22 Dicembre 2025, 07:43

CAMPING CIG: 22 “OMBRE” SUL FUTURO SIDERURGICO DI PIOMBINO

Piombino (LI) – Il Camping CIG ha iniziato ad analizzare l’Accordo di Programma (ed i relativi Allegati )Metinvest Adria. In tali documenti l’associazione ha trovato numerosi aspetti che hanno suscitato dubbi e preoccupazioni espressi in vari articoli pubblicati da alcune testate.

Dato che a interrogativi, dubbi, affermazioni non hanno fatto seguito commenti, chiarimenti o smentite dall’Amministrazione Comunale, firmataria dell’Accordo di Programma, adesso il Camping CIG si rivolge direttamente ai rappresentanti del Consiglio Comunale ed al Sindaco di Piombino nell’augurio di ricevere risposta. Anche con la formulazione di una interrogazione consiliare in vista di un Consiglio Comunale aperto, sull’Accordo di Programma ed il progetto integrato Metinvest Adria, che vi proponiamo.

Vediamo insieme quali sono i loro quesiti sul futuro siderurgico di Piombino:

1) L’Accordo di Programma(AdP) pubblicato sul sito del Comune di Piombino privo delle firme della Parte Pubblica e della Parte Privata (Metinvest Adria SpA) è quello che successivamente è stato firmato? Oppure è stato modificato e quello reso pubblico dal Comune non è l’ultima delle molte versioni dell’AdP?

2) Perché il 10 Luglio fu comunicato che l’AdP era stato sottoscritto mentre ancora il 19 Settembre 2025 secondo quanto riferito dal CEO Metinvest ai Sindacati mancavano le firme di vari soggetti quali: Autorità di Sistema Portuale, Demanio, Regione Toscana e persino del Comune di Piombino? E perché solo il 30 Settembre si sono aggiunte quelle del Comune e della Provincia secondo quanto detto pubblicamente da un rappresentante della Regione? Si è poi appreso dalla stampa che la Corte dei Conti ha convalidato l’Accordo. Oggi chiediamo se tutte le Parti Pubbliche e la Parte Privata abbiano firmato l’Accordo di Programma? Quando è stata apposta l’ultima firma? Se oggi tutti hanno firmato quali sono stati i motivi del ritardo?

3) A Marzo 2024 veniva siglato il “memorandum”, (accordo Metinvest-Danieli -Jindal e parti pubbliche) entro 120 giorni Jindal doveva firmare un nuovo Accordo di Programma e presentare un nuovo piano industriale. Perché questo non è avvenuto? Non si rischia, continuando a dare tempo e credito a JSW, di perdere l’unico stabilimento che produce rotaie in Italia e non mettiamo a rischio il lavoro di 500 persone?

4) Secondo il cronoprogramma presentato da Metinvest Adria (Allegato C ed AdP) ad oggi si sarebbe dovuta registrare questa situazione:
a) presentazione del Progetto Integrato e sua approvazione Ministeriale entro Novembre 2025;
b) autorizzazione SACE per copertura al 70% dei prestiti con sottoscrizione degli impegni con gli investitori-creditori entro Giugno 2025;
c) documentazione progettuale per le autorizzazioni entro Giugno 2025;
d) formazione del Comitato esecutivo per il controllo dell’attuazione dell’AdP e del cronoprogramma formato da un rappresentate di tutti i firmatari dell’Accordo.
Tali impegni sono stati rispettati?

