CAVE: STOP NEL 2018, MA PIU’ FUMO CHE POLVERE

Il consiglio comunale di Piombino, ad ampia maggioranza, ha approvato il 4 gennaio un ordine del giorno con il quale si chiedono garanzie per il Parco San Silvestro e la garanzia delle cave nel 2018. Contemporaneamente però a Campiglia si è dimessa Vania Bianchi assessore indipendente in area RC ed è stata negata la richiesta al comitato per Campiglia di accedere ai piani di coltivazione delle cave. Come si suol dire, c’è più fumo che polvere su questo argomento, l’unica cosa certa è il monte che di mese in mese diminuisce a “vista d’occhio”.

Si è conclusa con l’approvazione di un ordine del giorno comune, votato da tutte le forze politiche ad eccezione della lista civica “Per la tua Città”, la discussione sulle attività estrattive nel comune di Campiglia che si è svolta questa mattina nel consiglio tematico di Piombino.

Nel documento approvato, proposto da Sinistra Democratica, Verdi, Rifondazione Comunista Nuova Piombino e votato anche dall’Ulivo, Gruppo Misto e An, il consiglio comunale chiede al presidente del circondario di farsi carico delle preoccupazioni espresse dal dibattito, di escludere tassativamente aumenti delle escavazioni e prolungamenti delle concessioni rilasciate, con il termine ultimativo del 2018, secondo quanto già deliberato anche dal consiglio comunale di Campiglia, di aprire una discussione con tutte le istituzioni sul futuro della siderurgia, di vigilare con la massima attenzione sugli interventi di ripristino da realizzare e infine di valutare sulla possibilità di ridurre le coltivazioni della cava di Monte Calvi per salvaguardare l’attività del parco di San Silvestro.

Non accolta invece la mozione presentata dalla lista civica “Per la tua città”, che chiedeva a tutti gli altri comuni del circondario una presa di posizione forte sul ruolo della parchi Val di Cornia, e di esplicitare i limiti di operatività da riservare alla Società Cave sul territorio, evidenziando gli elementi di conflitto fra la continuazione dell’attività estrattiva e le possibilità di riapertura totale del parco di San Silvestro.

Ambedue i documenti sono stati presentati al termine di una discussione apertasi subito dopo l’intervento del sindaco di Campiglia Marittima Silvia Velo, la quale ha ripercorso le tappe fondamentali che hanno caratterizzato l’evoluzione dei rapporti tra società Cave, comune di Campiglia e parco archeominerario dal 1994 a oggi. Nel 1997, infatti il consiglio comunale di Campiglia aveva modificato il precedente protocollo del 94, stabilendo la possibilità di vendita da parte della società Cave anche del materiale di scarto, e non solo del calcare utilizzato dalle acciaierie. Negli ultimi anni c’è stata un’intensificazione delle coltivazioni che attualmente raggiungono una produzione di circa un milione all’anno di calcare, assorbito solo in parte dalla Lucchini.
La discussione delle forze politiche ha messo in evidenza quindi le preoccupazioni legate alla convivenza tra il patrimonio culturale del parco e l’attività estrattiva.

«Sul rapporto complesso tra cava e parchi siamo ancora di fronte a una serie di nodi non risulti – ha detto il sindaco di Piombino Gianni Anselmi nel suo intervento finale – In questi termini la questione del reperimento delle materie prime per gli stabilimenti siderurgici, dopo il 2018, quando l’attività estrattiva verrà chiusa, è una questione che riguarda il paese e spero che ci sia una presa d’atto collettiva, una questione che deve essere discussa a livello regionale e nazionale e non da un unico comune».


CAMPIGLIA: SI E’ DIMESSA VANIA BIANCHI

L’assessore del Comune di Campiglia Vania Bianchi, indipendente sostenuta da Rifondazione, ha presentato ieri le sue dimissioni. Queste le motivazioni dell’ormai EX assessore.

«La mia esperienza di assessore nell’amministrazione comunale di Campiglia Marittima è iniziata con l’incarico conferitomi dal Sindaco Velo, sulle tematiche della gestione della cosa pubblica che ponesse la partecipazione attiva dei cittadini e di tutte le sue componenti come prassi nell’amministrare. Al centro di questo processo una maggiore apertura e un maggiore pluralismo. Questo approccio, ha trovato ostacoli a causa di un atteggiamento sostanzialmente conservatore e comunque diverso nei contenuti, sui quali sono emerse le divergenze di visione politica.

