situazione che sta vivendo lo stabilimento. Dalla riunione è emerso chiaramente che «l’obiettivo primario – che devono avere forze sociali e istituzioni – deve essere quello di avere un aumento di produzione con l’innalzamento della qualità, garantendo il rispetto dell’ambiente e della sicurezza lavorativa.

Oggi lo stabilimento si trova nelle condizioni di dover andare avanti con le proprie forze sia per l’attività produttiva che economica. Senza accordo con le banche in tempi brevi – ha ricordato la Fiom – e senza la nomina del Cda diventa difficile mantenere l’impegno. Le banche devono sostenere la liquidità dell’azienda puntando sul piano industriale in attesa di nuovi acquirenti intenzionati a consolidare lo stabilimento e a mantenere il ciclo integrale».

La Fiom crede che per sostenere il sito piombinese «bisogna pensare a produrre coils che potrebbero favorire il rilancio della Magona. E allora se si crede al rilancio dell’attività bisogna anche mantenere le professionalità dei lavoratori Lucchini e delle imprese anche attraverso ammortizzatori sociali e mantenendo inalterato il livello occupazionale. L’azienda poi dovrebbe valorizzare le imprese che hanno creduto nel progetto Lucchini e che si sono esposte finanziariamente. In questo intreccio difficile il governo deve entrare in campo, deve farsi garante dell’operazione anche attraverso operazioni di sostegno».

Scritto da il 2.6.2011. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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