«RICETTE CORSARE», PER NON NAUFRAGARE IN CUCINA – 97

Novantasettesimo appuntamento con la rubrica di cucina del Corriere degli Etruschi «Ricette Corsare» curata con passione dal nostro esperto Emilio Guardavilla. La rubrica presenta ogni settimana alcuni aneddoti tratti dalla vita dell’autore e un menù completo tutto da gustare.

 

RICETTE CORSARE


Rubrica di intuizioni culinarie e percorsi introspettivi per non naufragare in cucina. A cura di Emilio Guardavilla.

Il Pestapiano in quel periodo abitava, ironia della sua stessa sorte a Traghetto, a poche miglia da lei, avrebbe detto lui quando molto tempo dopo quando, si raccontava la loro storia d’amore. Ospite di un compagno d’armi congedatosi nello stesso giorno, si guadagnava da vivere onestamente come ragazzo di bottega di un calzolaio, così come gli aveva promesso Tore di fronte alla carraia della caserma dove la patria li aveva cresciuti insieme per ventiquattro mesi, provvedendo loro di un vitto e alloggio altrimenti improbabili. Perché no? Una valida alternativa alla miniera gli veniva proposta su un piatto d’argento e sarebbe stato da ingrati anche solo pensare di rifiutarla. Meglio il cuoio del carbone, meglio la puzza della conciatura che quella del grisù; e poi non aveva mai sentito dire che qualcuno fosse mai morto asfissiato inchiodando un tacco o cucendo una tomaia. La prese come una benevolenza fortuita e senza dubbio lo fu. Il mare sarebbe venuto poi, a risolvere pragmatiche e a creare problematiche che non poteva immaginare a quella tenera età. La naia era stata lunga ma non dolorosa ed in qualche frangente aveva preso in considerazione anche il fatto di raffermarsi. Non fu tanto quella licenza media da dover ottenere ad ogni costo a farlo desistere; e neanche la disciplina che regolava tutte le funzioni umane. Vi erano alcuni aspetti di quella vita per il quale non si sentiva assolutamente tagliato e allo stesso modo difficilmente plasmabile anche se, a tutti gli effetti non era altro che un ragazzo. Tre colori da onorare sempre e comunque con formule e riti incomprensibili si poteva pure sopportare, si diceva pensando ad uno stipendio sicuro a vita. Sarebbero stati pochi, maleddetti, ma sempre, quei soldi con le stellette. Troppo maledetti, però. Maledetti da scelte di altri, di mancate iniziative, di libertà insignificanti negate, piccole autonomie inammissibili, sentimenti incanalati su una rotta scelta da altri. Il kaki però, gli donava: il basco nero lo stesso. Ma l’uomo libero non porta la divisa, gli aveva insegnato il nonno anarchico sin da quando aveva cominciato a formulare frasi di senso compiuto. E nonostante quel dogma che gli viveva dentro da sempre era stato valutato come un fante in possesso di tutte le qualità intrinseche e le caratteristiche fisiche che lo mettevano in condizione di poter servire la patria; abile ed arruolato.


385) Croissant Before You Go Go

Categoria: antipasto

Ingredienti: pasta sfoglia – salmone affumicato.

Preparazione: stendi la pasta sfoglia fino ad uno spessore massimo di tre millimetri. Sempre con il righello a portata di mano ritagliane dei triangoli equilateri di lato quattro centimetri. Una lama sottile e affilata ti sarà di grande aiuto in questa operazione. Su l lato di ogni triangolo colloca ora una listarella di salmone e arrotola dando vita a dei piccoli croissant belli e buoni. Disponili a debita distanza l’uno dall’altro sulla teglia da forno e la sua carta adeguata cuoci a duecento gradi per una decina di minuti.

Punto esclamativo: una spruzzata di salsa di soia prima al cessa lavori.

Valore aggiunto: “before you go go” presuppone una partenza.

