LA GRANDE SFIDA: SALVEZZA E RILANCIO PER LE AREE PROTETTE ITALIANE

Riportiamo integralmente una proposta per il rilancio delle aree protette in Italia che, complice la scusa della perdurante crisi, e gli appetiti speculativi di varia natura, più o meno legali, che ci sono nel nostro paese, potrebbero portare allo smantellamento dei parchi e delle aree protette in Italia. A questo appello, denominato «Documento di San Rossore» hanno risposto moltissimi ricercatori ed amministratori italiani (riportati alla fine del documento) preoccupati dei rischi che il territorio italiano può correre in questa delicata fase storica.


DOCUMENTO DI SAN ROSSORE

I parchi naturali e le altre aree protette rappresentano oggi un baluardo contro le dilaganti aggressioni nei confronti del territorio e della biodiversità e costituiscono una speranza per il futuro perché sono straordinari laboratori dove si realizzano modelli di gestione che dimostrano come sia possibile coniugare conservazione e sviluppo e porre al centro il rapporto persona-natura.

La missione attuale che la storia affida alle aree protette è allora una missione strategica: contribuire a salvare la Terra dal rischio della catastrofe ambientale. Il ruolo che esse svolgono è quindi un ruolo di interesse generale.

Proprio in considerazione di tale ruolo cresce in tutto il mondo il numero delle aree naturali protette, s’innalza il livello della qualità degli interventi a livello sia nazionale che internazionale. In Italia, invece, le aree protette hanno conosciuto negli ultimi anni una crisi gravissima che trova la sua causa fondamentale nella sottovalutazione e, a volte, addirittura, nella banalizzazione di quel ruolo, troppo spesso interpretato in chiave pseudo-aziendalistica, e nel conseguente progressivo disinteresse istituzionale, culminato nel pesantissimo taglio dei finanziamenti pubblici effettuato dal Governo nel luglio 2010.

Il sistema delle aree protette italiane rischia così di essere cancellato.

Pensato già dagli anni ’10 del secolo scorso, avviato con la creazione dei primi parchi nazionali all’inizio degli anni ’20 e progressivamente realizzato a partire dagli anni ’70, questo sistema – costituito da un migliaio di aree protette (parchi nazionali e regionali, aree marine protette, riserve naturali , ecc.) che tutelano ben oltre quel 10% della superficie nazionale che nel 1980 aveva costituito una sfida lanciata dall’ambientalismo italiano per l’istituzione dei parchi – rappresenta una delle grandi conquiste di civiltà del nostro Paese e risponde alle indicazioni della legge Quadro, la 394 del 1991, una legge molto avanzata, approvata unanimemente dopo trent’anni di elaborazioni e di lotte.

È un sistema che, nonostante diversi difetti e problemi, ha posto l’Italia perfettamente in linea con gli standard indicati dal dibattito internazionale, che ha consentito la conservazione di territori di eccezionale valore naturalistico e la protezione di una delle più ricche biodiversità esistenti in Europa, che ha permesso una serie di attività e di sperimentazioni vitali, che ha espresso inedite energie, nuove professionalità e un’eccezionale carica di innovazione e di fantasia.

I riconoscimenti che provengono da tutto il mondo testimoniano il valore del sistema e dei risultati che esso ha saputo raggiungere malgrado lo storico sottofinanziamento. Il costo delle aree protette, infatti, incide in misura irrisoria sul bilancio dello Stato e delle Regioni: per fare un solo lampante esempio, i 23 parchi nazionali sono costati negli ultimi anni poco più di 50 milioni di euro l’anno, un costo che è pari a quello di appena 2 km di una delle devastanti autostrade in progettazione e che non è assolutamente confrontabile con i costi altissimi degli strumenti destinati non già alla difesa della natura, ma alla difesa militare. Quei risultati si sono potuti ottenere grazie alla passione, all’abnegazione, alla capacità innovativa di un movimento che si è sviluppato attorno alle aree protette e che è composto da operatori, studiosi, gestori, associazioni, i quali per professionalità e spirito collaborativo rappresentano una grande ricchezza per tutto il Paese.