5) Visto che il costo stimato per il progetto Metinvest è pari a 3 miliardi (Allegato C pag.25) o pari a 2,5 miliardi di euro (AdP art.4) e visto che Metinvest e Danieli metteranno complessivamente 800 milioni di euro ma comprensivi dei flussi generati nella fase di precompletamento(supponiamo vendita degli impianti JSW da smantellare). Visto che come affermato nell’Allegato C (pag.25) dell’AdP il progetto dell’acciaieria è finanziato in “project finance non-recourse” cioè in caso di debiti chi ne risponde non sono Danieli e Metinvest (gli azionisti, gli “sponsor” della SpA) ma esclusivamente Metinvest Adria SpA (capitale sociale al 7/07/23 pari a 100.000 euro) e lo farà solo con i profitti che riuscirà ad originare. Visto che il finanziamento a debito supera i 2 miliardi di euro. Visto che l’ammortamento è previsto in 11 anni. Visto che nel piano industriale non viene comunicato ne EBITDA previsto (Earning Before Interest Taxes Depreciation Amortization : è l’utile prima di avere levato interessi, tasse, svalutazione, ammortamenti. Da il risultato della gestione aziendale pura. Determina il valore aziendale) ne il margine EBITDA (fatturato/EBITDA) previsto. Tutto questo non evidenzia l’incertezza per quanto attiene i guadagni previsti ed il rientro del prestito per i finanziatori del progetto?

6) Per sopperire a quanto evidenziato con la domanda 5 lo Stato in modo diretto ed indiretto contribuirà alla realizzazione del Progetto Integrato con un finanziamento che supera quello investito dai due privati messi insieme? E tale massiccio intervento non annulla il rischio di impresa?
Questo l’elenco degli impegni Statali:
a) all’Art.4 si impegna a fornire 323.921.500 euro (Contratto di Sviluppo, previsto per incentivare gli investimenti di grandi dimensioni);
b) all’Art. 7 dichiara che fornirà 157.700.000 di euro per la costruzione sul porto della banchina Ovest (di fronte al rigassificatore);
c) sempre all’Art.7 che per un importo stimato di 100.000.000 di euro si impegna a: ” realizzare i lavori di riqualificazione e riconversione del porto secondo un Cronoprogramma che dia la priorità alla realizzazione e alla messa in esercizio della banchina nord-ovest ed alla operatività delle aree funzionali al Progetto…”
d) nella premessa dell’AdP viene specificato che eseguirà la messa in sicurezza della falda superficiale con trincea drenante e impianto TAF (senza la quale è impossibile utilizzare quelle aree) con 91 milioni di euro(3 già spesi)
e) che realizzerà la rete ferroviaria e stradale interna ed esterna all’area del progetto (tra cui l’allargamento di due ponti: quello delle Terre Rosse e quello sul Corniaccia, il raddoppio del binario verso Fiorentina, ecc.) secondo quanto scritto nell’Art.7
f ) SACE il gruppo assicurativo-finanziario italiano, controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo quanto riportato nell’Allegato C (a pag.4) garantirà il 70% del debito fornito da banche, gruppi finanziari,ecc.
g) si impegna a fornire energia elettrica a prezzi competitivi….ecc…ecc…
Visto l’entità dell’intervento Statale e delle altre promesse fatte dagli Enti Pubblici vi è la seria possibilità che parte di esse non potranno essere mantenute. In questo caso, secondo quanto affermato nell’AdP, Metinvest Adria potrà abbandonare il progetto (o forse cambiarlo) senza pagare alcuna penalità. Potrà farlo avendo nel frattempo guadagnato concessioni demaniali, terreno industriale, soldi della progettazione, soldi dalla vendita dei materiali derivati dallo smantellamento degli impianti JSW?
Addirittura nell’Art. 12, “Disposizioni finali”, al comma 10 troviamo oltretutto che la parte privata può recedere dall’accordo in qualsiasi momento senza pagare penali per “impossibilità sopravvenute” e quindi a sua completa discrezione anche al di la degli inadempimenti relativi al solo progetto.
Le cause di recesso sono quindi a tutela della parte privata e non di quella pubblica? Infatti anche qualora Metinvest-Adria fosse inadempiente il Comitato esecutivo può si risolvere l’Accordo ma senza fargli pagare i relativi e quasi certi danni provocati.

7) Non ritenete opportuno che all’interno del Comitato esecutivo debba essere presente anche la rappresentanza dei lavoratori visto che sono firmatari dell’Accordo Quadro parte integrante dell’ADP? Inoltre perché nell’AdP non viene specificato come il Comitato esecutivo prenderà le sue decisioni (maggioranza, maggioranza qualificata, unanimità)?

