PIOMBINO: UN BEL 25 APRILE TRA LIBERAZIONE E DE ANDRE’

Il 25 aprile giornata simbolica della liberazione di tutta l’Italia dal regime nazifascista e, denominata Festa della Liberazione, quest’anno, oltre alle celebrazioni classiche della mattina con l’Onorevole Marini, e al concerto del pomeriggio con Morgan, vedeva l’intitolazione del Centro giovani alla figura del cantautore genovese Fabrizio De Andrea. Leggiamo insieme alcuni articoli sull’argomento.


PIOMBINO: UNA BELLA ESIBIZIONE PER MORGAN

Una piazza Verdi gremita di persone quasi fosse la notte dell’ultimo dell’anno se non fosse che il clima mite induceva a pensare di trovarci in primavera. Fin dalle 16.30 c’era chi si era già assicurato un posto in prima fila sotto il palco per assistere, alle 18, al concerto gratuito del cantautore Morgan, presente a Piombino per i festeggiamenti della festa di Liberazione del 25 aprile dedicata, quest’anno, allo scomparso Fabrizio de Andrè in occasione dell’intitolazione del Centro Giovani alla sua memoria.

Alle 18, quando Marco Castoldi, in arte Morgan, ha fatto la sua comparsa sul palco, allestito con un unico pianoforte che lo avrebbe accompagnato nell’esecuzione dei brani, la folla aveva già raggiunto il vicino cinema Metropolitan. Alcuni addirittura si sono assicurati un posto in “tribuna d’onore” raggiungendo direttamente il tetto del Semaforo Rosso godendosi lo spettacolo dall’alto e al riparo da qualsiasi eventuale spintone.

Ad inizio scaletta priorità è stata data alle canzoni di De Andrè appartenenti al cd, che lo stesso Morgan ha reinciso, “Non al denaro, non all’amore né al cielo”, fra le quali sono state eseguite “Un giudice”, “Un malato di cuore” ed “Un ottico”. Poi è stata la volta di “Ballata dell’amore cieco o della vanità” per poi passare a brani del suo stesso repertorio come “Altrove” o “Sono=sono” (dall’album “Zero”) degli anni dei Bluvertigo e la bella “Cieli neri” del cd “Metallo non metallo” sempre dei Bluvertigo.

Il concerto è stato intervallato da momenti in cui Morgan ha interagito col pubblico, in particolare quando delle ragazze, presenti nelle prime file, gli hanno lanciato sul palco un particolarissimo cappellone, assai femminile, con la preghiera di tenerlo ed indossarlo in futuro, oppure una maglia sulla quale era stato scritto un numero di cellulare, con nome allegato e l’implicita richiesta “Chiamami”.

Il cantante ha regalato ai presenti momenti di buona musica e virtuosismi al pianoforte nonché di divertimento dovuto al suo carisma di istrionico personaggio.
Lodevole la bravura di Morgan nell’eseguire brani dal vivo sfatando il mito che molti cantanti non siano realmente in grado di cantare e che negli album la loro voce, e la stessa intonazione, sia soggetta a ritocchi digitali.

A concerto finito Castoldi, è velocemente salito sulla macchina che lo attendeva dietro le quinte del palco per dirigersi al Centro Giovani dove lo aspettava il Sindaco Gianni Anselmi per la cerimonia di intitolazione del Centro.


Serena Scateni

UN 25 APRILE DEDICATO ANCHE A DE ANDRE

Un 25 aprile in gran parte dedicato a Fabrizio De Andrè, riscoprendo il filo che lega l’esperienza della resistenza partigiana all’universo poetico del cantautore genovese scomparso da dieci anni.

E da sabato il Centro giovani porta il suo nome. A evidenziarlo una targa, ideata da tre ragazzi piombinesi, Gabriele Bezzini Alessio Fulceri e Gianni Pisani, e scoperta dal cantante Morgan, reduce da un concerto in piazza Verdi, alla presenza del sindaco Anselmi. Presentato anche un cd di cover di Faber, realizzato dalle varie scuole musicali cittadine, e in vendita a partire da 5 euro. Il ricavato sarà devoluto al popolo abruzzese, duramente colpito dal terremoto.

«Saluto con piacere una comunità che è riuscita concretamente a realizzare qualcosa- ha detto Morgan, riferendosi sia al disco che alla targa. – E’ la prova più evidente del fattore aggregante che la musica può aggiungere alla società». All’inaugurazione è stato letto anche un messaggio di saluto inviato da Dori Ghezzi.

