LUCCHINI/AFERPI: “MODELLO PIOMBINO” TRA PRESUNZIONE E BUON SENSO

Piombino (LI) – Riportiamo due interessanti comunicati di Luigi Coppola (UDC) e del Movimento 5 Stelle sull’attuale situazione dentro lo stabilimento Lucchini/Aferpi e sul futuro probabile di questo territorio.

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COPPOLA: “MODELLO PIOMBINO” SERVE SOLO AD ALLUNGARE I TEMPI

Luigi Coppola (UDC)

Luigi Coppola (UDC)

“IL MODELLO PIOMBINO”, uno slogan presuntuoso e strumentale, con fini prettamente propagandistici, del resto questo è il metodo che ha caratterizzato da sempre il nostro territorio: “FUMO NEGLI OCCHI”. Si leggono ovunque interventi sulla questione industriale e portuale inerente l’ex ambito Lucchini, ma si percepisce che vi sia poca chiarezza e forse anche poca dimestichezza nella lettura dei fatti e su come stiano concretamente le cose.

L’impressione è che l’obbiettivo sia sempre stato lo stesso: l’allungamento dei tempi.

In effetti, se avessero voluto accorciarli, oggi vi sarebbero programmi e progetti concreti, oltre ad un simil Marchionne, di cui non si vede una figura paragonabile pur in scala minore, ma del quale senza dubbio ci sarebbe necessità. Anche l’attivazione di tecnici interni all’azienda, se pur capaci, per progettare l’introduzione delle nuove tecnologie innovative sembra alquanto azzardata ed improvvisata. Normalmente tali interventi sono prerogativa di soggetti esterni altamente qualificati e specializzati, con grande esperienza nella costruzione ed installazione di nuovi impianti produttivi. Peraltro, da sempre la cultura locale, impregnata di rapporti personali e particolari, ha pesato molto anche sul mondo del lavoro ed in particolare quello industriale, soprattutto sotto il profilo della professionalità. Tipiche logiche del passato, oramai non più sostenibili, se non con forzature strumentali tutt’altro che meritocratiche.

Dopo alcuni mesi è evidente che a parte l’acquisizione delle aree siderurgiche ed una miriade di protocolli ed accordi firmati, ci sia ben poco attualmente di consolidato. Non dimentichiamo poi le questioni irrisolte, in primis quella legata alle pseudo bonifiche, i fondi sono pochi e senza finanziamenti privati non sarà risolvibile, nonchè quella pesantissima dell’energia dai costi difficilmente sostenibili, oltretutto a fronte di un crollo del prezzo dell’acciaio e dei prodotti laminati. Senza dimenticare i problemi personali della proprietà algerina, con difficoltà oggettive nei rapporti con il governo del proprio paese, che potrebbe compromettere la disponibilità finanziaria, mettendo a rischio le ingenti risorse utili a far ripartire le attività produttive di Piombino.

Nonostante la politica abbia perseverato nelle dichiarazioni rassicuranti di facciata, peraltro non sempre comprensibili a fronte di un’evidente carenza di certezze, la realtà incomincia inesorabilmente a manifestarsi in tutta la sua crudezza. In particolare per molti di quei lavoratori in cassa integrazione, che fra poco più di un anno potrebbero rischiare di rimanere senza ammortizzatori e senza lavoro, qualora non abbiamo avuto nel frattempo la forza ed il coraggio di tentare altre soluzioni.

Le grandi difficoltà industriali si risolvono con investimenti strutturali, non certo con gli ammortizzatori sociali a lungo termine, che alla fine rischiano di condurre inesorabilmente verso il baratro, anche se servono a far sopravvivere i venditori di speranza ed i loro interessi di casta il più a lungo possibile. A fronte di ciò, anche le voci insistenti, ma opportunamente non confermate, di possibili trattative per un ulteriore passaggio proprietario di uno o più rami d’azienda ad un nuovo potenziale investitore, non fanno altro che rafforzare le perplessità. Senza poi dimenticare che il valore dello stabilimento, se pur ormai in ginocchio, è certamente superiore al prezzo pagato; la sola vendita di alcuni impianti ancora utilizzabili altrove, come paventato, sarebbe di per se già un profitto.

