LA LUCCHINI NON PIANGE, LA MAGONA NON RIDE

La Lucchini di Piombino

Se sembra scongiurato, grazie ad un primo accordo delle banche creditrici, il  rischio che i libri contabili del Gruppo Lucchini finiscano in tribunale e che l’azienda finisca in amministrazione straordinaria, sembra che a novembre la Magona, con un pacchetto di ordini per 36mila tonnellate ancora da confermare, rischia di non chiudere positivamente l’ultimo trimestre, e non esclude la possibilità del ricorso agli ammortizzatori sociali a Novembre.

 

 

LUCCHINI NON PIANGE… ACCORDO PIU’ VICINO CON LE BANCHE

Se sembra scongiurato, grazie ad un primo accordo delle banche creditrici, il  rischio che i libri contabili del Gruppo Lucchini finiscano in tribunale e che l’azienda finisca in amministrazione straordinaria. Alexey Mordashov e il pool di banche creditrici di circa 770 milioni dal gruppo siderurgico avrebbero trovato l’intesa sul nuovo piano finanziario, dopo che era naufragato quello messo a punto nel luglio scorso.

Sembra, ma il condizionale è d’obbligo, che il comitato ristretto dei creditori (Intesa San Paolo, Unicredit, Mps e Bnp-Paribas) ha accettato il piano presentato dall’azienda, anche Mordashov avrebbe dato il suo ok, ma tutto dovrà ora essere passato al vaglio e ratificato dai singoli comitati crediti delle 14 banche creditrici, che fanno capo a nove gruppi diversi. Un’operazione che, per sapere se andrà definitivamente a buon fine, richiederà un paio di settimane. Solo a quel punto il nuovo piano finanziario potrà essere presentato al tribunale di Milano e quindi diventare operativo, consentendo anche di ratificare la vendita di Ascometal, la costola francese del gruppo, al fondo statunitense Apollo.

Il nuovo piano finanziario, a grandi linee, prevede che le banche creditrici ricevano subito 100 milioni di euro, invece dei 180 previsti dall’accordo di luglio, provenienti dalla vendita di Ascometal (più le centrali elettriche) al fondo Apollo per 350 milioni. Gli altri 80 la Lucchini li pagherà a luglio 2012. In questo modo nelle asfittiche casse del gruppo siderurgico entreranno circa 250 milioni.

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MAGONA NON RIDE… RISCHIO CASSA INTEGRAZIONE A NOVEMBRE

Mercato stagnante, e un nuovo periodo di difficoltà si riaffaccia in Magona. Dopo la riapertura di agosto, il reparto zincatura è rimasto fermo per un paio di settimane ed ha ripreso a marciare solo mercoledì scorso, anche se una nuova fermata è prevista per venerdì prossimo fino a data ancora da definire.

A quanto pare per novembre Magona avrebbe un pacchetto di ordini per 36mila tonnellate, che non tranquillizza affatto sulla chiusura positiva dell’ultimo trimestre e non esclude la possibilità del ricorso agli ammortizzatori sociali. La Magona ad agosto era riuscita a richiamare dalla cassa integrazione tutto il personale residuo. Dall’introduzione della squadra unica nei reparti tandem e decappaggio ci si attendeva il risultato di eliminare del tutto lo spauracchio della cig. Ma la manovra sugli organici molto probabilmente non basterà, anche perché la concorrenza sul mercato, sia nazionale che internazionale si fa sempre più aggressiva.

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Scritto da il 16.10.2011. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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