PIOMBINO: FACCIAMO IL PUNTO SULLA SITUAZIONE SIDERURGICA
Questo 2011 sara’ un anno decisivo per la siderurgia a Piombino, dove sono presenti sia gli stabilimenti Lucchini, attualmente di proprieta’ del numero uno Severstal Alexei Mordashov, e quelli dell’ex Magona attualmente della multinazionale Arcelor Mittal.
Gennaio potrebbe essere il mese in cui si realizzerà l’accordo tanto atteso dai lavoratori tra Mordashov e le banche creditrici per la ristrutturazione finanziaria del gruppo Lucchini, su cui grava un debito di circa 770 milioni di euro. Secondo quanto si è appreso in ambienti finanziari l’oligarca russo avrebbe proposto alle banche un piano basato su tre pilastri: ricapitalizzazione complessiva per 150 milioni di euro in parte in contanti e in parte ottenuti in prestito, conversione di parte del debito e riapertura delle linee di credito.
Le banche però non hanno dato via libera al piano, preferendo evitare l’ingresso nel capitale Lucchini e, poi, essere liquidate con l’incasso al momento della cessione del gruppo che Mordashov dovrà realizzare sembra in tempi brevi.
Mentre continuano le trattative, gli addetti ai lavori mantengono un moderato ottimismo, anche se un ipotetica rottura con le banche aprirebbe scenari oscuri per il futuro dell’azienda che, solo a Piombino, occupa circa 2.100 addetti. I sindacati restano comunque preoccupati e sperano in una soluzione rapida, perché un ulteriore slittamento finirebbe per comportare gravi contraccolpi in termini produttivi, e poi c’è la questione altoforno che è quasi a fine ciclo produttivo.
Il 2010 si chiude invece con uno spiraglio positivo per lo stabilimento Magona, in cui lavorano circa 670 dipendenti. L’arrivo di nuovi ordini ha permesso all’azienda di rimettere in marcia dal 10 gennaio le due linee di zincatura 4 e 5. Ciò comporterà l’interruzione del ricorso alla cassa integrazione che a dicembre, a rotazione, ha interessato una ventina di addetti al giorno. La stima del budget produttivo di Magona, grazie ai nuovi ordinativi, e’ stata aggiornata da 330mila tonnellate a circa 500mila.
Queste notizie confortanti non cancellano però i timori dei sindacati per il destino dello stabilimento piombinese. L’incontro fissato per il prossimo 13 gennaio con il presidente Arcelor Sud-Europa, Jean-Luc Maurange, offrirà l’occasione per analizzare la situazione e chiarire le strategie che ha il gruppo per la sua sede italiana di Piombino.