Firenze – Il consolato degli Stati Uniti a Firenze, istituzione storica situata sul lungarno Vespucci e attivo fin dal 1819, si trova al centro di un acceso dibattito: la sua possibile chiusura. Questa prospettiva emerge in seguito a indiscrezioni nei media statunitensi su un piano di razionalizzazione delle strutture diplomatiche, promosso dal Dipartimento dell’Efficienza Governativa, sotto la guida di Elon Musk.
Il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha recentemente annunciato un’importante ristrutturazione del Dipartimento di Stato, con l’obiettivo di snellire le operazioni diplomatiche. Rubio ha descritto il dipartimento come “ipertrofico, burocratico e inefficace”, rimarcando la necessità di contenere i costi senza compromettere la missione diplomatica essenziale.
In risposta a queste notizie, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha manifestato profonda preoccupazione. Durante il Festival dell’Identità Toscana, Giani ha sottolineato il forte legame storico tra la Toscana e gli Stati Uniti, reso evidente dalla presenza di oltre 30 istituzioni accademiche americane a Firenze. Ha dichiarato l’intenzione di contattare direttamente il presidente degli Stati Uniti e l’ambasciatore americano in Italia, ricordando il ruolo cardine che il consolato ha ricoperto dal 1819.
Giani ha descritto l’eventuale chiusura come una decisione “inopportuna” che ignora una ricca storia di cooperazione e ospitalità tra la Toscana e gli Stati Uniti. Ha avvertito che tale scelta rappresenterebbe un “errore fatale”, potenzialmente dannoso per le relazioni tra cittadini americani e la regione toscana.
Il confronto attorno alla chiusura del consolato mette in luce le tensioni tra l’esigenza di riforme diplomatiche e il valore delle relazioni storicamente consolidate. La Regione Toscana continua a lanciare un appello accorato per impedire quella che molti considerano una perdita significativa per entrambe le nazioni.
