PIOMBINO: LAMIONI RISPONDE AI LAVORATORI LUCCHINI

Giovanni Lamioni nell'incontro di Piombino

Giovanni Lamioni nell’incontro di Piombino

Piombino (LI) – Giovanni Lamioni, imprenditore e presidente della Camera di Commercio di Grosseto, candidato alla presidenza regionale per la lista popolare “Passione per la Toscana”, ha risposto alle domande fatte dai lavoratori Lucchini a margine della sua visita alla città che si è tenuta venerdì 22 maggio presso il quartiere Salivoli.

L’esponente dell’alternativa liberale ha davanti a sé uno scoglio importante. Superare lo sbarramento del 5 per cento per poter entrare in Regione. Eppure, Lamioni, davanti al numeroso pubblico presente anche a Piombino, ha insistito che «ce la possiamo e dobbiamo fare». Sa che la sfida è difficilissima, ma non impossibile. Ecco perché continuerà fino al 31 maggio a batter su quelli che sono i suoi cavalli di battaglia: sostegno alle piccole imprese; stop a una Regione matrigna; esaltazione delle particolarità dei territori. Per poter far valere, dal 1 giugno, la voce dei moderati anche in Toscana.

Riportiamo la lettera integralmente e a seguire i punti principali del programma di “Passione per la Toscana”.

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“COME FA A DIRE ROSSI CHE SI VEDONO I RISULTATI? COME AL SOLITO CHIACCHIERE CHE POI PAGANO I LAVORATORI”

Ma come fa Enrico Rossi a dire, sul caso Lucchini, che si stanno vedendo i risultati? Quello che vediamo è invece un piano industriale fumoso, che non dà quelle garanzie che il territorio, i dipendenti e la stessa Regione devono pretendere, che noi pretendiamo.

Nel documento si parla di un impiego di lavoratori “progressivo” secondo le necessità tecnico-organizzative e produttive, conseguenti alle fasi di attuazione del progetto.

L’amministratore delegato di Aferpi ricordo che ha espresso la volontà dell’azienda di occupare da subito circa 1.200 lavoratori, ma non si sa se usufruiranno dei contratti di solidarietà o della cassa integrazione.

Quale sarà il destino degli altri mille operai rimane, ad oggi, un mistero. Ipotizzabile che rimarranno a carico della Lucchini e che saranno messi in cassa integrazione. Fino a quando? Fino al 2016, fino a quando la Lucchini, in amministrazione straordinaria, dovrà chiudere. Questo è l’unico dato certo.

Intanto alcuni dipendenti dell’indotto storico sono a casa, altri a breve seguiranno la stessa sorte, senza dimenticare altre aziende, come la SOL, che da mesi oramai hanno dovuto pressochè chiudere i battenti, purtroppo per loro, nel disinteresse generale delle istituzioni.

Pretendiamo che sia reso pubblico da Cevital subito non solo il piano industriale in tutti i suoi dettagli, ma anche il cronoprogramma di quella che sarà la seconda fase del piano siderurgico, che prevede entro il 2019 l’attivazione di un secondo forno elettrico, di un nuovo treno a rotaie e la realizzazione del polo agroidrustriale e logistico, per capire se ci saranno davvero i tempi necessari al reintegro degli altri lavoratori.

Questa partita è fondamentale per Piombino ma anche per tutta la Toscana. E ci battiamo affinchè sia gestita nel migliore dei modi.

Così rispondo alla lettera che mi è arrivata da un gruppo di lavoratori, ai quali esprimo la massima solidarietà. Spero che martedì prossimo si raggiunga un accordo dignitoso tra azienda e sindacati chiamati in prima fila a proteggere proprio gli interessi dei dipendenti.

Ma la Regione deve svolgere il suo compito fondamentale, e per questo rimango a dir poco perplesso che la firma dell’acquisto definitivo sia fissata proprio al 31 maggio.

