AFERPI: IL CAMPING CIG SCRIVE ALLE RSU AFERPI E PIOMBINO LOGISTICS

Piombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera aperte dell’associazione “Articolo1 – Camping CIG” alle RSU della EX Lucchini ponendo delle questioni di indubbio interesse, ma fermandosi al presente.

In più occasioni come testata giornalistica abbiamo però posto la questione del futuro di Piombino, in particolare per le aziende dell’indotto, del commercio, e dei servizi, che stanno anche loro soffrendo, spesso senza ammortizzatori, l’attuale crisi, e per il futuro delle prossime generazioni, che in questa situazione di totale incertezza, sono destinate, ed in molti lo hanno già fatto, ad abbandonare la Val di Cornia, trasformando Piombino fra qualche anno in una specie di “ospizio diffuso”. 

Giusto quindi tutelare i lavoratori Aferpi/Piombino logistics, ma contemporaneamente invitiamo le varie forze in campo, a fare uno sforzo di lungimiranza che vada oltre il concetto novecentesco di fabbrica.

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LETTERA APERTA ALLE RSU AFERPI E PIOMBINO LOGISTICS FIM FIOM UILM UGL

Cari compagni e amici,
Siamo convinti della necessità di immediate mobilitazioni a sottolineare le forti preoccupazioni dei lavoratori per le prospettive occupazionali, viste le inadempienze di Cevital-Aferpi e dopo la allarmante (e comica) intervista rilasciata ultimamente da Rebrab a Parigi. Vi chiediamo quindi un incontro per discutere insieme e contribuire, nel rispetto dei rispettivi ruoli e autonomie, a mobilitare incisivamente non solo i lavoratori della siderurgia e dell’ indotto, ma anche le collettività della Val di Cornia e oltre, onde riuscire finalmente a fare del “caso Piombino” una emergenza di risonanza nazionale. Sottoponiamo al vaglio della discussione obiettivi (che qui di seguito sintetizziamo) da noi individuati nel corso del nostro impegno sul fronte comune della difesa del lavoro, della sua dignità e sicurezza.

– Prendere atto definitivamente della inaffidabilità del gruppo Cevital, che usa come specchietto per le allodole la siderurgia, pronto a dismetterla quando avrà acquisito definitivamente la posizione di sostanziale monopolio sul porto e sulle aree retroportuali. A quel punto potrà usare tali aree in piena libertà, instaurandovi attività che daranno molti meno posti di lavoro di quelli dismessi e riproporranno importanti problemi di impatto ambientale. Restare ancora appesi alla speranza del Salvatore della Patria vuol dire condannare definitivamente la siderurgia Piombinese e passare da una monocultura produttiva ad una proprietà monopolistica delle più importati risorse del territorio, ostacolo per qualsiasi diversificazione economico-produttiva.

– Rivendicare l’ intervento immediato del Governo ( massimo garante degli accordi stipulati ) che assicuri innanzi tutto la continuità produttiva dei treni di laminazione e i contratti di solidarietà. Il Governo operi inoltre, in proprio e incentivando il concorso di privati, per assicurare l’investimento per il nuovo treno a rotaie; per avviare tempestivamente le attività di bonifica, presupposto di ogni sviluppo differenziato del territorio; per rilanciare la produzione d’ acciaio a Piombino; per adeguare la durata degli ammortizzatori sociali al rilancio produttivo del settore.
E’ in ogni caso irrinunciabile l’ eliminazione della “tagliola occupazionale” del 1/7/2017. Ove in quella data dovesse permanere l’ attuale proprietà Aferpi, cosa da noi ritenuta pericolosa, non vi
dovra’ essere, per l’ azienda, facoltà di ridurre i livelli occupazionali attuali. Bisogna “fermare l’orologio” , facendo subito un accordo sindacale ( di miglior favore rispetto alla legge Marzano)
per portare da 2 ad almeno 5 anni l’ obbligo di mantenimento dei livelli occupazionali e delle attività produttive. Se non sarà fatto questo accordo , dal prossimo 30 giugno per i lavoratori potrebbe iniziare un’ odissea con migliaia di esuberi e ricorso alla CIGS verso il licenziamento.

– Promuovere contatti con forze sindacali e lavoratori dei principali siti siderurgici italiani, per costruire una vertenza nazionale con obiettivi di tenuta, ammodernamento, e sviluppo di sinergie
nel settore, sulla base delle esigenze dell’ economia nazionale, tenuto conto della situazione economica e politica a livello internazionale, coniugando coerentemente diritto al lavoro e diritto
alla salute mediante l’alleanza fra popolazioni e lavoratori.

– Incalzare il Governo affinché finalmente esprima una politica industriale del settore , che non sia il solo svendere ciascun territorio e impianto alla multinazionale di turno, senza vincoli né garanzie.

– Incalzare Governo e Regione per le necessarie consistenti incentivazioni fiscali, tariffarie e normativo-procedurali, adeguate alle particolari ed eccezionali situazioni zonali di stato contemporaneo come Area di Crisi Complessa e Sito di Interesse Nazionale .

– Incalzare le Amministrazioni, Comunali e Regionale, affinché finalmente elaborino una visione complessiva e soprattutto coerente della diversificazione economica possibile della Val di Cornia,
valorizzando le vocazioni presenti e i punti di forza del territorio, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Riteniamo infine che sia indispensabile avviare subito le mobilitazioni e dare continuità alle iniziative, sino a forme di presidio/assemblea permanente con modalità eclatanti, finché non si
ottengano risposte concrete.

In attesa di cortese,sollecita risposta
Coordinamento Art 1 – Camping CIG
Piombino 15/01/2017

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Scritto da il 17.1.2017. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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