Adesso tutto rischia di essere vanificato. Con l’ultimo  taglio, che pesa drammaticamente sull’insieme delle aree protette, molte di esse – certamente i parchi nazionali che si sono visti dimezzare il fondo di dotazione – non potranno far fronte neanche a tutte le spese obbligatorie e sarà anche precluso l’accesso alle risorse aggiuntive e in particolare ai fondi comunitari. Così nell’Anno internazionale della biodiversità, mentre gli organismi e gli accordi internazionali vedono nelle aree protette uno strumento fondamentale per fronteggiare la crisi ambientale e mentre lo stesso Piano italiano sulla biodiversità approvato nello scorso ottobre sottolinea l’importanza del loro ruolo, esse rischiano la paralisi e quel movimento rischia l’impotenza e la frustrazione.

Questi rischi sono solo la punta di un iceberg, la spia di un generale disinteresse delle attuali classi dirigenti italiane, nazionali e regionali, nei confronti della conservazione della natura, la quale non sembra più rappresentare un problema, né una priorità, nemmeno un obiettivo proprio mentre la crisi ambientale precipita a livello planetario e nazionale. Segno di questo disinteresse che sfocia sempre più spesso nell’insofferenza è anche la progressiva dismissione di qualsiasi politica organica delle aree protette da parte del Governo nazionale in primo luogo, ma anche da parte di molte Regioni.

La situazione è ancor più grave se si considera che le drammatiche conseguenze di questa crisi non riguardano solo il nostro Paese, poiché la conservazione della natura è valore universale e la tutela della biodiversità non si arresta certo ai confini nazionali, e inoltre incidono profondamente sui diritti delle future generazioni che devono oramai rappresentare la stella polare di ogni governo della cosa pubblica.

_ _ _ _ ___ _ _ _ _

Noi, amministratori, operatori e volontari dei parchi e delle altre aree protette, studiosi e progettisti, militanti del molteplice e vario associazionismo ambientalista, esponenti politici e sindacali, semplici cittadini chiamiamo l’opinione pubblica, i movimenti e le istituzioni italiane a una forte reazione non solo per la salvezza, ma anche e soprattutto per un grande rilancio del sistema delle aree protette italiane nello spirito della legge 394.

E’ questa la nuova sfida che intendiamo lanciare proprio perché siamo convinti che la missione che oggi la storia affida ai parchi e alle altre aree protette sia quella di contribuire a salvare il nostro pianeta; che le funzioni di salvaguardia ambientale, di sviluppo economico e di progresso culturale proprie del sistema delle aree protette siano strategiche per il futuro del nostro Paese, un futuro sicuro, sostenibile, contraddistinto dai minimi requisiti di civiltà; perché siamo convinti che la società italiana voglia bene alle aree protette e perciò sappia rispondere positivamente e con entusiasmo alla nostra sfida; che quel movimento, malgrado le delusioni e la stanchezza del presente, contenga ancora in sé enormi potenzialità, materiali e immateriali, e abbia la forza e la volontà di reagire e di lottare. Noi intendiamo dare voce a questo movimento e nello stesso tempo vogliamo contribuire a delineare e approfondire gli elementi e gli obiettivi di una nuova politica per le aree protette.

Per affrontare questa sfida ci rivolgiamo a tutti coloro che vogliono impegnarsi per i parchi e per le altre aree protette e diamo loro appuntamento a Firenze a febbraio dove insieme approfondiremo problemi e strategie e cercheremo di individuare, anche attraverso un calendario di iniziative nazionali e locali, percorsi adeguati che ci permettano di rivolgerci efficacemente alla società civile, alle forze politiche e sociali, alle istituzioni.