Anche lui, come tutti gli altri, disse “l’ho duro” il giorno del giuramento anziché pronunciare per ben tre volte la prima persona dell’indicativo presente del verbo giurare. Da quando c’era l’esercito le reclute giuravano così. In effetti quella era una caratteristica che lo aveva sempre accompagnato nella sua breve vita di amatore e che, nei momenti del bisogno, aveva fatto la differenza in numerose prestazioni indimenticabili ed indimenticate. Indimenticate dalle tante donne che aveva più volte avuto e soddisfatto ripetutamente fino a farlo idealizzare come una creatura divina; o diabolica, questo dipendeva dalla sensibilità della femmina in oggetto. In ogni caso non umana. Le dimensioni, di poco superiori alla norma, aiutavano comunque al compimento di certi eventi che di volta in volta venivano appellati come miracoli, prodigi, portenti della stessa natura umana. A dispetto del soprannome che si portava sulle spalle da sempre il Falorni, nei convegni amorosi, di lento e pacato esprimeva ben poco; forse le parole con cui si rivolgeva alla fortunata partner destinataria delle sue attenzioni sessuali. E le conquiste si susseguivano una dopo l’altra con la facilità che preso lo rese indifferente a quell’orgoglio maschile che di norma è difficile da contenere se non da nascondere. L’istinto però non si snaturava; raggiunse un punto tale che l’atto amoroso era diventato per lui una prassi fisiologica primaria come il bere e il mangiare, da rispettare con cadenze quasi giornaliere nella peggiore delle ipotesi. Colei che in quel determinato periodo aveva accettato di stargli vicino si assumeva questo onere senza poter contrattare nessun tipo di compromesso. Il Pestapiano ci dava forte.


386) Pasta corta atomo su atomo

Categoria: primo piatto

Ingredienti: cozze – fagioli in scatola – prezzemolo – aglio – olio – olio d’oliva.

Preparazione: lavora le cozze come hai imparato a suo tempo e mettile ad aprire con aglio e prezzemolo tritati sette o otto minuti. Dopo di ciò estrai i molluschi e recupera il liquido di cottura; non si sa mai da che parte gira il vento. Intanto, con il passaverdura, prepara una purea di fagioli morbida e cremosa. Questo sarà il letto di ogni piatto dove verrà servita la pasta corta, suggerisco farfalle, al sugo di cozze in bianco. Prezzemolo tritato e alla via così.

Punto esclamativo: panna sì, panna no. Il sottoscritto non si pronuncia.

Valore aggiunto: era meglio quando l’atomo era davvero indivisibile. E’ come dire “si stava meglio quando si stava peggio”.

 

La Patria lo aveva vestito come un divo del cinema e, senza volerlo, lo aveva reso un’arma ancor più micidiale per le sue prede, non certo appartenenti ad eserciti o forze armate contrapposte ma quegli abitanti del pianeta donna ormai del tutto conquistato. Aveva imparato almeno due nodi da fare alla cravatta, a stirare la piega ai pantaloni e abbigliamenti leggeri variati. Barba con pelo e contropelo che, sempre a detta loro, era un discriminante che la differenza con gli altri non solo la faceva ma si faceva ricordare per lungo tempo. Oltre agli obblighi marziali il Pestapiano aveva imparato un italiano di buona levatura, soprattutto nella sua forma orale; quella scritta lasciava ancora a desiderare ma ci sarebbe stato tempo nella bottega di calzolaio del buon Tore per affinare la forma e lo stile. Un tempo ben impiegato, da considerarsi una sorta di investimento per le relazioni epistolari che di li a poco avrebbe dovuto tenere e sostenere con scrittrici assidue e motivate, ispirate dalla musa della passione rubata. Divenne un lettore regolare di quotidiani dei quali non tralasciava neanche le pubblicità, aguzzano l’ingegno, pensava, e gli annunci mortuari, quelli ti rammentano cosa eri e cosa sarai destinato a essere, anche se, ovviamente, non poteva conoscere nessuno degli estinti a cui facevano riferimento. La morte, come il senso di libertà che gli aveva inculcato il nonno con la scusa anarchica della divisa, era un assunto con il quale si era spesso trovato a confrontarsi in termini logici. Con una logica tutta sua, elaborata con la propria indole canzonatoria ma profonda, aveva dedotto e assimilato il concetto che la morte era sempre stata una condizione o dimensione che chiunque fosse stato chiamato a condividere vi aveva trovato del bello e del buono visto che nessuno era mai tornato su questo pianeta per lamentarsene. Era così, e sarebbe stato così per molto altro tempo ancora, ne era certo.


387) Filetto di salmone mai visto

Categoria: secondo piatto

Ingredienti: filetti di salmone – aglio – prezzemolo – pangrattato – olio d’oliva – sale e pepe.