8) Nell’AdP non sono presenti penali economiche per la multinazionale che non adempie alla azioni promesse per realizzare del Progetto Integrato. Ugualmente non viene specificato che i finanziamenti saranno dati a step seguendo l’attuazione del cronoprogramma.

9) Se lo Stato è il più importante finanziatore di un progetto non dovrebbe controllarlo e guidarlo direttamente per garantire gli interessi dei lavoratori e pubblici acquisendo la maggioranza delle azioni?

10) Nell’Articolo 6 dell’AdP che tratta il problema del reperimento delle risorse idriche e la MISO della falda superficiale manca qualsiasi dato numerico che indichi la quantità di acqua necessaria al funzionamento del progetto Metinvest Adria.
In quale modo le Parti Pubbliche hanno allora potuto in mancanza di una previsione, sia pure approssimata, del consumo di acqua impegnarsi formalmente per garantire tali necessità? Rammentiamo che la quantità di acciaio che Metinvest intende produrre è quasi di 3 milioni d tonnellate annue, mai prodotte a Piombino.
Visto che la quantità di acqua fornita dal Cornia Industriale, dal Progetto Fenice, dall’impianto TAF (Trattamento Acque Falda, ancora da costruire) e dai pozzi artesiani attualmente funzionanti è verosimilmente insufficiente si pensa forse a nuovi pozzi artesiani? E quale impatto avrebbero vista la carenza di acqua della Val di Cornia e l’ingresso del cuneo salino nella falda profonda? Oppure si pensa ad in dissalatore? Se si pensa ad un dissalatore di che potenza, chi lo pagherà e quale impatto ambientale avrà? Inoltre se è chiaro attualmente che l’impianto per la MISO delle acque di falda superficiale è a carico della Parte Pubblica a chi spetteranno i gravosi costi di gestione dell’impianto TAF visto che non si è detto nulla a tale riferimento dell’AdP? Perché si è lasciata la facoltà (nell’Accordo di legge:“valuterà”) di decidere se utilizzare o meno le acque depurate della falda superficiale da TAF a Metinvest?

11) Metinvest utilizzerà un’area di circa 9 ettari di padule (Allegato D pag.86) per impianti ausiliari di trattamento delle scorie ed una tratta ferroviaria. Chiediamo era proprio necessario utilizzare una nuova area vergine?
Fra l’altro il padule è più basso di circa 4 metri rispetto al piano dello stabilimento e tale area dovrà essere riempita con circa 360.000 metri cubi di materiale, un volume simile a quello di una discarica! Metinvest pensa di utilizzare per tale riempimento:”alcuni materiali che saranno rimossi dalla limitrofa area 36 ettari… nonché materiali rinvenienti dalle demolizioni….e terreni di scavo risultanti dalla realizzazione delle nuove opere industriali con caratteristiche idonee a tale scopo”, ci chiediamo questi materiali saranno o saranno resi effettivamente idonei e nei tempo previsti? Vista la vasta contaminazione della zona rendere i materiali idonei a riempire il padule significa sottoporli preventivamente a trattamenti molto costosi, è stato fatto il calcolo dei costi? Oppure si pensa di poterli metterli tal quali e poi semplicemente tombare? E’ stato valutato l’impatto ambientale determinato da tali soluzioni?

12) La rimozione dei cumuli sulla 36 ettari per renderla poi utilizzabile necessita di una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Si tratta di eseguire uno studio approfondito non solo sui cumuli presenti, sui modi più idonei di rimozione e trattamento, sull’inquinamento del terreno sottostante, ecc. per poi potere utilizzare tale area in sicurezza. L’Amministrazione avvalerà la necessità di sottoporre tali lavori alla procedura di VIA? Oppure il Comune appoggerà la richiesta implicita di non Assoggetabilità alla VIA avanzata da Metinvest Adria (Allegato D, pag. 110-verifica Assoggettabilità a VIA) per una procedura semplificata più veloce ma meno capace di tutelare territorio e lavoratori? Metinvest dichiara che concorrerà a rimuovere i cumuli sulla 36 ettari solo se tali lavori saranno finanziati (art.5 AdP comma 4) dai responsabili di detto illecito deposito. Rammentiamo che Invitalia nel 2019 aveva ipotizzato per tali lavori un costo tra gli 80 (trattamento ex situ ipotesi riciclo) e i 140 milioni (ipotesi messa in discarica). Lo stato si è impegnato a fornire tali finanziamenti nel caso i responsabili della creazione di tale discarica abusiva non vi provvedessero?

