EDITORIALE: LA POLITICA SI TUFFA SUL “FORNO PASQUALE” DI REBRAB?

L’EDITORIALE                                   di Giuseppe Trinchini trinchini

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EDITORIALE: LA POLITICA SI TUFFA SUL “FORNO PASQUALE” DI REBRAB?

Corriere Etrusco “numero 131” del 29 Marzo 2016.

Il primo dicembre 2015 il “Sole 24 ore” comunicava che in una nota, dopo l’insediamento di Fausto Azzi in sostituzione di Farid Tdjani, l’Aferpi annunciava che entro la fine di dicembre sarebbe stato definito il fornitore e posta la firma sull’ordine del nuovo forno elettrico, vista la conferma da parte dell’azienda che era «stato avviato un tavolo con Bei (la Banca europea per gli investimenti, ndr.) per il finanziamento dell’operazione».

A distanza di quattro mesi di cose ne sono successe tante, alcune anche positive, come la conferma di alcuni ordinativi di rotaie da parte di RFI (le ferrovie italiane, ndr.) e altre nazioni, e la chiamata dei 205 lavoratori che dal 1° aprile entreranno in Aferpi da Lucchini in amministrazione straordinaria.

Mentre in chiaro scuro è stato il recente intervento di Farid Bourennani esperto finanziario, assai noto in Algeria, consigliere di Rebrab, che è stato intervistato da Radio M (la web radio del giornale Maghreb emergent)  e che ha confermato che la Banca d’Algeria ha accolto la domanda inoltrata da Cevital  a novembre scorso, per trasferire all’estero 65 milioni e mezzo di dollari. Una concessione finalizzata a dar vita a Piombino a “progetti complementari con attività produttive esistenti in Algeria”. Il riferimento esplicito è stato alla logistica, al polo agro-alimentare e ad una vetreria, mentre i finanziamenti per l’acciaio  giungeranno, secondo l’esperto finanziario, “da un prestito concesso da banche internazionali con le quali il gruppo Cevital sta lavorando”.

Quindi non è per nulla priva di fondamento la richiesta di prudenza che da più parti è giunta sull’accordo con la tedesca SMS Group per  la fornitura della nuova acciaieria elettrica e del nuovo impianto di laminazione rotaie per lo stabilimento di Piombino, visto che si tratta di una lettera d’intenti tra le parti senza alcun impegno reale. Senza considerare che ancora mancano i preventivi per tutte le altre opere accessorie per il completo funzionamento dei due impianti, il cui costo è quasi analogo a quello dell’acciaieria e del laminatoio. Senza l’avvallo all’operazione da parte delle banche, concedendo un mutuo a Rebrab, e l’ok del Ministero dello sviluppo economico, l’operazione può rimanere in stallo per mesi e mesi, e si potrebbero davvero aprire nuovi scenari per l’azienda.

La parola d’ordine è quindi prudenza, specie quando questi annunci arrivano prima del panettone natalizio  o della colomba pasquale, ed è giusto chiedere, come fanno alcune forze politiche, che  la messa in opera del progetto avvenga in tempi rapidi, che venga rimodulato l’accordo di programma per far sì  che inizino le bonifiche e la costruzione dell’agroindustriale, e che partano i lavori per la SS398 fino al porto. Questo è indubbiamente un passo avanti ma «manca ancora la bancabilità che arriverà tra due mesi, visto il progetto». Accendiamo nuovamente i cronometri, e nel frattempo meno annunci e più fatti da parte della politica, sia locale che nazionale.

Giuseppe Trinchini

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Corriere Etrusco n°141 del 29 marzo 2016

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  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    80 mesi, 27 giorni, 9 ore, 57 minute fa

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