Se dovesse esserci un subentro di proprietà, l’auspicio è che si tratti di uno o più gruppi affidabili, di cordate locali o forestiere poco credibili, messe insieme strumentalmente dal solo interesse di qualche finanziamento pubblico il territorio non se ne farebbe niente.

Luigi Coppola

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M5S: ULTIMO APPELLO AL BUON SENSO

Ormai è ben nota a tutti la nostra proposta gestionale riguardante le concessioni sulle aree portuali da rilasciare ad AFERPI. Durante il Consiglio Comunale aperto del 5/10/2015 lanciammo la proposta di rilasciare le concessioni per un periodo di approssimativamente 5 anni, per poi estendere le concessioni in base allo stato di realizzazione del piano industriale nel suo complesso. Questo intervallo temporale non è proposto a caso, ma è frutto dell’analisi dei documenti a disposizione di tutti: il piano industriale presentato il 14/05/2015 e la proposta di strategia di intervento per la messa in sicurezza operativa, documenti ampiamente conosciuti dai ministeri di riferimento.

AFERPI stessa dunque prevede 30 mesi per la messa in sicurezza operativa delle aree destinate alla nuova acciaieria elettrica n°1, a questi vanno aggiunti gli ormai ben noti 18 mesi per la costruzione dell’acciaieria stessa. Vanno inoltre calcolati i mesi ancora necessari per ottenere tutti i titoli autorizzativi necessari per poter avviare i lavori dei quali ancora non vi è traccia: urbanistici, AIA, VIA- VAS, etc. Un periodo di circa 5 anni risulta dunque più che congruo per fare una valutazione serena sulla capacità/volontà di AFERPI di riavviare la produzione di acciaio a Piombino.

Non bisogna mai dimenticare che Cevital ha acquisito ad un costo irrisorio un’azienda, seppur tecnicamente fallita, con a disposizione un porto ad alto fondale adiacente, e semplicemente dalla vendita degli impianti ancora funzionanti può ampiamente rientrare dall’investimento fatto. Quindi nessuna fretta di investire ed al contrario questo territorio, con migliaia di lavoratori allo stremo delle forze, di fretta ne ha molta. L’unica leva contrattuale rimasta in mano pubblica sono le concessioni sulle aree portuali che rilascerà la Port Authority.

L’unica soluzione di buon senso è dunque rilasciare un primo step di concessioni, stabilendo dettagliatamente una serie di ragionevoli punti del piano industriale che dovranno essere stati rispettati alla data di scadenza (primo fra tutti la realizzazione dell’acciaieria elettrica n°1 e quantomeno l’inizio dei lavori per la n°2). A quel punto verrà fatta una valutazione oggettiva dello stato di avanzamento e del ritorno occupazionale per il territorio, chiaramente sottoscrivendo l’impegno a rilasciare la concessione definitiva qualora tutti i punti previsti fossero rispettati, questo a tutela dell’investimento che AFERPI dovrà fare per la realizzazione delle opere nelle stesse aree demaniali.

Certamente la nostra proposta ha suscitato un acceso dibattito in città ed anche fra le forze politiche, ma ad oggi nessun provvedimento è stato preso in tal senso, quindi nel Consiglio Comunale di mercoledì prossimo presenteremo un ODG con il quale chiederemo al Sindaco di aprire un percorso in collaborazione con la Port Authority ed il MISE affinché la nostra proposta venga adottata. Non possiamo che augurarci che il buon senso e la ricerca dell’interesse generale prevalgano, nel frattempo facciamo appello a tutte le forze politiche, rappresentanze sindacali, associazioni e semplici cittadini che condividono la nostra proposta di sostenerci in questa azione .

MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO

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Scritto da il 14.12.2015. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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