RIMIGLIANO, L’EX SCUOLA MATERNA SARA’ RECUPERATA A FINI TURISTICI

San Vincenzo (LI) – L’ex scuola materna di Rimigliano sarà recuperata a fini turistico ricettivi. Si tratta di un progetto rivolto al turismo sostenibile e coerente con gli indirizzi del nuovo piano strutturale, ha precisato l’assessore all’urbanistica del Comune di San Vincenzo, e neo segretario di Federazione Pd, Massimiliano Roventini. A decidere il futuro dell’ex scuola materna è stata la giunta comunale nei giorni scorsi. Non ci saranno costi per la cittadinanza, ha detto inoltre Roventini, perché i lavori saranno a carico di chi vincerà il bando per la ristrutturazione e la gestione del bene immobile. La gestione sarà di 50 anni, con ulteriori 49 anni di diritto di prelazione. In teoria, 99 anni.

L’area oggetto della ristrutturazione è di circa 1.000 metri quadrati. I lavori dovranno iniziare entro sei mesi dall’approvazione del progetto e terminare entro un anno dall’inizio. Prevista la destinazione turistica, ma non la residenza, e servizi turistici. L’esterno e l’interno dell’ex scuola versano nell’assoluto degrado. Il tutto rientra all’interno del progetto edilizio dell’intera Tenuta di Rimigliano, che al momento è in stand by.

Un regalo ai privati? Per la lista civica di opposizione consiliare Assemblea sanvincenzina (As) e per il meet up del Movimento 5 Stelle di San Vincenzo, sì.

“Vendere l’ex scuola di Rimigliano per farci ricettività turistica – sostiene As – contraddice in modo palese gli indirizzi di cui si vantava la precedente amministrazione e suggella il fallimento urbanistico della pianificazione della Tenuta di Rimigliano e della fascia a mare. L’area è stata acquisita dal Comune per funzioni di pubblico interesse e a lungo si è raccontata la bella fiaba dei servizi per il parco. Oggi il parco non esiste e sull’area l’amministrazione è così impreparata ad organizzare una pianificazione ampia e qualificata, che non trova di meglio da fare che concedere a qualcuno di realizzare una struttura turistica. Quale sia stata la ricaduta di pubblico interesse dell’acquisizione di quell’area adesso è un mistero. D’altra parte l’amministrazione si è dimostrata altrettanto approssimativa nella pianificazione dei 26 ettari ottenuti a monte di via della Principessa. Approssimazione e frammentarietà a dimostrazione dell’incapacità assoluta di leggere il territorio in modo unitario e gestirne le potenzialità mantenendo ben prioritario l’interesse pubblico su quelli particolari”.

Non diverge molto da quello di As il punto di vista del Movimento 5 Stelle: «Si continua a raggirare il cittadino e regalare al privato? A nostro avviso sì – sostiene il meet up -. Dopo 30 anni di abbandono dell’ex asilo, invece di valorizzare quell’area per la pubblica utilità, la si regalerà al privato per un possibile totale di 99 anni. Ma continuiamo ad ammirare chi continua a ricevere consensi (per fortuna sempre meno) da quei cittadini che forse non hanno ben compreso l’intento dei nostri amministratori. Ancora una volta verrà ceduto un bene pubblico ad un privato.

Ma chi ci guadagna realmente? La popolazione? L’ articolo 7 della convenzione stipulata e approvata nell’ottobre 2011, diceva che “costituiscono opere di urbanizzazione secondaria, individuate nel vigente Regolamento urbanistico, da eseguire a scomputo degli oneri di urbanizzazione secondaria dovuti per legge, le seguenti opere: ristrutturazione dell’ex scuola materna di Rimigliano. Le opere sopra elencate potranno essere realizzate, previa preventiva autorizzazione dell’amministrazione comunale alla redazione di un progetto di riutilizzo dell’immobile in oggetto e approvazione di progetto di opera pubblica, sull’area di proprietà dell’amministrazione comunale di cui al precedente art. 5 lettera b)”.

La Nta (Norme tecniche di attuazione) prevedeva la cessione al Comune dell’ex scuola materna di Rimigliano, ma debitamente ristrutturata. E invece oggi siamo qui a svendere al privato, ringraziandolo perfino per il recupero della struttura. Come se una volta recuperato, l’asilo tornasse ad essere di uso pubblico. La questione è: perché l’amministrazione sanvincenzina di allora (2011) con l’attuale sindaco Bandini come assessore all’urbanistica, ignorò questa condizione, cioè di far rispettare la convenzione relativa alla realizzazione degli interventi nella Tenuta di Rimigliano? Che siano subentrate questioni che hanno impedito una ristrutturazione di un immobile storico che doveva tornare nelle mani pubbliche? E quali sarebbero le questioni o problematiche che hanno fatto in modo che l’accordo in convenzione non venisse mantenuto? E con quali scuse si decide di cedere ad un privato quello che doveva essere persino ristrutturato prima di essere riconsegnato al patrimonio collettivo? Con la scusa che versa in stato di abbandono?».

