SAN VINCENZO: 150 POSTI NELL’ALBERGO A RIMIGLIANO

Pronta la variante al Piano strutturale per la Tenuta di Rimigliano. Il legame tra agricoltura e turismo al centro della proposta in discussione in questi giorni con partiti, associazioni e sindacati. Si riduce la possibilità edificatoria all’interno della Tenuta. La variante infatti prevede la costruzione di un albergo fino a un massimo di 150 posti letto, con l’obiettivo di offrire una ricettività turistica ai visitatori del parco e dell’azienda agricola di Rimigliano.

Entra nel vivo il percorso di revisione delle previsioni urbanistiche che riguardano la Tenuta di Rimigliano. E’ arrivato il momento, infatti, di mettere mano alle carte che raffigurano quella parte di territorio e le sue funzioni per ridisegnarle sulla base degli indirizzi approvati dal Consiglio comunale il 28 febbraio di quest’anno. Il che, in sostanza, significa che è pronta la variante urbanistica al piano strutturale sulla quale la giunta Biagi sta avviando la discussione con i partiti, le associazioni ambientaliste, economiche e sindacali, prima di illustrare la proposta ai cittadini e portarla in Consiglio comunale per l’adozione. Fitto il calendario degli incontri che impegneranno l’Amministrazione fino a Natale.

I riflettori sono puntati, come è naturale, sui metri quadrati di edificazione che la variante prevede. La variante si caratterizza come un’operazione di recupero del patrimonio edilizio già esistente all’interno dei 540 ettari della Tenuta e oggi in totale stato di abbandono, stimato in circa 17000 mq. A questo si aggiunge la realizzazione di un albergo per un massimo di 150 posti letto – contro i 600 posti letto (e 15000 mq) del maxialbergo Parmalat contenuto nella vecchia previsione – che la variante impone di collocare vicino alla viabilità esistente, dal momento che sarà vietato crearne di nuova per raggiungerlo, senza occupare terreno utilizzato per l’agricoltura Sparisce anche il centro congressi di 3000 mq, che si sommavano nel vecchio piano ai 15000 mq del maxi-albergo e ai 12500 di residenziale e turistico ricettivo.

IL CUORE DELLA VARIANTE: REDDITO E NON RENDITA

“Ma” dicono il sindaco Michele Biagi e l’assessore all’urbanistica Mirio Giannellini “sarebbe sbagliato fermarsi alla quantità dell’edificazione, perché la nuova pianificazione cerca di rispondere a una domanda che precede e condiziona il ragionamento sui metri quadrati previsti all’interno dei 540 ettari della Tenuta: come la funzione agricola storica di quella parte di territorio può tornare a produrre reddito per il Comune di San Vincenzo e la Val di Cornia? Rilanciando, innovandola, la produzione dell’azienda agricola esistente, concependo le funzioni residenziali e turistico-ricettive come integrative e di supporto al sistema economico così creato all’interno della Tenuta: è questa la risposta che la variante tenta di costruire. Perché questo avvenga è necessario preservare le caratteristiche paesaggistiche e naturali dell’area, costruendo un’integrazione più forte con il parco a mare di Rimigliano.”

LA TUTELA DEL PAESAGGIO E DEL TERRITORIO

Se questo è dunque l’obiettivo da raggiungere, si capisce perché la relazione che accompagna la variante si apre subito con l’elenco dei paletti, tecnicamente “invarianti strutturale”, condizioni cioè che non si possono modificare nell’intervento della Tenuta, vale a dire: le aree boscate di ogni genere e tipo; i viali alberati; l’organizzazione territoriale e la maglia insediativa; l’unitarietà fondiaria dei suoli agricoli della tenuta di Rimigliano; le torri costiere; gli altri edifici e i manufatti di interesse, storico, formale e architettonico.

