
“La proroga rappresenta un importante segnale di continuità che mi consente di portare avanti il mio impegno per il rilancio portuale e industriale di Piombino” – ha dichiarato Giani, citando tra le priorità il completamento della SS 398 tra l’Aurelia e il porto.
Perché il governo Meloni conferma Giani?
La scelta di affidare nuovamente l’incarico a un esponente del PD, in contrasto politico con Fratelli d’Italia, ha sollevato più di un interrogativo. Tuttavia, secondo quanto emerso da fonti istituzionali e ricostruzioni di stampa, la conferma di Giani risponderebbe a logiche di efficienza amministrativa e continuità tecnica. Cambiare commissario ora avrebbe significato ripartire da zero, con il rischio di bloccare i cantieri e ritardare ulteriormente i risultati attesi da anni. E il governo, nel solco della continuità, sembra quindi voler accettare questo rischio.
Inoltre, la nomina di Giani consente una filiera istituzionale chiara tra Roma e Firenze. Una scelta che, pur non esente da critiche, è vista da molti come un segnale di pragmatismo: l’interesse per Piombino ha superato gli steccati partitici, almeno formalmente.
Un sistema fragile tra continuità e vigilanza

La proroga dell’incarico a Giani segna la continuità dell’attuale governance dell’area di crisi di Piombino. Il governo, pur potendo nominare una figura vicina alla maggioranza, ha scelto di confermare chi già conosce la macchina, puntando sull’efficienza e rapidità di esecuzione.
La vera sfida sarà dimostrare che questa continuità produce risultati, e non solo un congelamento di ruoli e responsabilità. Piombino ha bisogno di infrastrutture, bonifiche, nuova occupazione. Giani e i suoi collaboratori dovranno adesso trasformare le deleghe in risultati, sotto lo sguardo attento di un’opinione pubblica sempre più critica.
Ma chi li scrive questi articoli ? E’ il nuovo corso del Corriere Etrusco ? Così “Politically correct” ? Capperi !!!