PIOMBINO: DEMOLIZIONI DI NAVI DA SAIPEM, FRATELLI NERI E SAN GIORGIO

il porto di Piombino al termine dei lavori

il porto di Piombino al termine dei lavori

Firenze – A Piombino, nell’area portuale che è in corso di ampliamento, nascerà il primo polo nazionale di demolizione navale controllata, iniziativa messa a punto da Saipem, Fratelli Neri (Livorno) e San Giorgio del Porto (Genova). L’obbiettivo è ambizioso, diventare punto di riferimento per tutto il Mediterraneo. Nell’area, c’è anche un progetto di General Electric, che intende creare un polo di assemblaggio di moduli industriali, complementare a quello già esistente ad Avenza. L’unica domanda che ci poniamo è se queste attività saranno compatibili con le ultime richieste di Cevital per il riavvio dell’altoforno.

L’obiettivo è quindi diventare punto di riferimento per tutto il Mediterraneo, realizzando un’attività compatibile con l’ambiente e la sicurezza, e fare concorrenza al sudest asiatico dove oggi avviene, anche in modo non regolamentato, la demolizione della quasi totalità delle navi. Nell’area, c’è anche un progetto di General Electric, che intende creare un polo di assemblaggio di moduli industriali, “complementare a quello già esistente ad Avenza”, ha sottolineato il presidente di Nuova Pignone Massimo Messeri.

“La Regione Toscana ha fatto investimenti importanti sul porto e sulle infrastrutture impegnando 140 milioni, che non è poco, il Governo ne ha messi altri 100, tra bonifiche e altri interventi – ha ricordato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – Questo investimento ha suscitato un grande interesse tra le aziende. Noi eravamo stati contestati. Ma, in realtà, gli investimenti sul porto hanno dato slancio all’ipotesi di acquisto della Lucchini e attratto altre aziende a investire. Tutto ciò ha dato convalida al nostro intervento. Quello che sembrava perso con il trasferimento della Concordia a Genova in realtà rinasce”.

Il progetto del polo di demolizione navi – che potrebbe impiegare tra gli 80 e i 200 addetti a demolizione, a seconda della grandezza della nave – guarda innanzitutto agli armatori europei, che detengono una grossa quota della flotta in circolazione. Saranno costituite tre aree, banchina, area logistica e area lavorazione. Si prevede che i primi mezzi da demolire possano arrivare a Piombino entro la prima metà del 2016. General Electric prevede un investimento di circa 40-50 milioni con una prospettiva di occupazione simile a quella di Avenza, circa 350 persone, numero che potrebbe crescere, ha sottolineato Messeri, in caso di aumento delle commesse.

“L’interesse della nostra società per Piombino – ha spiegato Messeri – è legata alle crescenti opportunità che noi vediamo nel settore dei grandi moduli industriali destinati al mercato del petrolio e del gas. Il mercato dei moduli industriali è un mercato in espansione. Sempre di più i clienti dell’industria del petrolio e del gas cercano soluzioni Plug&Play, cioè pronte all’uso. Piombino sarebbe per noi una valida opportunità non solo quando il cantiere di Avenza dovesse essere saturo, ma anche per sviluppare tecnologie sempre più avanzate”.

Parlando del polo nazionale di demolizione navale controllata, Ferdinando Garrè, amministratore delegato di San Giorgio del Porto, ha spiegato che si tratta “di una grande opportunità di business e di sviluppo, che dimostra anche la volontà di fare sistema e un segno di possibili sinergie fra i porti italiani”.

Paolo Carrera, Environment and Renewables Commercial Vicepresident di Saipem, ha concluso la conferenza stampa ricordando che “con questo progetto Saipem mantiene e aumenta il proprio impegno nella gestione di progetti di ingegneria fortemente indirizzati alla tutela della salute, della sicurezza sul lavoro e alla salvaguardia ambientale, mettendo in campo tutte le proprie competenze di gestione di progetti complessi. Il porto di Piombino è l’unico in Italia con una profondità di 20 mt alla banchina e che potrebbe quindi smaltire l’80% delle navi .

 

 

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Scritto da il 22.3.2015. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

3 Commenti per “PIOMBINO: DEMOLIZIONI DI NAVI DA SAIPEM, FRATELLI NERI E SAN GIORGIO”

  1. Giuseppe farsi prendere dall’euforia è troppo facile ma in questo momento avere un attimo, solo un attimo di forte speranza credo che sia giustificato anche e soprattutto dopo le notizie delle lettere di licenziamento che sicuramente mettono alla disperazione chi le riceve.Gli investimenti sembrano seri perciò ora sta ai responsabili adoprarsi a far si che quanto hanno fatto in questi anni non venga “sciupato” e che tutti i piombinesi,almeno per una volta, remino tutti dalla stessa parte.

  2. luca

    L’articolo non mi sembra negativo. La domanda che si pone Trinchini è circostanziato. La riattivazione del l’altoforno senza la cokeria obblighera cevital a realizzare un nuovo molo. Fino a quel giorno andrà usato quello riservato a saipem e General elettrics rendendo incompatibili i due progetti.

    Tutti speriamo… ma un conto è sperare, un altro è essere creduloni… a meno che il 9 aprile cevital non dica che scherzavano con l’altoforno…

  3. CIUCO NERO

    Intanto la harsco ha licenziato. Ora starebbe ai sindacati fare una bella manifestazione di solidarietà in favore di chi ha perso il lavoro…magari davanti al comune che vede sempre roseo e promette promette. Ma si figuriamoci..tanto anche loro i “posticini” li hanno assicurati,anzi ora alcuni sono anche star della tv…e sulle spalle di chi????

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