Giovanni Lamioni

Candidato Presidente della Regione Toscana
Lista “Passione per la Toscana”

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Per una toscana libera, forte e solidale.
Linee programmatiche / Elezioni Regionali – 31 Maggio 2015

Libertà, Sviluppo, Sicurezze!

La Toscana è l’unico territorio regionale italiano ad essere percepito nel mondo intero come contenitore e sintesi di valori ed emozioni di particolare intensità.  Arte, Paesaggio, Borghi, Natura, Musica, Artigianato, Agricoltura, Moda, Salute (Terme), ecc. Ma la Toscana è anche chimica, cantieristica, siderurgia, metalmeccanica, conciaria, vivaismo, tessile, estrattiva, itticoltura, geotermia, ecc.

Il consolidamento, negli anni, di metodi di governo di matrice “centralista” ha fortemente burocratizzato la attività pubblica regionale a tutti i livelli secondo una logica conservatrice e distante.   La Regione si è così caratterizzata tra le più ostili a formule di delegificazione e di semplificazione amministrativa e tra quelle che più scoraggiano l’insediamento di nuove attività produttive e di miglioramento innovativo; in altri termini, gli ostacoli frapposti alla libera iniziativa privata sono evidenti e spesso strumentali.Sta di fatto che i pochi nuovi investimenti che si orientano sul territorio italiano evitano accuratamente di localizzarsi in questa Regione. Anche importanti opere pubbliche sono al palo, particolarmente di carattere infrastrutturale.  Si citi a puro titolo di esempio la dorsale tirrenica, la Siena-Grosseto e le grandi opere di contrasto al dissesto idrogeologico.

Un programma per la legislatura regionale deve toccare temi concreti ed obiettivi conseguibili.  Non una contrapposizione al passato ma una apertura al futuro in grado di attrarre l’attenzione ed il consenso motivato di vasti strati della popolazione, in gran parte delusa e smarrita. Occorre, quindi, una completa inversione di tendenza del rapporto tra Istituzione e Cittadini, siano essi intesi come individui o rappresentanze attive produttive e sociali, e tra centro e territori, tra Regione e Comuni, in una chiave di devoluzione di responsabilità e risorse e in una logica di sussidiarietà tra privato e pubblico e locale e regionale.

L’azione di governo si muoverà su tre livelli precisi e trasversali alle stesse deleghe.

Libertà

Bisogna letteralmente ribaltare la visone e l’essere della Regione, e liberarci da quello che oggi è un vero e proprio “stato centrale” che raddoppia quello nazionale, che opera in modo verticistico e burocratico. Un’istituzione “matrigna”, che cancella una delle più grandi ricchezze storiche della nostra Terra: l’autonomia e il valore delle nostre comunità e dei nostri Comuni, oggi mortificati, spremuti come limoni e messi nell’impossibilità di rappresentare e soddisfare aspettative e bisogni della nostra Gente.

La Regione deve essere la “Federazione” dei nostri Territori e dei nostri Comuni, il punto di sintesi e raccolta di un governo solidale delle nostre meravigliose diversità. Abbiamo l’occasione storica di fare della Toscana l’avanguardia di una nuova forma di governo e di autonomia, vista la cancellazione delle Province e l’istituzione delle Città Metropolitane.

Certo nulla potrà essere fatto in questo senso se il controllo viene lasciato ad un ceto politico sempre più distante e chiuso nella propria torre d’avorio, che si auto genera attraverso la gestione clientelare delle risorse pubbliche.

Sviluppo

Si ridistribuisce la ricchezza, non la povertà! E, quindi, la ricchezza deve essere prima creata. La Regione deve fare “semplicemente” il suo mestiere, agevolando, creando occasioni, offrendo servizi e strutture, guidando alla conquista delle risorse disponibili in sede nazionale e internazionale, sostenendo le nostre imprese, soprattutto quelle piccole vera ossatura della nostra economia, e lasciando liberi i nostri Comuni di affiancarle e stimolarle.

