19 Maggio 2025, 11:54

TOSCANA: IL GOVERNO IMPUGNA LA LEGGE REGIONALE SUL FINE VITA

Roma – Con una mossa decisiva, il Consiglio dei ministri ha scelto di impugnare la legge toscana sul fine vita, portando la questione dinanzi alla Corte Costituzionale. Questa normativa regionale, approvata a metà marzo, rappresenta la prima iniziativa in Italia volta a regolare il suicidio medicalmente assistito, e ora è al centro di un acceso dibattito nazionale.

La legge toscana è nata da un’iniziativa popolare che ha raccolto oltre 10.000 firme e ha visto l’approvazione da parte del Consiglio regionale con il sostegno di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e altri gruppi minori. Tuttavia, ha incontrato l’opposizione di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. La normativa delinea un iter specifico della durata di 37 giorni per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, prevedendo una verifica rigorosa dei requisiti da parte di una commissione della Asl.

La reazione delle istituzioni toscane è stata fortemente critica. Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, ha espresso profonda delusione, affermando che la legge è stata redatta in risposta alla sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019, in cui si chiedeva al Parlamento di colmare un evidente vuoto legislativo. Anche Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale, ha descritto l’azione del Governo come un’offesa nei confronti dei malati e un ostacolo al progresso legislativo regionale.

La normativa stabilisce che solo i pazienti che soddisfano criteri rigorosi, come una diagnosi terminale e la capacità di decisione autonoma, possano accedere al trattamento. Il servizio è reso gratuito per i pazienti delle Asl toscane, con un costo stimato tra 800 e 900 euro per trattamento.

Questa controversia giuridica mette in luce le sfide che l’Italia deve affrontare nel confronto con la delicata questione del fine vita, evidenziando l’assenza di una normativa nazionale esaustiva, nonostante le precedenti indicazioni della Corte Costituzionale. La decisione della Corte avrà implicazioni significative per il futuro delle normative regionali e il dibattito morale nel paese.

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