In meno di due anni ho seguito il bilancio partecipativo insieme all’assessorato alle finanze ed ai lavori pubblici, organizzando assemblee pubbliche e cercando il coinvolgimento della società locale. Parallelamente, attraverso il lavoro nella Rete del Nuovo Municipio sempre sulle tematiche della partecipazione ho cercato di aprire il settore della comunicazione pubblica e della sua interazione sociale; tali esperienze hanno tra l’altro rappresentato non solo una novità per Campiglia e la Val di Cornia ma hanno posto Campiglia all’attenzione del contesto regionale e nazionale nel campo della partecipazione.
Purtroppo questi tentativi hanno evidenziato la difficoltà a modificare equilibri ed abitudini politiche consolidate che tendono più a privilegiare l’obbiettivo del consenso rispetto alla reale partecipazione nelle scelte.

Divergenze sulla impostazione della gestione politica del territorio e delle sue implicazioni, in più occasioni sollevate da Rifondazione Comunista, hanno determinato un clima che non rende più possibile la mia permanenza in giunta e per questo ho rassegnato oggi le mie dimissioni. Durante l’attività di assessore ho avuto comunque la possibilità di stabilire relazioni e contatti con le numerose associazioni del comune, con i cittadini e con la struttura comunale. A tutti loro un ringraziamento per il percorso comune e per l’attenzione dimostrata agli obiettivi che mi ero prefissa. Ringrazio anche il Partito di Rifondazione Comunista con il quale ho collaborato da indipendente, a svolgere questa esperienza amministrativa. Il mio impegno personale nella vita sociale e collettiva, comunque resta sui contenuti di uno sviluppo e apertura alla partecipazione come garanzia della democrazia».


CAMPIGLIA: NO AI PIANI DI ESCAVAZIONE AL COMITATO

Il Comune ha respinto una richiesta, presentata il 2 gennaio dal Comitato di Campiglia, per avere accesso al piano di coltivazione della cava di Monte Calvi. La protesta, ovviamente, è stata immediata.

«Vista la rilevanza dell’argomento ci aspettavamo dal Comune la massima trasparenza. Lo richiede il buon senso e lo impone la legge 241/90: “L’accesso ai documenti costituisce principio generale dell’attività amministrativa al fine di favorire la partecipazione e di assicurarne l’imparzialità e la trasparenza, ed attiene ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione”».
«Al Comune di Campiglia – prosegue il Comitato – questi principi sembrano ignorati. Per interrompere i termini di consegna dei documenti (30 giorni) l’architetto Alessandro Grassi, con raccomandata del 28 gennaio, ci ha richiesto le motivazioni della domanda e la natura giuridica del Comitato al fine di valutare il nostro diritto di accesso».

«Quello che ci sconcerta – dicono al Comitato – è il messaggio contenuto nella nota del dirigente: “Si ritiene opportuno evidenziare come l’accesso agli atti in oggetto sia consentito solo a coloro ai quali gli atti stessi, direttamente o indirettamente, si rivolgono, che se ne possono avvalere, eventualmente, per la tutela di posizioni soggettive, le quali, anche se non devono necessariamente assumere la consistenza del diritto soggettivo o dell’interesse legittimo, devono però essere giuridicamente tutelate dall’ordinamento oltre che collegate agli atti per i quali l’accesso stesso è richiesto e non possono, in alcun caso, essere identificate con il generico ed indistinto interesse di ogni cittadino al buon andamento dell’attività amministrativa.

Il diritto d’accesso, infatti, non può atteggiarsi come una sorta di azione popolare diretta a consentire una forma di controllo generalizzato sull’amministrazione, giacchè da un lato l’interesse che legittima ciascun soggetto all’istanza, da accertare caso per caso, deve essere personale, concreto e ricollegabile al soggetto stesso da uno specifico nesso, dall’altro la documentazione richiesta deve essere riferibile a tale interesse. Colui che richiede l’accesso non può pretendere che l’amministrazione compia funzioni di ricerca, d’indagine o di ricostruzione storica analitica di interi procedimenti esauriti”».

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Scritto da il 5.2.2008. Registrato sotto cronaca. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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