Parco Regionale di San Rossore 6.12.2010

Baldini Ugo – Caire
Barsotti Diego – Greenreport
Baruzzo Walter – Presidente del Parco Montemarcello-Magra
Battisti Corrado – naturalista Provincia Roma
Beltrami Federico – Dirigete Uff.Parchi Regione Liguria
Bernardino Romano – Univ dell’Acquila
Bertone Luigi – esperto di aree protette
Boitani Luigi – Biologo, Università di Roma ‘La Spaienza’
Briano Renata – Assessore all’Ambiente della Regione Liguria
Buiatti Marcello – prof Università di Firenze e biologo
Burlando Maurizio – direttore del Parco del Beigua
Caresio Giulio – giornalista
Ceruti Gianluigi – ex Deputato
Cinquini Fabrizio – architetto
De Biasi anna Maria – biologa marina
Desideri Carlo – CNR Roma
Di Plinio Giampiero – professore Università di Chieti-Pescara
Fachinetti Claudia – Toscanaparchi/ Parco di Montemarcello-Magra
Falqui Enrico – Università di Firenze
Fanciulli Giorgio – presidente dell’AMP di Portofino
Ferrari Claudio – Provincia di Trento
Franchello Dario – Presidente del Parco Beigua e presidente del  Coordinameno parchi liguria
Furlanetto Dario – direttore Parco Adamello Lombardo
Galletti Carlo – consiglio Parco San Rossore
Gambino Roberto – Politecnico Torino
Giovannelli Fausto – presidente Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano
Girani Alberto  – direttore Parco regionale di Portofino
Graziani Carlo Alberto – Università di Siena
Ielardi Giulio – giornalista e fotografo naturalista
Lasen Cesare – botanico
Lunardi Giancarlo – Presidente del Parco di San Rossore
Marco Frey – professore Scuola Sant’Anna
Marotta Gino – Direttore Ass. comuni dei Parchi, Presidente  del Parco regionale dei Monti Lattari
Moschini Renzo – direttore collana “aree naturali protette” ETS Edizioni
Mottola Sergio – Provincia di Pisa
Nardini Giuseppe – Presidente del Parco delle Alpi Apuane
Negrari Giuseppe – Servizio Ambiente Comune di Villafranca Lunigiana
Niccolini Federico – Organizational Science Faculty of Economics Department of Financial and Economical Institutions
Nicoletti Domenico – Riserva Sele e Tanagro
Nuzzo Antonello – architetto esperto di aree protette
Ostellino Ippolito – Direttore Parco del Po Torinese
Paglialunga Sergio – Direttore del Parco di San Rossore
Pazzagli Rossano – storico, Università del Molise
Piccioni Luigi – Università della Calabria
Pignacelli Paolo – Federparchi
Pignatti Sandro – Accademia dei Lincei
Piraccini Massimo – Parks. It
Poletti Alessandro – Legambiente circolo Val di Magra
Romano Bernardino – Università dell’Aquila
Rossi Beppe – Presidente Parco d’Abruzzo
Sargolini Massimo – Università di Camerino
Sbrilli Luca – Presidente Parchi Val di Cornia spa
Scarpellini Patrizio – Direttore del Parco di Montemarcello-Magra
Thommaset Federica – Architetta
Tompetrini Enzo – Presidente Ass.ociazione 394
Torti Cristiana – Università di Pisa
Valer Giuliano – giornalista
Vallarola Fabio – esperto di Aree Protette Marine
Ventrella Sergio – Regione Toscana
Zago Valter – Europarc-Federparchi
Zanichelli Franca – Direttore del Parco dell’Arcipelago tosco-emiliano

Print Friendly, PDF & Email
Scritto da il 9.1.2011. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

Scrivi una replica

DA QUANTO TEMPO...

  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    81 mesi, 17 giorni, 23 ore, 37 minute fa

Pubblicità

Galleria fotografica

CorriereEtrusco.it - testata giornalistica registrata al Tribunale di Livorno al n.19/2006. Direttore Responsabile Giuseppe Trinchini. C.F. TRNGPP72H21G687D
I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.
Tutti i loghi e i marchi sono dei rispettivi proprietari. I commenti sono di chi li inserisce, tutto il resto copyright 2018 CorriereEtrusco.it