AFERPI: 190 MOTIVI PER DIRE DAVVERO «GIU’ LE MANI DAL QUAGLIODROMO»

Una foto aerea dell'area (premi per ingrandire)

La discarica Li 53 da bonificare

Una foto aerea dell'area (premi per ingrandire)

Una foto aerea dell’area (premi per ingrandire)

Piombino (LI) – La città  ha pagato nel tempo non poco alla siderurgia, e ha subito importanti ferite ambientali in nome di quel “lavoro” che, come una parola d’ordine, ha aperto tutte le porte ai vari “benefattori” che si sono avventurati nella gestione dell’industria locale.

Ma il tempo della “gratitudine” prima o poi finisce, specie quando sul tavolo delle istituzioni quel poco di concreto sembra scricchiolare ogni giorno, insieme ai trionfalismi degli accordi di programma e le diffide a chi ritiene che la politica sia consapevolezza e non fede.

Il Quagliodromo è una importante “fetta” della costa est. In un momento in cui tutta la comunità sta ripensando criticamente le scelte siderurgiche di un tempo e in cui si punta forte sul turismo sarebbe quantomeno assurdo sacrificare una ulteriore porzione del nostro territorio all’industria proprio quando sta offrendo il minimo storico di occupazione fra ombre e incertezze. Inoltre ci sono  grandi spazi inutilizzati all’interno dell’attuale zona industriale senza che ci sia bisogno da un lato di utilizzare aree nuove e dall’altro di rinunciare ai nuovi progetti.

Per comprendere meglio abbiamo realizzato questo nuovo video:

Nello studio d’incidenza Aferpi si specifica che «La ZPS è posta ad una distanza di circa 0,5 km dai confini dell’area oggetto di intervento (sono anche meno perché c’è una piccola fascia verso il quagliodromo a confine con il ponte, ndr.).
Va tuttavia evidenziato che nella zona più prossima alla ZPS sono previsti interventi di minore entità, quali la realizzazione della nuova infrastruttura ferroviaria e del nuovo elettrodotto (realizzare una infrastruttura ferroviaria e un elettrodotto aereo sono opere di minore entità?, ndr.). Gli impianti produttivi di nuova realizzazione, invece, saranno collocati ad una distanza minima di 1 km dalla ZPS e non interesseranno quindi né la zona ZPS, né l’area contigua classificata ai sensi dell’art. 32 della L.R. 394/1991».

Stupisce che altre opere analoghe e realmente minori, come le pale eoliche della Fera proposte nel 2011 e il recente cavidotto sottomarino tra Portoferraio e Piombino hanno dovuto invece ottemperare obbligatoriamente alla VIA.

Inoltre lo spegnimento della centrale di Tor del Sale e la sua prevista trasformazione ad area turistico/commerciale, con aree museali e di fitness, unite allo spegnimento da due anni e mezzo dell’altoforno e dell’area caldo Lucchini, di fatto hanno trasformato tutto il territorio da area fortemente industrializzata a scarsamente antropizzata… ed in attesa delle promesse demolizioni e bonifiche.

Nella recente non assoggettabilità alla VIA, la regione Toscana «ritiene improbabile (sì, hanno proprio scritto “improbabile”, ndr.) che il progetto in parola determini incidenze significative sugli obiettivi di conservazione dei Siti Natura 2000 più prossimi all’area di riferimento, a condizione che il proponente, nell’esecuzione del progetto, metta in atto, oltre alle misure di mitigazione indicate per ciascuna componente ambientale al par. 5 del richiamato studio di incidenza, anche le seguenti misure riferite ai quattro aspetti ambientali ritenuti di prioritario interesse ai fini della valutazione di incidenza del progetto in questione».
Ma lo studio d’incidenza non riporta neanche tutte le specie di avifauna presenti nell’area.

La lista, di oltre 180 specie (cento ottantotto per l’esattezza),  comprende le osservazioni registrate nel corso degli anni sia da Stefano Benucci che da Lorenzo Vanni, entrambi valenti ornitologi impegnati da molti anni nel monitoraggio degli uccelli del territorio piombinese, sia sull’area del Quagliodromo che lungo la costa di Ponte d’Oro (alcune specie sono ovviamente marine). Alcune di queste sono prossime alla minaccia di estinzione.

In questo contesto è utile per il lettore suggerire alcune importanti considerazioni:

1)      Il territorio costiero della Val di Cornia (COSTA EST) racchiude ancora, nonostante interventi di urbanizzazione, trasformazioni fondiarie, industrializzazione pesante succedutisi negli ultimi 60 anni, alcuni aspetti rilevanti di naturalità che andrebbero salvaguardati.