13) Imponente sarà il lavoro di demolizione dei vecchi impianti JSW (dalla cui vendita risulteranno notevoli profitti) ed i lavori di scavo per le fondamenta dei nuovi impianti, a pag.103 dell’All. D leggiamo:”massimizzare il riutilizzo in situ delle terre da scavo non comporta alcun tipo di aggravio di rischio per la falda…e al contempo consente di minimizzare la produzione di rifiuti…”, ci chiediamo la Messa In Sicurezza Operativa (MISO) non dovrebbe almeno ridurre il rischio e non semplicemente non aggravarlo?

14) Le fondazioni per i forni elettrici prevedono migliaia di palificazioni che raggiungeranno la falda profonda, a pag.97 dell’All. D leggiamo:” la falda profonda nella zona di interesse è verosimilmente in pressione ….costituisce ulteriore condizione al contorno favorevole dal punto di vista della minimizzazione del rischio di interconessione (e quindi di potenziale contaminazione) tra tale falda e la falda effimera superficiale…”, ma “minimizzazione del rischio” non significa esclusione del rischio. Sarebbe quindi opportuno essere certi che il rischio di connessione tra falda superficiale e profonda non sia minimo ma da escludersi del tutto? E nel dubbio perché per la palificazione invece di “tecniche ordinarie”che vorrebbero adottare non utilizzare tecniche specifiche previste in questi casi? Rammentiamo che la falda superficiale è fortemente inquinata (Alluminio, Arsenico, Antimonio, Boro, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel,Piombo,Nitriti, Fluoruri, Solfati e Cianuri)! Evidenziamo inoltre le difficoltà tecniche relative alla costruzione di tali fondamenta nel padule.

15) Nell’AdP si afferma che la rimozioni di altri cumuli di rifiuti industriali presenti in varie zone dell’area Nord deve essere fatta da Jindal. Se Jindal non vorrà farlo come si procederà?

16) Nell’AdP un ruolo importante per l’esecuzione della rimozione e del trattamento dei rifiuti a minor costo viene dato alle discariche ed agli impianti esistenti in loco. Ci chiediamo come questo sia possibile visto il loro stato, il prossimo esaurimento dei volumi, la recente variante urbanistica che assegna a tale aree la destinazione ad area verde e la gestione fatta da un privato che preferisce utilizzare gli spazi di discarica per i più redditizi rifiuti con contenuto organico? Rammentiamo che la discrica ex-Lucchini chiusa è priva di telo di fondo, che verosimilmente dalla discarica ex-Lucchini aperta è fuoriuscito del percolato che inquina l’area limitrofa LI53. Che Arpat ha chiesto la revisione del progetto di bonifica per la LI53 che non potrà limitarsi alla sola rimozione dei cumuli di rifiuti industriali li abbandonati proprio per la presenza del percolato nel sottosuolo. Che devono essere completate le opere di messa in sicurezza della discarica ex-Asiu esaurita ed ex-Lucchini aperta e prossima ad esaurimento. Rammentiamo che il Consiglio Comunale aveva proposto all’unanimità di inserire l’area delle discariche all’interno della trincea drenante (collegata a TAF). Rammentiamo che Metinvest ha dichiarato che intende trattare con propri impianti i rifiuti che produrrà. Quindi ci chiediamo è stato considerato lo stato in cui versa l’area delle discariche esistenti, dell’impianto di trattamento rifiuti ed il ruolo che l’AdP vorrebbe assegnargli?

