Pubblichiamo integralmente un commento di Riccardo Marzucchi e Luca Lavoratori del Partito Socialista di Piombino riguardo il triste epilogo della vicenda Etruscan-net/Vertical-tech e della fine dell’unico polo informatico pubblico/privato della Val di Cornia.
«Abbiamo appreso dalla stampa – commentano Riccardo Marzucchi e Luca Lavoratori del Partito Socialista Piombinese – con grande stupore che alcuni ex lavoratori di Etruscantech, impresa informatica di Piombino, hanno iniziato una causa verso la loro ex azienda, mentre ad altri non sono stati rinnovati i contratti».
«A fine 2005, con l’uscita di scena Intecs, gruppo che deteneva Etruscantech allora denominata Etruscan Net, i Comuni della Val di Cornia entrarono come soci di minoranza tramite Cevalco nella nuova società insieme a Verticaltech, azienda di Castelfiorentino e nuovo socio di maggioranza che avrebbe dovuto portare professionalità e nuovi contratti ed a cui gli stessi Comuni avevano dato ampio credito.
I lavoratori sarebbero potuti anche rimanere in Intecs con un contratto a tempo indeterminato lavorando in altre città, ma accettarono di essere messi in mobilità e di essere riassunti con contratto a tempo determinato che si sarebbe trasformato automaticamente a tempo indeterminato alla scadenza. C’era infatti un progetto industriale garantito da molti soggetti, anche istituzionali, che avrebbe dovuto portare alla creazione di un vero e proprio polo informatico con Etruscantech. Quel contratto però non è mai stato trasformato a tempo indeterminato, quel progetto industriale evidentemente non è mai decollato ed è addirittura evaporato tutto quello che Etruscan Net aveva costruito. Si sono infatti persi anche i clienti già acquisiti, mentre si sono trasferite funzioni e lavori direttamente a Catelfiorentino ed Aulla.
Ad oggi Etruscantech è in liquidazioni e la Cavalco dovrebbe aver venduto le sue azioni a Verticaltech.
Si è forse trattato – continuano Riccardo Marzucchi e Luca Lavoratori – di un vero e proprio caso di cannibalismo aziendale, con l’azienda capogruppo proveniente da fuori che ha mangiato la controllata locale per prenderne il posto? Perché di tutto questo non si è mai parlato? E davvero non comprendiamo come Verticaltech abbia potuto continuare a ricevere lavori anche dai Comuni, presi in giro dalla sua entrata in scena sino alla conclusione attuale della vicenda.
Chiediamo rassicurazioni – concludono i due rappresentanti del Partito Socialista Piombinese – in una logica di trasparenza, anche se ormai l’unico risultato certo è la fine del polo informatico per la Val di Cornia, con qualcun altro che prenderà quello spazio di mercato. E con i lavoratori che, per vedere riconosciuti i loro diritti, sono stati costretti a seguire le vie legali. Davvero un pessimo risultato ed un impoverimento della nostra zona in un settore avanzato».