Preparazione: allestisci un mix di pangrattato, aglio e prezzemolo e passaci i filetti di salmone in modo e maniera che si incorpori bene al povero pesce. Poi prepara una piccola ciotola con olio sale e pepe per le spennellature di rigore durante la cottura alla griglia. Una cottura dolce e lenta, intervallata da sospiri malinconici e lungimiranti. Quindici, venti minuti dovrebbero bastare.

Punto esclamativo: la brace è la brace, che razza di discorsi sono?

Valore aggiunto: sene vede tante, ma se ne sente anche di più.

Incontrò Cloe all’apertura dell’ufficio postale di Ostuni, un lunedì di un’estate neonata. Una mattina che prometteva un giorno fatto apposta per amare. La promessa si concretizzò subito dopo quando lo sguardo fisso e profondo di lei colpì e affondò con un solo siluro quello assente e assonnato di lui. La bellezza esotica lo fece subito naufragare alla deriva del mare della lussuria; la somatica orientale di lei gli ispirarono amplessi dalle posizioni in cui anche la gravità aveva ben poco da dire. Un fascino orientale orientabile a tutti i trecentosessanta gradi a disposizione, con mille altri attributi che gli si proponevano nella mente e nel basso ventre senza nessuna vergogna. Dopo due buongiorno formali e allo stesso tempo profetici, in un italiano rispettivamente galante e suadente ma come seconda lingua per entrambi, i convenevoli si spostarono sull’affrancatura delle missive e sui doppi sensi dell’umidificazione del francobollo, annessi e connessi. Il Pestapiano, al momento, era ben consapevole delle regole d’ingaggio e era maestro nel gestire una schermaglia del genere. La mise sul canzonatorio e sul profondo, come al solito, e guadagnava campo e simpatia affrancandosi da quella parvenza di superbia che il portamento gli conferiva se solo stava in silenzio. I sorrisi trattenuti e malcelati di lei fecero il resto e accesero tutte le micce che le batterie del Pestapiano aveva già armato da dopo il buongiorno. Il fascino esotico della donna straniera di terre lontane, acconciata e abbigliata come le donne italiane, l’accento rotondo di una voce solo di un fiato superiore alla media, gli zigomi distanti e smussati ed un nasino inspiegabilmente all’insù avevano creato una falla irreparabile nello scafo del Pestapiano. Era già suonato l’abbandono nave ma lui non l’aveva sentito.


388) Crostata Amaranta

Categoria: dessert

Ingredienti: pasta frolla – mascarpone – miele d’acacia – zucchero e zucchero a velo– limone – fragole.

Preparazione: una volta preparata la pasta frolla mettila a riposare in frigo, così come farai con il composto di mascarpone e miele ben amalgamato, e dedicati a quello spettacolo della natura che sono le fragole. A tale scopo prepara una salsina a base di acqua, zucchero e limone da cospargere sul recipiente che contiene le fragole già lavate e spezzettate. In uno stampo a cerniera fai cuocere la pasta fai cuocere la pasta frolla a duecento gradi per una ventina di minuti. Una volta sfornata, lasciala raffreddare leggermente e cospargila con il mascarpone, uno strato uniforme, beninteso, quindi con le fragole ben scolate dal loro sciroppo. Zucchero a velo per non far scurire troppo le fragole e minimo un quarto d’ora prima di servire.

Punto esclamativo: se poi lo zucchero a velo non c’è e fragole scuriscono, voglio dire, non è la morte di nessuno.

Valore aggiunto: l’amaranto è una pianta originaria del Centro America, ma questo lo sanno tutti.

 


Dai retta, ché io ai fornelli gli do del “tu”.

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Emilio Guardavilla risiede e vive a Piombino insieme ad altre
trentaquattromila persone circa.
Come tutti gli altri ci lavora e ci coltiva le proprie inclinazioni, nel suo
caso la lettura e la cucina.
E come gli altri respira quell’aria di mare che ha la stessa valenza chimica
per l’organismo dell’ossigeno o dell’azoto. Sognatore instancabile,
concepisce costantemente progetti di ogni genere a breve, media e lunga
scadenza senza abbandonarne neanche uno.

http://www.emilioguardavilla.it

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Scritto da il 5.5.2011. Registrato sotto cucina, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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