Ciò significherà un radicale ripensamento della stessa struttura gestionale della Regione, una dismissione delle attività centrali a favore di quelle territoriali, anche quelle paritetiche tra amministrazioni locali e settore produttivo privato da crearsi nei singoli territori ridisegnati dalla Riforma del Titolo V della Costituzione, con autonomia di individuazione di obiettivi e di dotazione di risorse, all’interno di un quadro concertato e coordinato dalla Regione, che diventerà così elemento di armonizzazione e sintesi e non di “comando” burocratico.

In egual misura saranno fondamentali una nuova politica del credito verso le imprese, promossa e garantita dalla Regione e dalle rappresentanze produttive e finalizzata, soprattutto alle nuove iniziative coerenti con la nostra sostenibilità di modello e ambiente, e una politica di formazione e riqualificazione continua e di massimo avvicinamento tra domanda e offerta occupazionale, il più possibile nella logica sussidiaria. Ciò significherà finalizzare parte significativa della struttura regionale al coordinamento della progettualità verso i fondi nazionali e internazionali disponibili, verso l’agevolazione dell’investimento privato nazionale e internazionale, anche attraverso la fiscalità disponibile.

Sicurezze

Al plurale e non al singolare, cioè un insieme di sicurezze integrate, che vanno da quella del cittadino e della proprietà a quella ambientale, sia in termini ecologici e naturali sia in termini di legalità territoriale, fino a quella sociale, cioè ad una ragionevole e sostenibile rete di assicurazioni e sostegni dove il 3°settore e il volontariato sussidiario devono essere sostenuti e agevolati, in un rapporto virtuoso e trasparente con il pubblico.

Solo così riusciremo a fare davvero della nostra Terra, solidale e aperta per natura, un luogo capace si di accogliere ma nella certezza dei diritti e dei doveri, dove la solidarietà a favore non è mai a detrimento di qualcuno, dove per prima è certa la legalità, condizione essenziale per la vera libertà. Senza mai strumentalizzare e fomentare la paura e senza mai sottovalutare e criminalizzare disagio e timori dei Toscani.

Ciò significherà anche, una profonda revisione delle scelte centraliste in materia di salute e cura, ridando peso e decisione ai Territori, ottimizzando si spese e gestione ma mai a discapito dei bisogni e delle aspettative e, soprattutto, della qualità della prestazione e dei servizi. Maggior coinvolgimento dovranno avere in questo ridisegno le categorie professionali e gli ordini, per rimodulare in un unico disegno il sistema sanitario e quello socio-sanitario, liberando risorse dalle strutture da indirizzare ai servizi e gravando il meno possibile in termini di fiscalità . Anche qui, soprattutto sulle politiche di assistenza, sostegno, accompagnamento e accoglienza la logica sussidiaria dovrà essere primaria, attraverso un sistema concordato di certificazioni e qualificazioni tra pubblico e privato, con particolare peso dato alle Amministrazioni Comunali ed al loro coordinamento di Ambito territoriale.

Una particolare importanza rivestiranno le politiche rivolte alla piena legalità ed alla trasparenza, attivando un nuovo sistema di concertazione costante sulla lotta alla criminalità e alla corruzione  con la Magistratura e le Forze dell’Ordine, anche attraverso la costituzione di organismi stabili di coordinamento sia centrali che decentrati, dotati di fondi per politiche attive di prevenzione e controllo e sotto la responsabilità politica delle amministrazioni Comunali tra loro territorialmente omogenee.

Così come tutto il sistema di nomine e gestioni, procedure e appalti sarà improntato alla valorizzazioni delle risorse interne, alla certezza e trasparenza ed alla più determinata sburocratizzazione, anche attraverso l’adozione di sistemi tecnologicamente avanzati ed all’istituzione di apposite Autorità terze, senza aggravi economici per l’Istituzione.

In questo senso è ipotizzabile l’istituzione di un apposito dipartimento regionale in diretto contatto con il Ministero degli Interni per l’individuazione e l’agevolazione delle politiche territoriali mirate, concertate e gestite direttamente dai Comuni, singolarmente o in ambito omogeneo.