Quella di sabato è stata un’occasione interessante per rileggere il significato della Liberazione dal nazifascismo attraverso le parole di De Andrè. Fabrizio non dedicò mai un disco alla resistenza partigiana. E ad osservare nel dettaglio la sua opera, sarebbe risultato perfino superfluo, perchè ogni sua canzone è già intrisa del significato più profondo della resistenza: il rifiuto categorico di un ordine che qualcuno vorrebbe immutabile e che si realizza attraverso il letargo della coscienza e la repressione, sanguinosa o più pericolosamente asettica e politica, di ogni eterodossia e minoranza. Così De Andrè non aveva problemi a schierarsi dalla parte di ladri, assassini, prostitute, imbroglioni, rom e transgender: più di ogni altra cosa lo spaventava la «pace terrificante» che deriva dalla desertificazione dell’intelletto e dalla parificazione artificiale di tutti gli ideali, una pace sterile come i «diamanti» da cui «non nasce niente», per combattere la quale era giusto rivalutare e proteggere tutti i «servi disobbedienti alle leggi del branco».

Un messaggio quanto mai attuale, in un momento in cui sia nel centro-sinistra che nel centro-destra ogni sforzo pare finalizzato alla silenziosa epurazione delle dissidenze sotto la bandiera della semplificazione. Un momento in cui con l’artificio della demagogia si tenta di porre rimedio laddove la storia non ha avuto pietà, e si pontifica sulla pari dignità degli ideali di tutte le parti in causa nella guerra civile. E’ in un momento simile – e questo è il più grande messaggio che De Andrè ha lasciato- che occorre difendere l’eccezionalità e la differenza, «come una svista, come un’anomalia, come una distrazione, come un dovere».

Matteo Toffolutti

PIOMBINO: LA SERA ESIBIZIONE DEL FOB E KHORAKHANE’

Seguendo la programmazione della giornata del 25 aprile in scaletta era previsto, per le 21, lo spettacolo del FOB dedicato all’album “Storia di un impiegato” di Fabrizio De Andrè.

Davanti ad una piazza che contava numerose persone, anche se non ai livelli dell’affluenza per il precedente concerto di Morgan, l’attesa per l’inizio dello spettacolo si è protratta a lungo a causa del sound check che andava necessariamente eseguito per il gruppo Khorakhané, che avrebbe dovuto chiudere la serata.

Dopo più di un’ora d’attesa ed un check completato sarebbe dovuta venire la volta del nuovo check per i microfoni degli attori ma la mancanza di tempo non ha reso possibile l’operazione compromettendo la qualità dell’esibizione dei ragazzi del FOB.

In coda alla performance del gruppo formato da Antonio Franceschini, Veronica Papi, Eugenio Redolfi Riva, Sebastiano Taccola e Lisa Carpitelli è venuto il turno dello spettacolo teatrale, del quale gli autori (Roberto Bisso, Lisa Caripitelli, Marco Contri e Valerio Paldini) parlano così: “Lottavano così come si gioca…
Il progetto, tributo a Fabrizio De Andrè, nasce nell’autunno del 2008 con l’unico scopo di gridare al mondo a modo nostro, cioè recitando, la nostra passione per il grandissimo cantautore genovese, scomparso nel 1999.
Mescolando musica e recitazione, senza nessuna pretesa di assoluta fedeltà filologica ma con la voglia di “rendere nostro” quel che Lui ha fatto e soprattutto basandoci su quello che ci ha trasmesso, abbiamo deciso di mettere in scena “Storia di un Impiegato”, non solo per esigenze teatrali (un concept album con un’unica storia è evidentemente più facile da portare in scena) ma anche per le tematiche dell’album (il desiderio di giustizia, i moti del ’68 e la loro successiva storpiatura, il Potere, l’amore, la collettività).

Abbiamo dato al tutto la NOSTRA visione, del tutto personale e senza troppe pretese, cercando solamente di divertire e divertirci, facendo apprezzare a chi (ahiloro!) non conosce il genio, l’arte, la poesia di quell’uomo geniale che si è spento troppo presto…”.

Sono stati poi i fratelli Mezzacapo, con il proprio gruppo, a traghettare gli spettatori a fine serata riproponendo le più famose canzoni di De Andrè fra cui “Bocca di Rosa”, “Ballata dell’amore cieco o della vanità”, “Il pescatore” o “Creuza de mä”.


Serena Scateni

Scritto da il 28.4.2009. Registrato sotto cultura. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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