E SE PIOMBINO DIVENTASSE OSTAGGIO DI REBRAB?

alcuni dei partecipanti all’assemblea Uglm

Piombino (LI) – Da domani, a meno di qualche colpo di scena “last minute”, Cevital sarà considerata dal governo inadempiente. Delle tre ipotesi in campo per il futuro degli impianti piombinesi si è concretizzata quella che avevamo indicato come la più probabile: l’inadempienza rispetto all’addendum di luglio da parte di Issad Rebrab che apre quindi le porte al tribunale amministrativo, con una procedura legale per la risoluzione del contratto la cui durata temporale non è determinabile, e che alla fine potrebbe estromettere Cevital dalle Acciaierie.

Anche se secondo i termini del memorandum, Cevital sarà inadempiente, questo però non significa che dal 1 novembre Rebrab non è più proprietario della fabbrica.

Lunedì scorso il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda ha incontrato i sindacati per illustrare la posizione del governo. Tutti hanno concordato sul fatto che la stagione di Cevital è al capolinea, anche se il ministro ha riferito ai sindacati che attende chiarezza su partner e capacità di investimento reali, altrimenti si procederà alla risoluzione.

Intanto questa mattina i sindacati si sono riuniti in due assemblee per discutere l’esito dell’incontro di lunedì al Mise. Una di Fim, Fiom e Uilm, e l’altra quella dell’Uglm.

Fim, Fiom e Uilm, dopo le polemiche dei giorni scorsi, lunedì al termine dell’incontro hanno firmato unitariamente una nota in cui sostengono che «Cevital nonostante l’interesse di altri partner industriali sta evitando un possibile confronto con essi, rallentando la possibilità di ulteriori prospettive per il sito di Piombino».

Mentre, durante la conferenza Uglm è stato ricordato che «attualmente non c’è niente da festeggiare, e in questa vicenda è bene essere cauti, e come non si sarebbe dovuto dire “Merci” nel 2015, non è il caso di dire “Adieu” oggi».

La questione principe sul tavolo del ministero per i sindacati però è sempre quella degli ammortizzatori sociali, così che il MISE, in attesa di soluzioni che possano far tornare a produrre acciaio, nel frattempo ha garantito sia la copertura economica in caso di commissariamento, sia la continuità degli ammortizzatori sociali fino al 31 dicembre 2018, con possibile proroga di altri 14 mesi, più la normale cassa integrazione. Questo garantisce anni di tranquillità per i lavoratori, ma questa “Pace sociale” contemporaneamente blocca sia le bonifiche del SIN, che non sono mai partite, sia una possibile diversificazione economica per un territorio in crisi da anni.

Le prossime tappe di questa intricata vicenda vedono l’avvio delle pratiche per la messa in stato di inadempienza per Cevital, con una riunione specifica verso metà mese dei soci azionari di Aferpi (il commissario Nardi e l’AD di Cevital Benikene). La speranza è che Rebrab nel frattempo scenda a più miti consigli anche perché Nardi aveva già informato i sindacati che nella fase attuale Aferpi (quindi la sola parte siderurgica del progetto Cevital, che prevedeva anche agroindustria e logistica che non sono mai partiti e dei quali non si conosce il destino) ha una perdita mensile di circa 1,5 milioni di euro che permetterebbe a Cevital, erodendo il capitale sociale, di tenere in scacco il governo anche per tre anni senza essere insolvente.

Questa è una “carta” di non poco conto da spendere in mano a Rebrab, che in questo modo può bloccare l’accesso a nuovi investitori e di conseguenza anche al futuro di Piombino e dei suoi giovani ormai obbligati a lasciare la città se vogliono lavorare.

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Scritto da il 31.10.2017. Registrato sotto Economia, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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DA QUANTO TEMPO...

  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    80 mesi, 28 giorni, 10 ore, 26 minute fa

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