AFERPI: VIDEO INTEGRALE E LIBERE RIFLESSIONI SULLA SIDERURGIA A PIOMBINO

Fausto Azzi interviene al dibattito

Piombino (LI) – Confronto il 10 maggio scorso con i cinque candidati a sindaco di Piombino sul tema della siderurgia presso il Centro giovani della città, organizzato da Fim, Fiom e Uilm. Tra i presenti nel pubblico era presente sia Fau­sto Azzi (Amministratore delegato di Aferpi, nella foto) che Giovanni Carpino (Amministratore delegato di Magona). Riportiamo integralmente, insieme al video dell’incontro, anche alcune impressioni (e libere riflessioni) di Alberto Guerrieri sull’argomento.

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LIBERE RIFLESSIONI SUL CONVEGNO DI ALBERTO GUERRIERI

Alberto Guerrieri

«Speso un fiume parole (l’incontro è durato tre ore, ndr.). Nessun fatto concreto per quanto concerne la nuova e moderna Acciaieria Jindal. Chiunque abbia partecipato a questa iniziativa nella speranza di cogliere una qualche certezza, ha provato una imbarazzante delusione. Soprattutto chi vi ha partecipato avendo ben chiara l’inquietudine dell’intera Città.

Inquietudine determinata da un passaggio imprevisto, quanto traumatico.

Il passaggio da una serena convivenza di una comunità di lavoratori alla perdita di Dignità propria di ogni lavoratore. Il sentirsi-ed essere percepito individuo precarizzato integralmente. Inquietudine derivante anche dall’incertezza di chi non si sente più protetto né dal suo sindacato, né dalla politica. Un’esperienza amara, vissuta direttamente sino a comprendere di essere impotente contro la mondializzazione dei mercati con la percezione di un fallimento politico, sindacale, sociale in relazione al tema del Lavoro.

Inquietudine per non sentirsi più ” tutti insieme lavoratori” e drammaticamente consapevoli di non poter incidere su un futuro che a breve finirà per coinvolgere quella che fu una serena convivenza. La suggestione di essere impermeabili a tutto ciò che accadeva intorno a noi.

In ritardo è stato compreso che Tutti, comprese le nuove generazioni, ne subiremo le conseguenze. E’ questa diffusa inquietudine che mi ha sollecitato ad essere presente: cogliere qualche certezza da cui ripartire.

Mi aspettavo che chi di competenza, il Dr, Fausto Azzi, nella qualità di Amministratore Delegato di Aferpi. persona autorevole per avere vissuto nel corso di ben 7 anni le vicissitudini della Crisi Siderurgica di Piombino, offrisse ai presenti, spunti di riflessione. Magari iniziando a definire il contesto, la realtà con la quale dovremo confrontarci nei prossimi 10 anni.

Mi riferisco alle prospettive della Siderurgia italiana sino al 2030. Rapportata cioè. alla previsione di un incremento della Produzione Mondiale di acciaio stimato in 500 milioni di tonnellate annue, delle quali, il 90 %, pari a 450 milioni di tonnellate annue di acciaio, prodotte nei Paesi in via di sviluppo. Mi aspettavo che il Dr. Azzi facesse riferimento che a causa di questo drammatico scenario. ben 18 Paesi europei hanno contestato il riconoscimento dello Status di economia di mercato alla Cina non fosse altro perché a fronte di un Miliardo e 14 Milioni di tonnellate annue prodotte dalla Cina, parte di questa enorme produzione è stata catapultata sui mercati europei a prezzi stracciati.

Non voglio polemizzare.

Esprimo umana comprensione a tutti i candidati sindaci quando sono stati invitati dal Dr. Azzi a riferire cosa pensano di fare per la realizzazione del Progetto Jindal, quando il più credibile di loro, sarà eletto nuovo sindaco di Piombino».

Alberto Guerrieri

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Riceviamo e pubblichiamo anche dal sindacato USB

USB: Aferpi sembra un’azienda che deve chiudere

Piombino (LI) – Fatto l’accordo tra il  produttore indiano JSW Steel e Duferco, uno dei maggiori trader internazionali, vale a dire un’intesa cash-for-steel in cui viene fissato a priori il prezzo delle forniture. Le indiscrezioni raccolte dall’agenzia di stampa parlano di 1 milione di tonnellate di acciaio per 600 milioni di euro.
A questo punto ci interroghiamo sul fatto che JSW a Piombino non ha ancora messo un euro. L’unico investimento giustamente fatto sono gli spogliatoi che ormai erano inesistenti. Parliamoci chiaro,  lo stato dello stabilimento  si sa come è: dal  mezzo pontile, dove arrivano e partono le navi, da rifare totalmente ai treni di laminazione, che alla fine sono molto funzionali ma di cognizione vecchia, a un treno a rotaie dove in molti posti non esiste più neppure il tetto del capannone. Ma soprattutto è un continuo pensare a risparmiare il più possibile, sul personale e sul materiale: siamo  arrivati a livelli assurdi, non sembra un’azienda che deve prendere forza, una azienda nuova, sembra una azienda che deve chiudere. È dal 1998 che al treno rotaie non viene fatto un vero revamping. Ormai la parola d’ordine dentro lo stabilimento è risparmio.
Ma Jindal crede in Piombino o no? Con i soldi freschi presi in Europa da Duferco potrebbe iniziare a pensare che per avere un buon prodotto si deve anche investire sugli impianti. Si parla del nuovo impianto da 30 milioni, per la durezza del fungo della rotaia che il mercato richiede, ma tutto il resto del treno? E dei treni ?
Jindal deve iniziare a pensare veramente al progetto Piombino, se ci crede. I prodotti non si fanno con il risparmio, un buon prodotto si fa anche modernizzando i treni esistenti, cosa ancora non fatta.  Per non parlare della logistica dove assistiamo alla strana situazione per cui   quando arrivano due navi insieme si deve chiedere l’aiuto dei portuali pur essendoci 1000 lavoratori a casa.

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Scritto da il 12.5.2019. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie, video. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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