17) Dai documenti ci pare di capire che le spese per la Messa in Sicurezza Operativa (MISO) di tutta l’area sarà principalmente sostenuta dal Pubblico e che Metinvest per quanto riguarda la MISO Privata si limiterà a tombare tutte quelle parti di terreno in cui è pericoloso anche solo passarci (All. D pag.108) e visto che sostiene di prendere a riferimento le precedenti Analisi di Rischio(All. D pag.62) forse per alcune aree ne limiterà semplicemente l’accesso adottando le stesse soluzioni scelte da Rebrab e Jindal? Analisi di Rischio che permise di non compiere nessuna azione concreta come la rimozione degli hot spot dove gli inquinanti superano in modo incredibile le percentuali ammesse dalla Legge.

18) Anche per il Progetto Integrato Metinvest Adria ha chiesto la verifica di Assoggettabilità alla VIA. Il Consiglio Comunale ed il Sindaco si esprimono e a favore dell’esecuzione della Valutazione di Impatto Ambientale? Porteranno tale posizione all’interno della Conferenza dei Servizi e la esprimeranno al Ministero?

19) Dato che sia nell’Accordo Quadro che nell’AdP non è assicurato un posto di lavoro per gli 800 espulsi da JSW. Visto che è assicurato loro solo un colloquio per verificare se hanno o potrebbero acquisire le professionalità per ricoprire i posti di lavoro necessari a Metinvest. Visto che questo potrebbe non accadere e potrebbero essere particolarmente numerosi coloro che risulteranno non occupabili vi chiediamo se sareste disponibili per quanto vi compete (Art.12 – comma 5) alla revisione dell’Accordo Quadro per introdurre prepensionamenti ed uscite volontarie incentivate e dare una certezza occupazionale a chi è lontano dalla pensione?

20) Viste le difficoltà per risolvere i numerosi problemi che solo in parte con queste domande abbiamo rilevato si chiede se non ritenete opportuno approfondire lo studio del progetto Metinvest-Adria e rivedere l’Accordo di Programma?

21) Aggiungiamo alcune domande di carattere tecnico che per varie ragioni non approfondiamo ma Vi invitiamo a farlo se verrà accolta la nostra richiesta di discussione del Progetto Metinvest Adria. Queste evidenziano ulteriormente le difficoltà di realizzazione del Progetto.
L’energia elettrica prima veniva prodotta internamente (cogenerazione), oggi le centrali termoelettriche in dotazione allo stabilimento sono state smantellate e JSW dipende dalla rete elettrica Nazionale. Supponiamo che l’unica sottostazione ad alta tensione disponibile non potrà essere sufficiente ad alimentare le utenze di JSW e di Metinvest Adria contemporaneamente. Rammentiamo che il nuovo stabilimento è basato sui forni elettrici che sono altamente energivori (circa 450 kWh per tonnellata di acciaio liquido prodotto). Oltre ai forni elettrici vi sono i notevoli consumi elettrici di tutti gli altri impianti e se verrà installato anche un desalinizzatore ad osmosi inversa questo consuma tra i 3 e i 6 kWh per metro cubo (m³) di acqua trattata.
In che modo Terna potrà garantire il fabbisogno energetico di ambedue gli stabilimenti?
Nell’AdP si parla anche di utilizzare le condotte già esistenti in zona per il trasporto dell’acqua chiediamo è stato considerato il loro stato di degrado?
Abbiamo ipotizzato leggendo l’AdP che il Progetto potrebbe essere abbandonato in ogni momento da Metinvest e Danieli senza pagare nessuna penale. Se questo avverrà dopo la fase di smantellamento dei vecchi impianti (che forniranno guadagni) ci chiediamo se la presenza del rigassificatore non potrebbe indurli a “ripiegare” sulla costruzione di impianti per la produzione di preridotto? Escludete tale possibilità?

22) Date tutte le considerazioni fin qui espresse non ritenete opportuno convocare un Consiglio Comunale aperto su tali temi dando a tutti la possibilità di esprimere il proprio parere?

La situazione indubbiamente merita una attenta analisi da parte della politica, perchè già i numeri in termini di occupati sono lontanissimi da quelli di un tempo, ma se poi l’attesa “infinita” di questo impianto vincola anche il potenziale sviluppo di nuove opportunità imprenditoriali su un territorio fermo in un limbo ormai ventennale, la preoccupazione da parte dei cittadini non può che essere d’obbligo.

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