2)      L’area del Quagliodromo è un importante tassello nella Rete di Habitat naturali ancora presenti sulla Costa Est di Piombino. La sua peculiare conformazione a “prateria naturale” costituisce un rilevante punto di sosta, alimentazione, svernamento e riproduzione per moltissime specie di uccelli. La compresenza dell’attività di area di addestramento cani non inficia più di tanto la conservazione delle specie rilevate, anche durante la stagione riproduttiva.

3)      Dal termine della stagione venatoria l’area rappresenta un importante punto di “stop&go” per numerosissime specie migratrici.

4)      Il Quagliodromo, trovandosi lungo la linea di costa che rappresenta una insostituibile “autostrada virtuale” per gli uccelli migratori, è frequentata da grandi specie come le cicogne bianche, le gru, il falco pescatore, i mignattai, il biancone. L’ipotesi di realizzazione di linee di elettrodotti andrebbe a rappresentare un pericolo diretto nei confronti di queste specie che hanno come punto di riferimento privilegiato la contigua Riserva Naturale Padule Orti-Bottagone.

5)      L’ipotesi di nuove aree vergini destinate a nuova industrializzazione cozza fortemente con gli indirizzi di Piano Strutturale della Costa Est che prevede la conservazione oculata delle riserve naturali e paesaggistiche, fondamenta su cui si deve base la diversificazione economica del territorio piombinese.

6)      Ogni valutazione seria sulla eventuale incidenza di nuovi insediamenti  industriali deve essere supportata da altrettante serie indagini tecnico-scientifiche sulle presenze di flora e fauna meritevoli di tutela e protezione. Leggendo la relazione di Incidenza redatta da AFERPI sugli effetti del nuovo insediamento industriale sugli aspetti naturalistici  presenti al Quagliodromo, si comprende come questa sia stata redatta con elevata superficialità ed approssimazione (solo parzialmente compensata con la successiva integrazione).

7)      Perdere il Quagliodromo rappresenta una grave perdita di biodiversità sul territorio comunale.

8)      Diventa fondamentale puntare sulle bonifiche delle aree utilizzate impropriamente nel tempo per discariche di rifiuti industriali e pericolosi, dopodiché ricollocare in quei luoghi eventuali nuovi impianti industriali.

Concludiamo facendo notare che La cattiva gestione dell’area naturale protetta europea, rischia di provocare gravi responsabilità per violazione della normativa comunitaria in materia di salvaguardia degli Habitat naturali e semi-naturali (direttiva n. 92/43/CEE) e di tutela dell’avifauna selvatica (direttiva n. 09/147/CE). Il rischio di subìre sanzioni comunitarie è reale e ben presente. E i nostri amministratori ne devono essere coscienti.

E’ da queste osservazioni che deve iniziare la vera rinascita del tessuto industriale piombinese. Se lasciamo le discariche come sono oggi per i prossimi anni avremo perso ogni scommessa.

Le specie che sono presenti nell’area del Quagliodromo che lungo la costa di Ponte d’Oro sono quelle scaricabili nel seguente documento (PREMI QUI PER SCARICARE IL FILE)

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Scritto da il 4.10.2016. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

3 Commenti per “AFERPI: 190 MOTIVI PER DIRE DAVVERO «GIU’ LE MANI DAL QUAGLIODROMO»”

  1. Sergio Tognarelli

    SUVVIA, non disperiamoci, ormai manca poco alla prima colata Aferpi !!!

  2. Ciuco nero

    Prendono il quagliodromo?,bene,cosa danno in cambio?nero su bianco? Perché fino ad ora chiacchre tante e volutamente confuse. Ridanno a piombino l area colate continue? (zona bar elba) dopo aver bonificato? Riassumano tutti davvero operai dell indotto compresi? Gli stipendi tornano quelli di prima? Nero su bianco cosa danno in cambio…?

  3. Settici Carlo

    Che sfacelo, che insulsità, come se ne pentiranno. Fatemelo dire: che brodi!!! Non ci capiscono nulla, fanno solo danni, e perdipiù IRREVERSIBILI. Povere generazioni future, si troveranno un territorio martoriato e per cosa? Per un progetto che, lo sanno bene, fallirà in pochi anni. Vedrete! Ma tanto sanno che l’elettore dimentica e li rivota…

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