Viene inoltre estesa anche alla Tenuta l’area ANPIL (Area Naturale Protetta di Interesse Locale) che oggi è presente solo nella fascia a mare di Rimigliano. Tramonta, infine, definitivamente l’idea di ricostituire il vecchio lago di Rimigliano, giudicata dagli approfondimenti emersi dal quadro conoscitivo di difficile attuazione, mentre saranno tutelate e salvaguardate le aree umide residue del vecchio padule.

L’AZIENDA AGRICOLA.

Con questa variante, ritrova una centralità il ruolo dell’azienda agricola storica della Tenuta di Rimigliano, alla quale è dedicata larga parte della relazione normativa allegata. Al suo interno si punta a realizzare un’agricoltura fatta di produzioni legate alla tradizione del territorio, ma anche aperta alla sperimentazione di coltivazioni da utilizzare per alimentare impianti di produzione energetica a biomasse. Un’agricoltura che integra il suo reddito con il turismo, seguendo le orme dell’agriturismo toscano e dotandosi di servizi ricettivi e di fruizione dell’azienda per gli ospiti della Tenuta. Tutto questo sarà contenuto in un Piano di miglioramento agricolo ambientale che dovrà essere presentato dopo l’approvazione della variante e dovrà prevedere, tra l’altro, l’unitarietà fondiaria dell’azienda agricola e il divieto assoluto di frazionamento, le modalità di gestione dell’ANPIL, le modalità di uso e mantenimento delle strade poderali, con il divieto di asfaltarle.

L’INTERVENTO EDILIZIO: IL RECUPERO

Una volta fissati i vincoli che servono per tutelare le caratteristiche naturali e paesaggistiche della Tenuta, con l’importante novità dell’estensione della zona ANPIL, e stabilita la centralità dell’azienda agricola, la relazione si concentra sulle possibilità di recupero edilizio e le sue caratteristiche. Sarà possibile recuperare tutto il patrimonio edilizio esistente, stimato in circa 17.000 mq. Sarà ammesso il recupero a residenza di quel patrimonio che non serve per le finalità agricole della Tenuta. Tradotto: prima si fa una stima di quanto del patrimonio edilizio esistente serve per l’attività agricola della Tenuta – e questa stima la si farà con il piano di miglioramento agricolo ambientale prima citato – e solo dopo questa stima si saprà quanto del patrimonio esistente potrà essere recuperato per la residenza. Il recupero degli edifici a residenza dovrà avvenire secondo il rispetto di alcune regole fondamentali così riassumibili: gli edifici di interesse architettonico dovranno essere recuperati senza essere demoliti, preservando le caratteristiche esterne attuali; gli edifici che non hanno valore architettonico potranno essere demoliti e ricostruiti nell’ambito dei poderi esistenti, senza occupare altra superficie agricola e uniformandosi alle caratteristiche architettoniche di quelli che hanno interesse architettonico.

In coerenza con il nuovo regolamento edilizio della Val di Cornia e con “Le linee guida per l’edilizia sostenibile in Toscana”, dovranno essere impiegate negli interventi tecniche di bioarchitettura, fonti energetiche alternative, in particolare impianti a pannelli solari e fotovoltaici, tecniche di recupero, depurazione e riuso delle acque. Inoltre, la ricostruzione degli edifici demoliti dovrà avvenire senza che sia necessario costruire altre strade per raggiungerli.

L’ALBERGO: NUOVA COLLOCAZIONE

Infine l’albergo. Come già detto, la variante prevede la costruzione di un albergo fino a un massimo di 150 posti letto, con l’obiettivo di offrire una ricettività turistica ai visitatori del parco e dell’azienda agricola di Rimigliano. Cambierà anche la sua collocazione, che la variante individua vicino alla viabilità esistente, dal momento che sarà vietato crearne di nuova per raggiungerlo e non dovrà occupare terreno utilizzato per l’agricoltura. Inoltre, le caratteristiche architettoniche dell’albergo dovranno rispondere alle norme previste per gli altri interventi edilizi.

A cura dell’ufficio stampa Comune di San Vincenzo

Scritto da il 6.12.2007. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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