Una nuova logica di governo: dal basso verso l’alto!

Tutte le politiche, siano esse finalizzate allo sviluppo economico, alla qualità sociale e ambientale, saranno possibili solo attraverso un vero ribaltamento della logica di governo e di “potere” tra centro e territori fin qui espressa e da noi giudicata sbagliata e dannosa.

Per questo verrà richiesta la costituzione, in ogni nuovo ambito provinciale ridisegnato dalla Riforma del Titolo V, Città Metropolitana compresa, delle Assemblee dei Sindaci, con poteri non solo consultivi ma anche operativi e deliberativi vincolanti devoluti, sulle materie costituzionalmente date alle Amministrazioni comunali e provinciali.

Queste Assemblee, oltre a coordinare democraticamente in modo più efficiente e partecipato la vita amministrativa dei propri territori, permetteranno l’interfaccia con quelle

realtà sussidiarie sia sociali che economiche con cui costituire i nuovi modelli di azione e sviluppo, territorio per territorio, armonizzati tra loro e coerenti con una visione regionale complessiva.

Per raggiungere quest’ultimo obiettivo, è ipotizzabile la creazione di una “Cabina di regia” regionale, composta da una qualificata rappresentanza dell’assemblea regionale dei Sindaci, dalla Giunta regionale attraverso uno specifica delega e da quelle competenti in materia, in rapporto corretto e diretto con l’Assemblea legislativa e le Commissioni competenti, che mensilmente verifichi e sviluppi le politiche necessarie in materia di sicurezza sociale e sanità, sviluppo e lavoro, mobilità e ambiente.

Unitamente a ciò, verrà eseguita una riforma dell’organizzazione gestionale regionale tale da permettere il vero passaggio da un bilancio tradizionale “verticale” per centrali di costo ad uno effettivamente “sociale”, cioè basato su “portatori di interessi”, (istituzioni locali, cittadini, imprese private e partecipate, associazionismo e volontariato, etc) permettendo quella trasversalità e allo stesso tempo peculiarità necessarie ad un nuovo modello di sviluppo e convivenza. Premiando sempre le professionalità ed i talenti interni, evitando il malcostume delle consulenze senza limiti e mettendo fine ai carrozzoni clientelari ed inefficienti come FiDi Toscana e Toscana Promozione.

Una Regione “a zero moduli”, dove in un giorno sia possibile ottenere risposte alle proprie pratiche in un giorno, sia per cittadini che per imprese, attraverso l’uso sapiente delle tecnologie disponibili ma soprattutto attraverso la maggior responsabilità e decisionalità dei Territori, la loro autonomia anche economica e alla riorganizzazione di una macchina regionale da rendere più piccola ma più forte e diretta.

Cinque qualità per una Regione di qualità!

Attraverso i livelli d’intervento, la nuova logica di governo dal basso verso l’alto e la riorganizzazione della struttura e del dispiegamento delle risorse, sarà possibile operare attraverso linee guida semplificate e sintetiche, capaci di ridisegnare le stesse deleghe di governo e di gestione, accorpando e responsabilizzando e rendendo più forte ed immediato l’agire, riducendo allo stesso momento tempi e costi.

A monte di ciò, l’impegno che entro settembre 2015 verranno presentati i due piani strategici di legislatura, debitamente condivisi:

il piano strategico per lo sviluppo, dedicato alla creazione di nuove realtà produttive, all’attrattività dell’investimento privato nazionale ed internazionale, alla qualificazione e riqualificazione formativa in chiave occupazionale.

Il piano generale della sicurezza, per il coordinamento delle attività sul territorio nel contrasto alla criminalità e l’illegalità e le relative risorse per le Amministrazioni Comunali e sostegno alle attività sociali di sensibilizzazione e convivenza.