P.F.

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LA VICENDA DELLA TENUTA DI RIMIGLIANO

San VIncenzo (LI) – Della vicenda della Tenuta di Rimigliano, negli ultimi 13 anni, se ne sono occupati in molti, ma paradossalmente molto poco i sanvincenzini. Nonostante questo scarso interesse da parte della popolazione locale, la Tenuta di Rimigliano ha regalato alla stampa pagine su pagine, per anni, e alla politica battaglie su battaglie. Fino al 4 ottobre 2011, giorno dell’approvazione del piano. E fino a qualche mese dopo, quando la Commissione paritetica della Regione Toscana, presieduta da Anna Marson, dette il via libera al progetto con alcuni adeguamenti.

La Tenuta di Rimigliano ha un valore naturalistico, paesaggistico e storico di valore difficilmente stimabile. Ma per quei 540 ettari circa, ossia poco meno di un quarto dell’intero territorio comunale sanvincenzino, un valore monetario è stato stabilito. E lo si è stabilito attraverso l’asta  successiva al fallimento della Parmalat e della famiglia Tanzi, proprietaria della Tenuta fino al 2003. All’asta fallimentare la spuntò la Rimigliano srl, società che oltre all’amministratore delegato Maurizio Berrighi, imprenditore venturinese, vede nel consiglio di amministrazione Gaddo Della Gherardesca in qualità di presidente e, come consiglieri, Federico Marchi, Salvatore Ferragamo, Fabio Guarducci e Alberto Pecci, che si sono aggiunti agli iniziali soci Gioia Marchi-Falck, Piero Antinori e Ferruccio Ferragamo. Il prezzo complessivo di acquisto fu di 30,5 milioni di euro.

Le vecchie ed esagerate previsioni edilizie della proprietà Tanzi sono state col tempo ridimensionate. Gli otto poderi della Tenuta avrebbero inizialmente dovuto dar vita ad un progetto di recupero edilizio che contava oltre cento appartamenti di una novantina di metri quadrati l’uno, più un hotel da 175 posti letto. Con il tempo, la previsione di costruzione ex novo dell’hotel è rimasta, ma è calato il numero di case, di superficie, tuttavia, molto più grande. Il tutto per giungere ad un progetto di 30-35 vere e proprie ville di 200-300 metri quadrati l’una. Un progetto rivolto, come disse lo stesso Berrighi, al mercato estero, soprattutto russo e dell’est.

I lavori sono iniziati nel 2013 nel podere Le Chiusacce, ma al momento tutto sembra congelato. Gli anni di attesa da parte della proprietà si sono tradotti in alti interessi bancari e in investimenti iniziali non concretizzati. Dall’altra parte, i tempi delle passate amministrazioni sono stati lunghissimi. In tutta questa vicenda, a tenere alta la tensione e l’attenzione su quell’enorme e splendida porzione di territorio che fu dei Della Gherdardesca, solo e soltanto una persona: Nicola Bertini.

La sua è stata una battaglia infinita affinché la Tenuta diventasse un parco naturale come doveva essere già dal 1973. Col tempo, a lottare, è rimasto solo lui, mentre la cittadinanza si è assolutamente disinteressata di quei 540 ettari che mai nessuno, dagli anni ’70 in poi, aveva potuto visitare. Fino al 4 ottobre 2011, giorno in cui Bertini parlò per 7 ore ininterrottamente discutendo una per una le oltre 100 osservazioni al piano. Piano che, quel giorno, fu comunque approvato.

Bertini, in questi giorni, apprendendo il destino dell’ex scuola materna e nel ruolo adesso di coordinatore delle liste civiche della Val di Cornia, ha commentato così: “Il parco non esiste. Non è mai stato nemmeno inserito nel livello minimo di protezione individuato dalla Regione Toscana (Anpil), c’è quindi una coerenza nel non prevedere servizi per il parco. Ciò che riguarda l’urbanistica e che decreta l’abisso dell’occasione mancata negli ultimi vent’anni di pianificazione dell’area sud del territorio comunale è l’incredibile capacità d’aver fatto percepire oltre 500 ettari come roba di cui non ci si deve impicciare. Aree private, aree lontane dal centro, aree senza la spiaggia, non se ne occupi l’opinione pubblica. La cittadinanza, in effetti, non se n’è occupata molto. Il danno che ne deriva è difficilmente monetizzabile, ma in termini di occasioni perdute non ne trovo una più grave nel nostro paesello”.

Non resta che attendere il bando per la ristrutturazione e gestione dell’ex scuola materna e non resta che vedere fra qualche che ne sarà della Tenuta di Rimigliano se i lavori saranno ultimati.

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Scritto da il 7.12.2017. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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