Oltre a ciò è auspicabile la sintesi dell’attività di governo in cinque aree qualificanti, anche in termini di deleghe:

Area della Qualità Sociale

Dove verranno coordinate tutte le politiche dedicate alla persona e alla famiglia, oltre quelle delle attività sussidiarie di assistenza e sostegno e quelle di formazione e qualificazione. In questo segmento particolare attenzione verrà data alla revisione della politica socio-sanitaria e la rimodulazione della stessa in chiave meno centralizzata e verticistica. Sempre in quest’area verranno coordinate le politiche per la sicurezza, la legalità e la trasparenza, comprese gli organismi terzi delegati alla selezione e verifica delle nomine e direzioni.

Area della Qualità Economica

Dove verranno coordinate e attuate tutte le politiche e praticati gli obiettivi individuati dal Piano Strategico per lo Sviluppo, comprese le politiche di investimento infrastrutturale, concertate con la nuova conformazione del rapporto centro – territori, tutte le politiche per la mobilità e da cui verranno coordinati gli Stati Generali territoriali e quelli regionali, che semestralmente verranno convocati per la verifica condivisa degli obiettivi e l’adeguamento delle politiche in essere. In quest’area si coordineranno le attività degli organismi paritetici territoriali per lo sviluppo degli investimenti e delle nuove iniziative e la progettualità competitiva per i fondi nazionali e internazionali. A quest’area verranno delegate le politiche di promozione e sviluppo territoriale.

Area della Qualità Ambientale

Aria, acque e suolo saranno il centro dell’attività di quest’area, la loro qualità e difesa, così come la loro relazione con l’area della Qualità Economica. Qui verranno concentrati gli investimenti a salvaguardia del territorio siano essi centrali o frutto della devoluzione concordata alle Amministrazioni locali, compresi gli investimenti contro il dissesto idrogeologico e la protezione civile.

Area della Qualità Amministrativa e Democratica

La riorganizzazione della macchina regionale e la nuova configurazione della relazione centro – territori sarà il cuore di quest’Area. Così come la politica di gestione e ripartizione delle risorse e delle politiche di bilancio e quelle dei servizi alle persone e all’imprese, compreso il grande obiettivo della Regione a zero moduli. Qui verranno concentrati gli strumenti per la certezza e la trasparenza degli investimenti e delle assegnazioni, oltre alle politiche per la piena legalità nella PA. Oltre a ciò da qui verranno pianificate e coordinate le politiche di partecipazione, comprese le periodiche consultazioni e campagne di ascolto e verifica sui temi di principale interesse, sia a livello regionale, sia a livello territoriale, attraverso l’adozione di piattaforme tecnologiche finalizzate. A quest’Area è delegata la realizzazione del Bilancio Sociale Regionale e dei Territori.

Area della Qualità Culturale e Identitaria

Una funzione trasversale, capace di legare le tradizionali politiche di salvaguardia e fruizione del patrimonio culturale toscano alla nostra realtà di culture territoriali, siano essere tradizionali e produttive, così come di produzione locale culturale. A quest’Area sarà delegata la stesura del Piano Marketing strategico di mandato e i relativi piani marketing operativi annuali, sia per la promozione e l’incentivazione verso il territorio nazionale sia verso l’estero. In sinergia con l’Area di Qualità Economica, poi, verranno qui stabilite le politiche di sostegno e sviluppo delle nuove attività imprenditoriali e consortili per la produzione e la promozione culturale e turistica, le joint venture pubblico/private dedicate e i coordinamenti delle attività degli ambiti culturali omogenei, derivanti dalla riorganizzazione del Titolo V.

In sintesi, quindi, un’inversione di tendenza completa, che ridisegna la funzione stessa dell’Istituzione regionale, configurandola come una vera e propria “Federazione” dei Territori toscani, alla cui base sono le rappresentanze democratiche delle nostre Comunità, le rappresentanze sociali e produttive. Un nuovo modello che, noi ne siamo certi, potrà rafforzare nuovamente il rapporto tra cittadini, politica e istituzioni.

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Scritto da il 24.5.2015. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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